Diego Gabutti, ItaliaOggi 5/5/2012, 5 maggio 2012
Visto che si ricandida il padre, perché non ricandidare il Trota? – Sembra difficile battere le fesserie di Beppe Grillo
Visto che si ricandida il padre, perché non ricandidare il Trota? – Sembra difficile battere le fesserie di Beppe Grillo. Invece la gara è aperta e ogni giorno si scopre un nuovo campione della specialità. * * * «Forse aveva finito per coltivare troppo il suo spirito d’indignazione ma l’origine di questo atteggiamento era legata alla sua reazione contro i tentativi maldestri di confondere il bene e il male nelle dicerie e nel giornalismo dei suoi tempi. Il suo sdegno assunse innanzitutto la forma d’una protesta contro un’irragionevole aura romanzesca attribuita ai banditi e ai gangster» (G.K. Chesterton, Lo scandalo di Padre Brown, Lindau 2012). * * * Un giorno il Senatùr chiede scusa «ai militanti» e fa un passo indietro, un altro giorno torna a fare un passo avanti e si ricandida alla guida della lega. Un giorno è moscio e lamentoso, il giorno dopo ce l’ha di nuovo duro, come ai bei tempi, quando la lega era fresca di giornata, o gioventù. Prima piange, poi ride. Ma piangeva davvero? O era soltanto tattica? Maroni, se non corre presto ai ripari, rischia di restare con un pugno di scope. * * * Umiliato e offeso, il giovane Renzo Bossi, ex delfino, ex consigliere regionale, minaccia d’andare a lavorare, di fare «il contadino o il muratore». Vuol dire che d’ora in avanti pagherà la benzina di tasca sua senza attingere alle casse del partito? Idem l’affitto di casa? Ma potrà usare la prima pagina della Padania per farsi un cappellino di carta da muratore o anche qui dovrà fare un passo indietro e usare piuttosto il Corriere dello sport? * * * Non è una storia triste? Visto che si ricandida il papà, perché non ricandidare, con l’occasione, anche il Trota, poverino, sempre che prometta, beninteso, di non farlo più, giurin giureta? E The Family? E il Cerchio Magico? E Cipro? E la povera Rosi Mauro, costretta a farsi una «lega degli esclusi», solo per lei e pochi altri, da quando la scopa di Bobo Maroni l’ha spazzata via, senza pietà, senza un saluto, benchè il Capo fosse (si dice) d’un altro avviso? Perché non ricandidare anche lei? E la Tanzania? Perché non ricandidare, insieme a familiari, badanti e fedelissimi, anche qualche banchiere o finanziere extracomunitario (o meglio «abbronzato», per citare Roberto Calderoli, ieri ministro per la semplificazione normativa, oggi triumviro, come ai tempi del Dux)? * * * «Ma lo storico che ritorna dal passato è ancora la stessa persona che era al momento in cui aveva abbandonato il presente? (...) Leo Strauss solleva proprio questa domanda e vi risponde sagacemente in modo negativo. Arriva alla conclusione che lo storico non mantiene la sua identità nel processo: “Egli inizia un viaggio la cui fine gli è nascosta. Non è probabile che ritorni alle sponde del proprio tempo come se fosse esattamente lo stesso uomo di quand’è partito”. Fra l’altro, non è neanche probabile che ritorni allo stesso luogo da cui era partito» (Siegfried Krakauer, Prima delle cose ultime, Marietti 1985). * * * «I sindaci sono ufficiali di governo, hanno funzioni istituzionali ed è bene che non dimentichino mai che portano la fascia tricolore e lavorano per il Paese», ha dichiarato, con accenti vagamente minacciosi, il ministro dell’interno Annamaria Cancellieri commentando le iniziative di protesta annunciate dai sindaci di destra e di sinistra sull’Imu, la tassa che sta facendo traboccare il vaso. D’accordo; i sindaci non dimentichino la fascia tricolore. Ma anche Annamaria Cancellieri non dimentichi che i sindaci sono stati eletti e lei no. E non s’illuda, insieme ai «tecnici» suoi colleghi di governo, di fare la ministra per merito, ad honorem. Lei, senza offesa, fa la ministra a scrocco, da imbucata. * * * Non si può protestare contro l’Imu. Guai a chi critica il fisco o anche soltanto nega che le tasse siano «bellissime». Posso sbagliare, ma se continua così faremo tutti la fine di Fedul Gusev, «nato nel 1883 nella regione di Mosca, russo, di famiglia contadina, non iscritto al partito, semianalfabeta, guardiano nell’azienda agricola dell’ospedale del distretto». Gusev (come raccontano Marta Dell’Asta e Lucetta Scaraffia in La vita in uno sguardo. Le vittime del Grande Terrore staliniano, pp. 40, euro 24,00, Lindau 2012) fu «arrestato il 3 agosto 1937 e fucilato per aver calunniato il prestito di stato». * * * «LONGEVITÀ, ORMAI UN PROBLEMA GLOBALE. Viviamo troppo a lungo. I politici e i potenti non se ne vanno mai» (Jack McDevitt, Cauldron, fornace di stelle, Mondadori, Urania 1568, marzo 2011). * * * Nei giorni che precedono lo scontro finale, quando tra i due Highlander in corsa per il Trono di Francia ne resterà uno solo, a Carla Bruni è stato intimato di tacere. Nicolas Sarkozy, il suo consorte, sta tacciando la gauche di comunismo occulto e molesto per arruffianarsi l’elettorato fascistoide della destra lepeniana e Carlà, il cui sinistrismo caviar è molesto senza essere occulto, è dunque bene che stia zitta. Parlando, potrebbe guastare la festa, già abbastanza compromessa dal maltempo sociale, al marito mai così acciaccato.