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 2012  maggio 06 Domenica calendario

LASCIATEMI FARE L’EREMITA - C’è

una via di fuga dalla rete?
L’elettronica ha dei vantaggi indubbi, non ne discuto. Ma è sempre più difficile la possibilità di ritirarsi dal mondo, far l’eremita. Ognuno nasce cittadino e ha un numero; non ce l’ha ancora sottopelle in un microchip come ce l’hanno i cani, che in ciò sono più avanzati e hanno accettato con lungimiranza il metodo; ma presto mi dicono che ce l’avremo anche noi dalla nascita e significherà l’appartenenza di ciascuno, volente o nolente, allo Stato, sarà come avere la targa, o un antifurto satellitare. Non ci saranno forse evasori, o delinquenti impuniti. Ma uno a un certo punto della vita dovrebbe avere il diritto di andarsene, questo distingue l’uomo dalla formica; a una formica l’eremitaggio non viene in mente, di appartarsi, scavarsi un suo buco e vivere in silenzio senza odio o rancori.
Io dico che è sacrosanto il diritto di stancarsi del consorzio umano e allontanarsene; se togliete questo diritto succedono poi gli eccidi inspiegabili, di chi fa saltare col gas l’appartamento e il condominio coi condomini dentro, perché della vita associata costui ad esempio non ne poteva più. Un tempo, senza dar spiegazioni, prima di compiere queste inutili stragi, un individuo esasperato da tutto partiva dall’oggi al domani: «Dove vai?». «Non lo so…» e andava in qualche dirupo dove si cibava di erba, e per completare la dieta aggiungeva larve di Sfingoidei (per esempio, di Acherontia o di Macroglossa) ricche di proteine, larve del salice (la Phalera bucephala), bruchi di coleotteri, che sono dolci: con uno spicchio di aglio selvatico (Allium Sativum) e un po’ di salnitro, sapendo le dosi si ottiene un budino che sembra ricotta in agrodolce, un cibo ottimo e sano, adatto alla vita eremitica; se non basta, nei tronchi marci di quercia si raccolgono larve di cervo volante, ottime; e sotto le cortecce le larve del perdilegno (il Cossus cossus, mangiate anche da Plinio); le si può abbrustolire; quando scoppiano sono pronte, meglio di una bistecca che è piena di estrogeni.
Oggi tutto questo è difficile, nell’era elettronica, o comunque ha costi altissimi. Se uno dall’oggi al domani parte per far l’eremita, prima di tutto accumula bollette non pagate dell’Enel, del gas, dell’acqua, la tassa per i rifiuti, il telefono fisso, il passo carraio, il bollo auto, l’assicurazione, poi l’auto se è in strada gliela portano via per il lavaggio notturno, e costa un tanto al giorno per il deposito, e intanto scade il bollino blu, la multa per la rimozione raddoppia, e intanto si applicano more, affitti arretrati dell’appartamento, il condominio, le tasse, non compilando il 740 si entra nella categoria degli evasori totali, oggi c’è la proposta di additarli al disprezzo, finirebbe tra i cittadini ricercati da Equitalia e dal tribunale. La virtù della comprensione oggi è svanita; l’esattore di un tempo s’informava del perché, magari capiva, condivideva la scelta: andato a far l’eremita? va bene, lo invidio, gli è abbonata la mora, gli è cancellata la bolletta Enel, niente ritorsioni, azzeriamo; e magari suggestionato partiva anche lui, l’esattore, si veniva a sapere che era andato nel deserto della Tebaide, le cartelle esattoriali disperse al vento; ci pensavano due volte prima di mandare un secondo esattore. Con la rete informatica tutto invece si è fatto anonimo e automatizzato, quindi spietato. Ogni giorno di eremitaggio avrebbe un costo, che cresce progressivamente secondo un parametro. Equitalia non perdona, l’eremita verrebbe braccato; e, peggio ancora, la sua scomparsa finirebbe in televisione, in quei programmi «Chi è che l’ha visto?», si frugherebbe nella sua vita senza averne diritto: «Torna a casa papà!»; «Ti vogliamo bene!»; lacrime… l’eremita fa la figura del cinico, senza cuore, maledetto da Dio.
Consigliamo perciò un eremitaggio programmato. Se uno ha famiglia la faccenda è dura; se è separato è altrettanto dura: «E gli alimenti?», dice la moglie. «Non avrò reddito», risponde l’eremita. «Com’è possibile?», dice il magistrato. Quindi un eremita consiglio sia scapolo. Deve incominciare col disdire luce, gas, acqua, demolire l’auto e la targa, disdire l’appartamento se è in affitto; se è proprietario cosa fa? Lo lascia a un erede; se odia gli eredi lo vende, siamo in una difficile congiuntura per la vendita immobili, il mercato è fermo; lo svende; ma ci vogliono mesi se è fortunato, un anno, o di più; poi notaio, compromesso, rogito eccetera; dei soldi cosa se ne fa? Consiglio di comprare oro e seppellirlo. Dove? Consiglio un angolo appartato del cimitero, consiglio di andare di notte, scavare e poi ricoprire, cancellando la terra smossa con del ghiaino. Un giorno ci sarà un fortunato che scava, che scava magari per seppellirsi, perché ad esempio è rovinato dalle utenze, disperato, sul punto di farla finita, e non volendo dar noia agli altri, va al cimitero e si scava un buco in un angolo… invece trova l’oro. Chissà che non ci ripensi.
Ma tornando al nostro eremita, bisogna che vada all’ufficio imposte: Non avrò più reddito, né residenza, né niente. È possibile che si insospettiscano. «Chi la mantiene?». «Nessuno». «Cosa scriviamo? Vagabondo?». «No, eremita». «Non è nella tabella, e poi ci vorrà un patentino; in che Comune intende esercitare?». «Dove mi porta il caso». «Per noi non è sufficiente, manderemo degli accertamenti». «Vorrei restituire il codice fiscale». «Non è possibile, il codice si estingue con la morte». «Mi dichiaro morto». «Non faccia lo spiritoso, lei vuole evadere, i soldi della casa li ha messi all’estero, ci dica dove!». Come si vede questo è uno scoglio sempre difficile.
Ma supponiamo che riesca a scappare da tutto; supponiamo, perché è molto difficile. A questo punto dove va a fare l’eremita? Dove si sistema? Può andare su terreni demaniali, come i greti dei fiumi, montagne, spiagge; alle spiagge però è meglio rinunci perché sono il maggior luogo di turismo estivo e la solitudine sarebbe difficile; ma anche al fiume o alla montagna arriverebbe una guardia a denunciarlo per campeggio abusivo. Notate che se si fa un orticello verrebbe multato, se raccoglie funghi a raccolta regolamentata sarebbe multato, se raccoglie legna verrebbe multato, non parliamo poi se accende un focherello. Una capanna? Abuso edilizio. Ha le fognature? Le altezze? L’indice di risparmio energetico? Il garage? E i rifiuti? L’eremita fa la raccolta differenziata? Distingue il secco dall’umido? E la plastica? Le pile? I medicinali scaduti?
Un eremita non vorrebbe appartenere a nessuno Stato. A quanto mi risulta tutte le terre sono state divise, anche l’Antartide; e c’è il progetto di dividere in lotti la Luna. Unica possibilità il mare aperto, acque internazionali; per far l’eremita al giorno d’oggi bisogna avere una barchetta e non toccare mai terra; recuperare i legni alla deriva per fare occasionali riparazioni; mangiare pesce, che fa bene, alghe, che fanno bene (e fan dimagrire); si rischia lo scorbuto; si rischia di essere scambiati per barchini pirati, su cui c’è libertà di far fuoco. Ci sono le tempeste, in pieno Oceano sono furiose; ma finora il vento non è sotto brevetto, né è considerato bene demaniale. E tuttavia abbandonandosi al vento si finisce prima o poi su un continente e dunque in uno stato territoriale, un eremita sarà classificato immigrato clandestino, finirà in un campo profughi, dove si sta ammassati, il contrario dell’eremitaggio, si riceve un numero, e siamo daccapo. «Da dove vieni?». «Non lo so». «Sei recidivo?». «Non lo so». «Di chi era l’imbarcazione?». «Mia». «Ah! bene! Da chi prendi ordini?». Denuncia per tratta d’immigrati, senza bandiera, senza patente nautica eccetera, eccetera.
Quindi consiglio: vivere in acque internazionali, anche se è difficile; si campa poco, ma quando l’oceano è tranquillo, si è mangiato un pesce, si è bevuto acqua piovana, si è trovato un po’ d’insalata alla deriva, e viene la notte, allora ci si distende in fondo alla barca, e si guarda l’immenso cielo, che finora non è vietato guardare, né ci vuole un biglietto d’ingresso, un abbonamento, un canone, una licenza o la partita Iva. Ma questo è ciò che ci distingue dalle formiche, che sono sempre connesse in una loro rete a molecole chimiche.