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 2012  maggio 07 Lunedì calendario

Figli, appartamento, mobili e regali come sopravvivere alla convivenza – Ignorate, discriminate, penalizzate

Figli, appartamento, mobili e regali come sopravvivere alla convivenza – Ignorate, discriminate, penalizzate. Ma anche non sufficientemente consapevoli delle leggi che già ci sono e delle pieghe nelle quali ci può infilare per tutelarsi. Per le coppie di fatto (879.000 in Italia secondo gli ultimi dati Istat, oltre due milioni e mezzo di persone se si considerano anche i figli) ora c´è un manuale che riassume e indica le mosse strategiche. Lo hanno scritto quattro esperti (il giudice Bruno de Filippis, gli attivisti Gian Mario Felicetti e Gabriella Friso, l´avvocato Filomena Gallo) per Stampa Alternativa, promosso dall´associazione radicale Certi diritti, si intitola "Certi diritti che le coppie conviventi non sanno di avere" ed esplora situazioni comuni ed altre insolite. Primo passo: dichiarare all´anagrafe la propria convivenza, indicando con chiarezza che esiste un vincolo affettivo. Subito dopo, vengono i problemi legati alla casa (meglio fare testamento se è di proprietà di uno dei due davanti a un notaio per evitare contestazioni a posteriori di altri eredi). Per chi vive in affitto invece vale la giurisprudenza, che dopo una prima sentenza della Corte Costituzionale, nel 1988, ha esteso il diritto per chi convive di subentrare all´altro inquilino. Ma le cose sono spesso più complicate, per esempio quando si vive con i figli in una casa assegnata dal Tribunale dopo una prima separazione e si invita a convivere un nuovo partner: la perdita dell´alloggio non è più automatica, ma occorre un nuovo giudizio. Va peggio quando a rompersi sono le coppie non sposate: le norme generali sulla comunione servono a suddividere (al 50 per cento salvo pretese diverse e dimostrabili) tutto ciò che si condivideva ma non è possibile ottenere un assegno o un risarcimento quando uno dei due guadagnava meno dell´altro o aveva rinunciato alla sua carriera in favore di quella del partner: l´articolo 3.034 del Codice civile scatta implacabile e sancisce che "ciò che è stato dato spontaneamente non può essere ripetuto", cioè richiesto indietro. «Tra l´Italia e il resto d´Europa – sottolinea de Filippis – esiste ormai uno spread in termini di diritti civili: siamo fermi alla revisione del diritto di famiglia del 1975 e a quella del Concordato, 9 anni più tardi. Occorre "arrampicarsi" sulle leggi attuali, posto che, fortunatamente, la convivenza non è un illecito». Nelle piccole cose come nelle grandi. Non si possono riottenere neanche i regali, a meno che non si tratti di donazioni importanti (per esempio un alloggio) trascritte nel registro, per le quali è possibile prevedere la revoca per "ingratitudine". Ma non è vietato stipulare un accordo di convivenza, che regoli le cose anche quando l´amore finisce: uno degli strumenti più affidabili è quello del trust, un rapporto giuridico privato che definisce, prima e dopo l´eventuale crisi, tutto ciò che riguarda i beni. Anche nominare il convivente "amministratore di sostegno" è una buona soluzione ai problemi che possono derivare da una lunga malattia o dall´esigenza di prendere decisioni sulle cure e di assistere qualcuno che sul piano legale non è un familiare. E gli esperti consigliano di estendere comunque gli accordi anche agli obblighi non economici: «Molti diritti si possono far riconoscere utilizzando leggi e sentenze che già ci sono, altri arriveranno perché sono i cambiamenti sociali e scientifici che possono trainare il diritto – dice Filomena Gallo –. Nel caso dei figli, per ora non ci sono diritti rispetto a quelli non biologici. Ma la legge sulla procreazione assistita tutela i nascituri, impedendo di disconoscerli. E se, per esempio, un bambino è nato con la donazione dell´ovocita di una donna e l´utero di un´altra in un paese dove questo è consentito, anche per un tribunale italiano sarebbe difficile negare questa doppia maternità».