Elena Dusi, la Repubblica 6/5/2012, 6 maggio 2012
Decolla il marchio "Made in Space" l´invasione dei prodotti creati in orbita – ROMA - Se il "Made in Italy" a volte ha dei cali di tono e il "Made in China" appare svalutato, ci prova ora il "Made in Space" a smuovere i mercati
Decolla il marchio "Made in Space" l´invasione dei prodotti creati in orbita – ROMA - Se il "Made in Italy" a volte ha dei cali di tono e il "Made in China" appare svalutato, ci prova ora il "Made in Space" a smuovere i mercati. Il lancio del nuovo marchio è uno dei progetti avanzati dall´Agenzia Spaziale Europea (Esa) al simposio di Berlino sulla Stazione spaziale internazionale. All´etichetta avrebbero diritto materiali, apparecchi e invenzioni sviluppati nello spazio ma capaci di rendersi utili anche sulla Terra. Si va dalla schiuma con la memoria della forma (usata nei materassi) ai termometri che misurano la temperatura appoggiandosi all´orecchio. Dallo sterilizzatore al plasma che uccide i batteri senza calore fino all´aerogel, il materiale più leggero dell´aria usato come isolante termico nelle missioni spaziali ma adattabile anche a finestre e vetrate. Fra gli oggetti più diffusi, nati ai primordi delle imprese spaziali, ci sono oggi i sensori di fumo usati per prevenire gli incendi, mentre i filtri che rendono l´acqua potabile per gli astronauti sono stati copiati da alcune organizzazioni non governative che operano in Africa e nel Medio oriente. La proliferazione dei batteri nello spazio - assai più sostenuta che non sulla Terra - promette di condurci a un vaccino contro la salmonella. Fra le applicazioni più tecniche e adatte all´industria ci sono invece le leghe metalliche completamente omogenee e i cristalli senza imperfezioni. Mescolando elementi in assenza di gravità sono state inventate le schiume metalliche: le bolle d´aria al loro interno le rendono leggere e capaci di assorbire i colpi, ideali fra l´altro per le gru. Con una nuova lega chiamata alluminuro di titanio invece è stato ridotto della metà il peso dei motori degli aerei. Ma nemmeno le aziende che si occupano di bisogni più terreni disdegnano gli esperimenti in assenza di gravità. La Nestlé per esempio è stata invitata al simposio di Berlino per parlare di un esperimento in corso sulla Stazione spaziale internazionale. Obiettivo: trovare la perfetta distribuzione delle bolle d´aria in prodotti come mousse e caffè. Il produttore giapponese di birra Sapporo e la distilleria di whisky scozzese Ardbey hanno cercato di carpire i segreti della fermentazione e del rimescolamento degli aromi in recipienti che non risentono del peso. Da New York allo spazio, poi, la multinazionale dei profumi International Flavors and Fragrances nel ´98 portò una rosa sullo Shuttle per studiarne l´aroma in assenza di gravità. Ma scoprì che i fiori nello spazio non hanno profumo e abbandonò gli esperimenti. La maggior parte delle invenzioni fatte in orbita e approdate sulla Terra, forse perché spesso relegate a settori specialistici, restano sconosciute ai più. Ecco perché l´Esa ha sentito il bisogno di lanciare l´idea del marchio "Made in Space". Anche il momento in cui l´Agenzia ha reso pubblico il progetto è tutt´altro che casuale. La Stazione spaziale internazionale succhierà infatti dai bilanci dei 14 paesi membri 100 miliardi di euro nei prossimi 10 anni (quasi un euro al giorno per cittadino europeo). La scure dei tagli di bilancio ha già colpito sia Esa che Nasa, ma non ha smesso di pendere minacciosamente sulle teste delle due agenzie spaziali. Più volte in passato la Stazione spaziale è stata messa sotto accusa per non aver prodotto quei risultati scientifici promessi al momento del lancio. L´operazione di marketing, insomma, più che ai consumatori dei prodotti "Made in Space" sembra rivolta ai governanti chiamati a stabilire quale sarà il futuro della stazione orbitante e della ricerca spaziale.