Ettore Livini, la Repubblica 6/5/2012, 6 maggio 2012
La Grecia si affida al "fagiolo" la moneta virtuale antidoto all´euro – ATENE - L´euro o la dracma? Dieci milioni di greci decideranno oggi con il loro voto da che parte stare
La Grecia si affida al "fagiolo" la moneta virtuale antidoto all´euro – ATENE - L´euro o la dracma? Dieci milioni di greci decideranno oggi con il loro voto da che parte stare. Un pezzo del paese però ha già fatto la sua scelta: né l´uno né l´altra. La moneta del futuro è il Fagiolo (in circolazione virtuale ad Atene), o la Tarma, la valuta semi-ufficiale accettata per comprare e vendere oggetti nei bazar cibernetici di Exarchia, cuore anarchico della capitale. Oppure il lanciatissimo Tem con cui a Volos, di fronte alle meravigliose acque azzurre dell´Egeo, si possono acquistare un paio di orecchini sulle bancarelle del mercato (prezzo dieci tem), un caffè al bar Petit Fleur (ne basta uno) e persino pagare la parcella dell´avvocato. La necessità aguzza l´ingegno. E in una Grecia indecisa tra i sacrifici per restare nell´euro e il salto nel buio del ritorno alla dracma, in molti hanno scelto la terza via: l´autarchia finanziaria. Non ci sono soldi? Pazienza. Ce li inventiamo noi. Basta banche, niente assegni, zero bancomat. Si crea una piattaforma informatica. Si mettono in vetrina i prodotti (tutti abbiamo qualcosa da comprare o vendere) e poi è fatta. Invece che pagare in euro - di centesimi in tasca ne sono rimasti pochi - si salda il conto con le nuove monete virtuali spuntate come funghi in ogni angolo del paese. Un po´ come si fa quando si acquistano case, viali e intere stazioni ferroviarie grazie ai bigliettoni farlocchi del Monopoli. La novità però è che qui di farlocco non c´è niente. I soldi (almeno per ora) sono virtuali. Ma il mercato funziona come un orologio. Parola di Nick Bogonikolos, il banchiere centrale fai-da-te che nel 2009 ha coniato a Patrasso l´Obolo, un´altra delle monete emergenti del dopo-default. «A usarlo sono già 5mila persone», calcola lui. Gente che si iscrive per piazzare un oggetto, un´ora di lezione di inglese o una consulenza finanziaria. E gli Oboli che incassa li può spendere acquistando quello che gli serve da un altro associato attraverso la piattaforma informatica che tiene il conto (preciso all´obolo) di quanto resta in portafoglio. «È un´arma contro la crisi ma anche un modo per arginare lo strapotere predatorio delle banche», è il mantra del fondatore. L´esempio è contagioso. «Dall´inizio della crisi c´è stato un boom di questi network di valute virtuali», garantiscono dal dipartimento dell´economia dell´università di Creta. Oggi sono più o meno un trentina, con qualche decina di migliaia di aderenti. Numeri però che continuano a crescere. A Ierapetra circola il Kaereti (ne servono 2 per un sapone artigianale, 45 per uno sgabello in legno d´ulivo), ad Atene hanno affiancato all´euro il molto più abbordabile Emro. A Salonicco migliaia di persone si scambiano beni e servizi pagano in Xariseto, a Lamia in Fthiotidias. «L´euro non è in pericolo», assicura il sindaco di Volos Panos Strotiniotis. Nelle vetrine della sua città, però, molti commercianti espongono i prezzi con la doppia valuta: quella europea e il Tem. Il governo tecnico guidato dall´ex banchiere centrale Loukas Papademos ha chiuso un occhio sul fenomeno, anzi tutti e due. E nei mesi scorsi ha addirittura approvato un decreto legge che rende più semplice gestire circuiti alternativi di questo tipo. La creatività, con questi chiari di luna, è l´anima del commercio. Prima è nato il movimento delle patate, con gli agricoltori esasperati dalla crisi che hanno portato in piazza i loro tuberi vendendoli a un quinto dei prezzi dei negozi. E oggi la carica delle nuove valute è solo un altro escamotage dei greci per provare a dribblare l´austerity. Questa sera, a urne aperte, si capirà se il paese resterà nell´euro o voterà, con conseguenze imprevedibili, per i tanti partiti anti-Ue. Mal che vada, sarà un default-bis. I creditori, al limite, saranno rimborsati in fagioli.