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 2012  maggio 05 Sabato calendario

La pazza idea di Abramovich “Il nuovo stadio del Chelsea nella centrale di Battersea” - Il miliardario russo Roman Abramovich si vuole comprare la Centrale Elettrica di Battersea, sul lato Sud del Tamigi

La pazza idea di Abramovich “Il nuovo stadio del Chelsea nella centrale di Battersea” - Il miliardario russo Roman Abramovich si vuole comprare la Centrale Elettrica di Battersea, sul lato Sud del Tamigi. Ha intenzione di farne uno stadio da sessantamila posti e di portarci il suo Chelsea. È dal 2003 che pensa di lasciare Stamford Bridge, troppo piccolo e troppo poco significativo per la sua visione napoleonica del mondo. E per rimpiazzarlo ha puntato sul simbolo fisico dell’Inghilterra operaia. Se troverà un accordo con il Council di Wandsworth lo trasformerà in un salotto pallonaro. Come svuotare la basilica di Westminster per farne un parco da Eurodisney. Suggestivo, magari. Ma difficile da digerire. La Battersea Power Station è l’edificio in mattoni più grande d’Europa e complessivamente occupa uno spazio di trentanove abbandonatissimi acri fatti di sterrati e di binari fuori uso. Lo costruirono nel 1939, quando per scaldare Londra serviva il carbone. Nel 1983, anno della sua chiusura ufficiale, era diventato un luogo di culto. Non tanto per i suoi grandiosi interni ArtDecò, quanto per i Beatles e per i Pink Floyd. I Fab Four ne utilizzarono l’immagine nel film «Help!». I Pink Floyd ne fecero un’icona globale. Era il 1977 e Roger Waters era ossessionato da «1984» e dalla crisi violenta del Regno Unito. Considerava i politici dispotici e spietati come i maiali di Orwell. Il colosso rosso lungo il fiume gli sembrava l’insensato contenitore di tutte le frustrazioni umane. «È questa l’immagine perfetta per la copertina di “Animals”». Per la foto riempì di elio un enorme suino di plastica e lo fece fluttuare tra le quattro torri della Centrale. Il vento strappò gli ormeggi e trascinò il maiale in giro per il Paese, costringendo le autorità di controllo aereo a inviare un dispaccio d’allarme. «C’è un maiale che vola». Il pallone rosa si sgonfiò e finì in una fattoria, in fondo la sua destinazione naturale, ma le ciminiere della Battersea Power Station divennero immortali, finendo per essere riprodotte in film, fotografie e viedeogames. Ancora oggi, di notte, la vista di Londra dal ponte di Battersea toglie il fiato. Bene. Che intenzioni ha il miliardario russo? Vuole smontare le ciminiere e abbattere i muri? Non vuole. E comunque non può. «Gli elementi architettonici portanti saranno ristrutturati e mantenuti nelle posizioni originarie, consegnando allo stadio un profilo assolutamente unico», ha spiegato un portavoce del club. Solo per questo serviranno sessanta milioni. Niente, rispetto al progetto complessivo. Secondo Ernst & Young, che ha stimato il valore del sito per conto del comune, gli spazi valgono 400 milioni di sterline. E altrettanti sono necessari per riqualificare l’area con infrastrutture e case popolari. Un gioco da un miliardo di sterline. «Gli ostacoli sono molti. E non sarà possibile trasferirsi prima di qualche anno. Ma noi abbiamo fatto la nostra offerta», hanno spiegato gli uomini di Abramovich, considerando il rispetto religioso dei luoghi diventati canzoni collettive dell’anima niente più che una romantica malattia infantile.