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 2012  maggio 06 Domenica calendario

JAMES BOND HA UN SEGRETO IN CUCINA: LE UOVA STRAPAZZATE

Negli ultimi anni le librerie si sono riempite di volumi che prima solo pochi italiani si avventuravano a scrivere. Tra questi anche una valanga di libri di cucina. Si parte da ricettari dei cuochi più famosi e autobiografie dei medesimi ma anche da proposte di avventizi di successo, per finire con dissertazioni di perfetti sconosciuti che ci spiegano le loro idee sull’enogastronomia spesso derivate da un’infinità di blog e siti dedicati all’argomento. Capirete la mia circospezione nell’avvicinarmi a Sillabario goloso di Laura Grandi e Stefano Tettamanti (Mondadori Strade Blu, pp. 305, 18), che di mestiere fanno pure gli agenti letterari (ma non hanno altro da fare?). Invece si tratta di un libro gustoso (in tutti i sensi) che conquista a partire dalla citazione di Winston Churchill: «Nel corso degli ultimi quarant’anni, mia moglie ed io abbiamo provato un paio di volte a fare la prima colazione insieme. È stato così sgradevole che abbiamo dovuto smettere».
Mangiare è un’attività squisitamente individuale, in cui la compagnia è bene accetta, ma deve essere selezionata. Quando si prenota un ristorante, non lo si fa per passare del tempo assieme, per questo basterebbe un comodo divano, o per nutrirsi bensì per entrare in sintonia con l’universo. Il cibo è come la letteratura, declina l’essere umano. E in questo prezioso e dotto libro i cibi vengono raccontati non dal primo autoproclamato esperto, ma da alcuni tra i più grandi autori della cultura mondiale. Non è una differenza da poco. Anche qua troviamo ricette, ma soprattutto la trasfigurazione di prodotti o piatti a cui ci accostiamo tutti i giorni attraverso il genio di (cito a memoria e non in ordine di apparizione nelle storie della letteratura) Omero, Montalbán, Joyce, Hemingway, Austen, la Bibbia, Marziale, García Lorca in un percorso gastronomico che va dalla colazione allo spuntino notturno, dal french toast all’uovo in camicia, dal segreto del buon pane al tartufo. Il cibo, infatti, è un percorso mentale ed è il vero grimaldello per capire la cultura dei popoli come testimonia l’importante capitolo sui mercati. «Una visita al mercato è il modo più diretto e sicuro di mettersi in comunicazione con una città che non si conosce, per capire, o quanto meno intuire le abitudini di vita dei suoi abitanti». Ovviamente, sui mercati citati avrei da discutere, ma questo fa parte del gioco.
Il bello del cibo e della cucina è proprio questo, la curiosità per la diversità, dando senso a ogni cosa, da piatti apparentemente semplici come le uova strapazzate di James Bond alla complessità di un Cappon magro genovese. Il segreto di un libro di cucina è far venire voglia di andare a pranzo in un posto speciale per non incappare negli strali di Maupassant («solo gli imbecilli non sono golosi»). Ma una volta seduti a tavola deve farsi da parte, onorando quello che sosteneva Dino Campana: «Non ho mai conosciuto nessuno le cui parole fossero meglio di un buon pranzo».
Roberto Perrone