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 2012  maggio 05 Sabato calendario

I SEGRETI DI ADOLF HITLER: PETI, COCAINA E SPERMA DI TORO


Giornate tormentate dalla flatulenza, siringoni a base di brutali surrogati del Viagra e, tanto per gradire, dosi da cavallo di cocaina. Così tirava avanti Adolf Hitler, secondo le dichiarazioni dei suoi medici curanti contenute in due corposi documenti che andranno all’asta i prossimi 8 e 9 maggio negli Stati Uniti presso la Alexander Historical Auctions di Stamford, nel Connecticut. Il contenuto delle carte è stato anticipato ieri dal Washington Examiner (e subito rilanciato da Dagospia), che ha pubblicato anche alcune radiografie del Führer.
Il materiale consiste in un «rapporto riservato» di 47 pagine, datato 29 novembre 1945 e basato sulle interviste ai sei dottori che seguivano Hitler, ovvero Theodore Morell, Erwin Giesing, Walter Loehlein, Karl Weber, A. Nissle e E. Brinkmann. Il primo è probabilmente il più famoso, grazie anche al lavoro dello storico David Irving, il quale ha firmato anni fa un volume importante, I diari segreti del medico di Hitler (tradotto in italiano nel 2007 dalle Edizioni Clandestine).
Odiatissimo dalla cerchia di fedelissimi del capo del nazismo, Morell «somministrava a Hitler compresse e pillole eccitanti o sedative, sanguisughe e preparati batterici, cataplasmi bollenti o gelidi e letteralmente migliaia di iniezioni, ossia litri di fluidi misteriosi che, ogni anno, venivano iniettati e al suo grato e alquanto ingenuo Führer. Tanto che a volte persino Morell non riusciva a trovare nelle sue braccia un punto dove inserire l’ago nelle vene trombizzate». Come si evince dalle carte che saranno vendute negli Usa (con una base d’asta di 1500-2000 dollari), il medico iniettava ad Adolf estratti di «liquido seminale, testicoli e prostata di giovani tori». A che gli servissero tali astrusi medicamenti è presto detto: per ritrovare il vigore sessuale. Secondo la testimonianza di Morell, infatti, Hitler aveva ancora rapporti sessuali con Eva Braun, benché i due dormissero in camere separate. Altra specialità del dottore nazista era il glucosio, che faceva sentire il Führer particolarmente in forze. A partire dal 1937-’38 e per tutti gli otto anni in cui l’esimio scienziato si prese cura di lui, Adolf mangiava sempre meno, in compenso (come rivelò una segretaria) aveva abbastanza farmaci «da riempire un baule».
Tra i documenti che andranno all’asta c’è anche un altro rapporto di 178 pagine, datato giugno 1945. Riporta la testimonianza di Erwin Giesing, un otorinolaringoiatra. Cominciò a occuparsi di Hitler dopo l’attentato bombarolo di Claus von Stauffenberg (la nota Operazione Valchiria). Nella sua memoria si legge che Hitler, a seguito dell’esplosione, soffriva di forti dolori all’orecchio destro, con copiose fuoriuscite di sangue.
Secondo Giesing, il Führer era nevrotico e dipendeva da sonniferi, pasticche digestive e varie pillole ricostuenti. Non solo: «La sua psicosi lo portava a trarre piacere da alcune sostanze, come la stricnina e l’atropina contenute in pillole contro il meteorismo». Insomma, Hitler soffriva di una «incontrollabile flatulenza». A causa della dieta vegetariana che seguiva, era tormentato dai gas intestinali.
Ciliegina sulla cartella clinica: Aldof fu a un passo dal diventare un tossicodipendente. Colpa di un rimedio contro la sinusite a base di cocaina che gli venne somministrato da Giesing e di cui il dittatore gradiva particolarmente gli effetti. Esplicita la chiosa del dottore: «Aveva, insomma, un’evidente inclinazione a diventare un consumatore abituale di tali medicine, ammettendolo esplicitamente». L’assuefazione finale.

Francesco Borgonovo