Irene Elisei, Libero 6/5/2012, 6 maggio 2012
SOLTANTO NEL 2012 SI SONO UCCISI IN 36
Roberto Manganaro, concessionario catanese, la notte di Capodanno si è impiccato in casa con il guinzaglio del suo cane. Si era visto costretto a licenziare alcuni dipendenti-amici. Ha scelto la stessa notte anche Antonio Tamiozzo, costruttore di Montecchio Maggiore (Vecenza), che impiccatosi nella sua azienda per il dispiacere di non poter pagare più gli stipendi. Appena due giorni dopo Giancarlo Chiodini, 64 anni, di mestiere elettricista, lavorava gomito a gomito con il figlio Luca col quale gestiva la ditta di Vigano di Gaggiano (Milano), a un passo dal fallimento. Il 3 gennaio è salito sul suo furgone e si è sparato in testa. Franco Nardi, benzinaio, all’alba dell’11 gennaio si è impiccato nello sgabuzzino del distributore di cui era titolare a Montebelluna (Treviso). Il maestro di musica Angelo Barzan il 3 gennaio aveva tentato il suicidio tagliandosi le vene: due settimane dopo ci è riuscito gettandosi nel fiume Sile. Il 25 gennaio lo ha emulato Umberto Ventura, socio di maggioranza della Conte Srl. Si è impiccato nella sua abitazione a Padova perché incapace di assicurare lo stipendio ai suoi operai. Il 4 febbraio sempre in Veneto, la regione più martoriata dai lutti frutto della crisi, si è ucciso nella legnaia dietro casa un muratore di 50 anni di Monselice (Padova). C.C., di cui si conoscono solo le iniziali, si è suicidato dopo che il 31 dicembre si era visto costretto a chiudere la ditta. Stesso destino, nella periferia di Paternò (Catania), per un imprenditore di 57 anni, a capo di un’azienda specializzata nella costruzione di macchine agricole: si è impiccato. Enrico Zennaro, 61 anni, si è lanciato nel vuoto dal terrazzo del suo appartamento al terzo piano il 19 febbraio. Il vicedirettore di Veneto Innovazione era caduto in uno stato di depressione per la minaccia di perdere il posto di lavoro. Ivano Polito, falegname 60enne di Novate di Piave (Venezia), si è recato regolarmente in ufficio e si è impiccato il 22 gennaio. Nella stessa giornata, Vincenzo di Tinco, titolare di un negozio di abbigliamento, anche lui 60enne, si è tolto la vita dopo il rifiuto della banca di un prestito di 1.300 euro. Giampiero Benvegnù, imprenditore edile 53enne di Belluno, si è impiccato mentre la moglie gli stava preparando la cena.Era da tempo pressato dai creditori: il ritiro della patente per guida in stato d’ebbrezza è stata la goccia fatale. Francesco, mobiliere di Valtiberina (Arezzo), era ossessionato dalle rate di Equitalia . Il giorno di Pasqua si è ucciso in un bosco vicino a casa collegando il tubo del gas all’abitacolo dell’auto. Antonio Maggio non aveva neanche 30 anni. Viveva ancora con la madre e da mesi non riceveva che rifiuti alle tante domande di lavoro spedite. L’artigiano leccese si è impiccato lo scorso 21 marzo in camera sua, a Scorrano (Lecce). Il 23 marzo a cedere alle pressioni economiche è stato E. F., titolare di un’azienda d’infissi. Aveva dovuto vendere l’impresa per i troppi debiti contratti. Giuseppe Pignataro, imbianchino a Trani, non riusciva più ad assicurare una vita dignitosa alla famiglia e il 27 marzo ha deciso di lanciarsi dal balcone di casa. Pasqualino Clotilde , noto restauratore di Roma, per la mancanza di lavoro il 2 aprile si è impiccato nel suo negozio. Il giorno dopo, Nunzia Cannizzaro, pensionata di Gela, si è lanciata dal balcone di casa dopo che si è vista la pensione ridotta di 200 euro. Il 3 aprile si è impiccato a Pietralata (Roma) Mario Frasacco, titolare di una società di hi-tech di 59 anni: aveva detto al figlio di essere oberato dai debiti. Giuseppe Campaniello, artigiano edile di 58anni, , la mattina del 28 marzo, dopo l’arrivo della cartella del Fisco, ha parcheggiato la sua Punto nel piazzale davanti all’Agenzia delle Entrate emiliana e si è dato fuoco.È morto 9 giorni dopo. Lo scorso 5 aprile si è suicidato Vittorio Galasso, piccolo imprenditore edile di Savona, scopertosi incapace di mantenere i due figli adolescenti e la moglie disoccupata. Paolo Tonin, 53 anni, imprenditore agricolo a Altivole (Treviso), preso dallo sconforto del cattivo raccolto degli asparagi, si è impiccato nella sua azienda. Giuliano V. aveva perso il lavoro da 4 mesi e non riusciva a trovarne un altro. L’ex manager 42enne si è gettato sotto un treno merci a Sesto Fiorentino (Firenze) il 13 aprile. Il 16 aprile si sono tolti la vita in tre. T. P., un giovane di 28 anni di Gimigliano (Catanzaro), si è suicidato perché non trovava nessuno che lo assumesse. A Boiville Ernica (Frosinone), un ventenne disoccupato si è accoltellato davanti agli occhi del padre dopo un colloquio andato male. A Fano (Pesaro Urbino) si è impiccato il gestore di un agriturismo di lusso per le prenotazioni in diminuzione. Il 22 aprile in Sardegna si è impiccato un artigiano edile rimasto senza lavoro. Ha scritto in un biglietto: «Scusatemi, ma forse non è solo colpa mia». Due giorni dopo a Napoli si è lanciato dal suo appartamento un imprenditore di 52 anni, Diego Peduto, per una situazione difficile, aggravata dalle nuove cartelle di Equitalia. Il 29 aprile nella vigna di sua proprietà nel paesino sardo di Mamoiada, G. M. un impresario edile si è sparato dopo aver ceduto la sua attività e licenziato i propri figli. Il giorno dopo a Napoli si è impiccato un portiere di 55 anni, Giovanni Caccavale licenziato e sfrattato. Sempre il 30 aprile si è impiccato un venditore ambulante extracomunitario di 30 anni a Torre a Mare: non aveva ottenuto il permesso di soggiorno. Il 2 maggio Alfonso Salzano, muratore di 56 anni di Casaluce (Caserta) si è impiccato nella sua abitazione usando un cavo elettrico. Era caduto in depressione perché non trovava lavoro. Mercoledì scorso si è lanciato dalla finestra un immigrato nordafricano di 45 anni ad Arezzo: era stato sottoposto a sfratto perché non pagava il mutuo. A Catania, dopo essere stato licenziato, un commesso di 35 anni si è buttato dalla terrazza della sua abitazione. Giovedì si è suicidato nel suo appartamento a Migliarina (Modena) un imprenditore di 51 anni che non riusciva più a trovare lavoro. Giovedì è stato il giorno di Luigi Martinelli, l’imprenditore che ha tenuto in ostaggio per 6 ore un impiegato dell’Agenzia delle Entrate. Ieri, gli altri due suicidi di cui leggete in queste pagine.
Irene Elisei