Fabrizio Massaro, Corriere della Sera 04/05/2012, 4 maggio 2012
SCOVATA IN SVIZZERA LA QUOTA DEL 20%. VIA ALLA ROGATORIA —
Sono state rintracciate in diverse banche svizzere le azioni Premafin in mano ai trust offshore delle Bahamas che secondo la Consob sarebbero riconducibili a Salvatore Ligresti. Le indagini della procura di Milano e della Guardia di Finanza hanno consentito di individuare gli istituti in cui sono depositate le azioni, pari al 20% del capitale, e così nei giorni scorsi è stata avviata la rogatoria in Svizzera per ottenerne il sequestro materiale. Lo scorso 19 aprile il gip Roberto Arnaldi, su richiesta del pm di Milano Luigi Orsi nell’ambito dell’inchiesta sull’aggiotaggio su Premafin, aveva ordinato il sequestro, ma il provvedimento di per sé non aveva bloccato l’operatività dei trust sui titoli, visto che non si sapeva dove le azioni fossero depositate; l’unico effetto pratico era stato di impedire che le azioni possano eventualmente essere utilizzate in assemblea (tra poco Premafin sarà chiamata a votare l’aumento di capitale riservato a Unipol nell’ambito del piano di salvataggio di Fonsai, di cui ha il 35,7%). Non appena arriverà la risposta della magistratura elvetica i titoli potranno essere congelati e riportati in Italia.
L’inchiesta di Orsi, che ha iscritto nel registro degli indagati Ligresti e Giancarlo De Filippo, gestore dei trust offshore The Heritage e Ever Green, ipotizza sulla base delle risultanze della Consob che tra il novembre 2009 e il settembre 2010 i trust abbiano manipolato il titolo Premafin per evitare che il valore delle azioni scendesse sotto una certa soglia: questo perché un ulteriore 20% di Premafin controllato dai Ligresti attraverso le società Sinergia e Imco era (ed è ancora) in pegno alle banche e, se avesse perso troppo valore, i Ligresti avrebbero dovuto fornire ulteriori azioni a garanzia o rimborsare il debito. Anche questo ulteriore 20% potrebbe passare di mano entro breve tempo: secondo la bozza dell’accordo di ristrutturazione ex articolo 182 bis, proposto da Sinergia e Imco per evitare il fallimento chiesto da Orsi per le due holding, questi titoli saranno escussi dalle banche a parziale rimborso dei debiti, insieme con quote in due fondi e in una polizza per 71,5 milioni complessivi; il resto della proposta alle banche prevede il conferimento a un fondo gestito da Hines di immobili valutati 335 milioni, che il fondo acquisterà per 293 milioni accollandosi 243 milioni di debito e girando alle società 50 milioni di liquidità per portare a termine le costruzioni avviate. Il bilancio 2011 di Imco si è chiuso con una perdita di 168,1 milioni e un patrimonio netto negativo per 59,3 milioni, con 421,7 milioni di debiti. Sinergia ha chiuso con perdite pari a 221,4 milioni e un patrimonio netto negativo di 81,6 milioni. I bilanci sono stati approvati nell’ultima settimana di aprile.
Prosegue poi anche il terzo filone dell’inchiesta, il più recente, relativo alle holding lussemburghesi Limbo Invest, Hike Securities e Canoe Securities, di proprietà dei figli di Ligresti, Paolo, Jonella e Giulia, e cui fa capo un altro 30% di Premafin. Il pm ipotizza per questi veicoli l’esterovestizione, cioè la domiciliazione all’estero per sottrarsi alla tassazione in Italia; l’operatività delle tre scatole sarebbe stata invece sempre decisa a Milano. Con questo terzo fronte l’inchiesta di Milano ha messo sotto la lente tutti e tre i rami attraverso cui è posseduto il 70% della holding che ha in mano il controllo di Fonsai.
Fabrizio Massaro