GIULIA ZONCA, La Stampa 4/5/2012, 4 maggio 2012
Pugni, dollari e galera Floyd conquista gli Usa “Io, come Malcolm X” - La libertà scade sul ring
Pugni, dollari e galera Floyd conquista gli Usa “Io, come Malcolm X” - La libertà scade sul ring. Floyd Mayweather jr combatte domani a Las Vegas, ultima notte di gloria prima della galera. È già stato condannato: 90 giorni per violenza domestica e la sentenza è arrivata a febbraio solo che hanno posticipato la pena perché in mezzo c’era la boxe. Non si parla di un incontro qualsiasi, Mayweather sposta montagne di soldi, lo chiamano «money-maker», macchina da dollari, e lui se ne vanta. Ha anche girato un video con l’amicone rapper 50 Cent in cui sventola bigliettoni, finge di riprodurli, una delle sue tante provocazioni. Adora gli eccessi e qualsiasi genere di pacchianeria Si muove con un entourage che comprende soggetti di ogni tipo: Big Kip, Big Pat e Big Phonz, che non sono la versione estrogenata dei sette nani ma i suoi guardaspalle, poi c’è Iced Out, il visagista e Pistol Pete, fotografo personale. La cerchia è infinita, si muovono in branco e fanno rumore. A Floyd junior piace lo stile gang, è un tipo suggestivo e di certo il miglior pugile della sua generazione. Si batte per la cintura da campione del mondo dei superwelter, una delle tante perché ha vinto in cinque categorie di peso diverse ed è imbattuto: 42 incontri e 42 successi (26 per ko). Fa girare le mani e gli incassi. Ogni volta che c’è il suo nome in programma la pay tv fa il pieno, gli sponsor si scannano e ormai è un problema trovargli avversari di livello. L’ultimo ingaggiato si chiama Miguel Cotto, è portoricano, potrebbe anche dargli fastidio, difficile che possa stenderlo e comunque l’attenzione non è su di lui, è tutta per Floyd jr, ex bimbo del ghetto diventato milionario viziato. Ogni conferenza stampa è un concentrato di cultura americana, masticata e risputata a modo suo e stavolta in più c’è il marchio della prigione: «Paura di finire dentro? E perché dovrei, anche Malcolm X è stato arrestato e non viene ricordato per questo», mette in mezzo anche Martin Luther King indifferente al fatto che lui non ha dato di matto perché erano in discussione i suoi diritti, ha pestato la compagna e non era la prima volta. Secondo la sua versione lo hanno giudicato male, secondo la sua versione tutti raccontano bugie sul di lui, secondo la sua versione la fidanzata lo tradiva e lo sfruttava per la sua popolarità e al pubblico non interessa poi molto chi abbia ragione. Floyd piace perché le spara grosse e poi vince, combinazione in effetti rara. Ha detto che vorrebbe «il presidente Obama che alza le mie cinture prime del match» e davanti alla risata collettiva ha messo su lo sguardo truce e ha alzato la voce: «Credete che scherzi? Guardate che può succedere». Si è paragonato ad Ali: «Era considerato un caso difficile, io sono considerato un caso difficile. Entrambi siamo il tipo di persona che ti fa dire: sono orgoglioso di essere nero», ha protestato contro chi lo insulta «mi danno del razzista perché ho osato dire che Jeremy Lin ha avuto quel successo nella Nba per il fatto che è asiatico. È bravo, ma se fosse americano starebbe nel mazzo». Mayweather sarebbe uno sbruffone se non facesse il pugile e se non lo sapesse fare pure bene. Gli hanno dato una deroga per un’altra scazzottata, poi lo scorteranno in carcere. La prigione ha stroncato la carriera di Mike Tyson, ha dato la carica a Sonny Liston, per Floyd Junior è un’altra tacca, «mi avvicina ai grandi». Deve scontare tre mesi «e se mi alleno bene il prossimo autunno piazzo un’altra sfida». Ma in cella non ci sarà la sua cricca e chissà come uscirà di lì il povero Floyd dopo 90 giorni senza Iced Out il visagista.