PAOLO MASTROLILLI, La Stampa 4/5/2012, 4 maggio 2012
L’ex candidato prodigio Edwards rischia trenta anni di prigione - A quel punto Elizabeth Edwards si strappò la camicia, si tolse il reggipetto e mostrando a tutti la cicatrice dell’operazione per il cancro al seno disse al marito John: «Tu non mi vedi più»
L’ex candidato prodigio Edwards rischia trenta anni di prigione - A quel punto Elizabeth Edwards si strappò la camicia, si tolse il reggipetto e mostrando a tutti la cicatrice dell’operazione per il cancro al seno disse al marito John: «Tu non mi vedi più». Quando Christina Reynolds, amica di Elizabeth e consigliera di John, ha raccontato questo litigio al processo contro l’ex candidato presidenziale in corso in North Carolina, la figlia degli Edwards Cate era già uscita dall’aula. Piangendo, per non sentire quanto in basso erano scesi i suoi genitori. John Edwards era arrivato a un passo dalla Casa Bianca, nel 2004 come candidato alla vice presidenza di John Kerry e nel 2008 con la sua campagna. Ora è a un passo dalla condanna a trent’anni di prigione, per avere usato i fondi elettorali allo scopo di nascondere la sua relazione con la regista Rielle Hunter. L’America è ancora così: chi sbaglia paga, in genere. Quando Kerry aveva scelto Edwards come vice, i giornali avevano scritto che John aveva «il sole in faccia». E la sua storia personale era bella quasi come i lineamenti del suo volto. John era figlio di un operaio tessile, ed era stato il primo membro della sua famiglia ad andare all’università, anche grazie al fatto che era un campione di football. Proprio all’università della North Carolina aveva conosciuto Elizabeth Anania, si erano sposati e avevano avuto subito due figli, Wade nel 1979 e Cate nel 1982. La coppia perfetta. Lui aveva fatto carriera, diventando uno degli avvocati civilisti più celebri e pagati del Paese. Il destino li aveva colpiti nel 1996, quando Wade era morto in un incidente stradale, ma loro non si erano arresi. Nel 1998 lui aveva cominciato una nuova carriera, vincendo il seggio senatoriale della North Carolina, e quello stesso anno gli Edwards avevano avuto un’altra figlia, Emma Claire. Nel 2000 poi era nato Jack. Il sole era tornato sulla faccia di John, che nel 2004 si era candidato alla Casa Bianca, e dopo aver perso le primarie era stato scelto da Kerry come vice. Tutto cominciò a crollare il giorno dopo la sconfitta contro Bush e Cheney. Elizabeth aveva annunciato di avere un tumore al seno, ed era stata operata. Nel 2006 John aveva deciso di ricandidarsi alla Casa Bianca, ma l’anno dopo il cancro era tornato, stavolta incurabile. Eppure proprio in quei mesi Edwards aveva iniziato una relazione con Rielle Hunter, una regista amatoriale che lo aveva abbordato una sera nel bar di un albergo a New York. Lui l’aveva assunta, l’aveva incaricata di girare i video dietro le quinte della sua campagna, e aveva finito per avere una figlia con lei, Frances Quinn Hunter. A quel punto John era entrato nel panico. Per nascondere la storia aveva chiesto al suo aiutante John Young di dire che la figlia era sua, e aveva stornato 925 mila dollari di fondi elettorali donati dall’ereditiera Rachel “Bunny” Mellon e dall’avvocato Fred Baron, per nascondere la relazione e tenere Rielle lontano dai media. Questo è il reato per cui è sotto processo, ma non è facile tenere separata la vicenda legale da quella emotiva. Prima ancora che la storia uscisse sul National Enquirer, infatti, la moglie morente di cancro l’aveva scoperta. Lo sfogo della cicatrice era avvenuto nell’ottobre del 2007 all’aeroporto di Raleigh-Durham, mentre partivano per un comizio. Tre anni dopo Elizabeth è morta. La figlia Cate è rimasta vicina al padre durante il processo, ma non ha potuto fermare le lacrime, a sentire la misera fine di una storia che aveva ispirato l’America.