Luca Veronese, Il Sole 24 Ore 3/5/2012, 3 maggio 2012
DALLA BOLIVIA UN ALTRO COLPO ALLA SPAGNA
Con una mossa del tutto inattesa il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha ordinato per decreto la nazionalizzazione della società Transportadora de electricidad (Tde), filiale della compagnia spagnola Red electrica de Espana che attraverso Red electrica internacional controlla il 74% delle linee di trasmissione elettrica nel Paese sudamericano. Su mandato del Governo le forze di polizia boliviane hanno preso possesso degli impianti di Tde nella città di Cochabamba, nel centro del territorio nazionale. E come ha assicurato Morales vigileranno sull’attività della rete di distribuzione della società.
È un altro colpo per gli interessi della Spagna in America Latina. E un altro problema per il Governo conservatore di Mariano Rajoy già indebolito dalla crisi economico-finanziaria. Solo due settimane fa, al culmine di uno scontro che proseguiva da settimane, la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner aveva deciso di nazionalizzare la compagnia petrolifera Ypf, espropriando la quota del 51% controllata dalla compagnia petrolifera spagnola Repsol.
Morales ha annunciato la nazionalizzazione della rete elettrica alla fine del comizio tenuto a La Paz in occasione della festa del lavoro del primo maggio. «Il presente decreto ha l’obiettivo di nazionalizzare, a favore di Empresa nacional de electrificacion, per conto dello Stato plurinazionale della Bolivia, il pacchetto azionario detenuto da Red Electrica Internacional nella compagnia Transportadora de electricidad», ha dichiarato Morales parlando dal palazzo presidenziale nella capitale.
Come nel caso di Repsol con Ypf anche in Bolivia Morales ha giustificato la sua decisione accusando Red electrica di non aver investito come promesso nello sviluppo delle attività e quindi di non credere nelle potenzialità del suo Paese: «In 16 anni Red electrica e il precedente proprietario Union Fenosa - ha detto Morales - hanno investito appena 81 milioni di dollari nella rete di energia, con una media di solo cinque milioni di dollari all’anno». Per Morales il decreto di nazionalizzazione «è un riconoscimento al popolo boliviano che lotta per rilanciarsi attraverso le proprie risorse naturali e per avere i servizi essenziali che merita».
La reazione della Spagna è stata meno dura con Morales di quanto fosse stata nei confronti dell’Argentina. Nel caso di Ypf, Repsol aveva valutato il rimborso dovuto in almeno 10 miliardi di dollari. Con la Bolivia il Governo di Madrid sembra pronto a intavolare una trattativa: «Verificheremo che lo Stato boliviano compensi in modo adeguato l’espropriazione», ha assicurato il ministro spagnolo delle Finanze Luis de Guindos. E Morales (che ha rassicurato i vertici di Repsol che ha attività anche nel suo Paese) ha fatto sapere che verrà contattata una società indipendente per stimare il valore delle proprietà nazionalizzate. Red electrica ha un valore di mercato complessivo di 5,89 miliardi di dollari ma le sue attività in Bolivia rappresentano solo l’1,5% del fatturato annuale che nel 2011 è stato di circa 2,16 miliardi di dollari.