Carlo Tecce. il Fatto Quotidiano 3/5/2012, 3 maggio 2012
CORRADO PASSERA: GOVERNO PROMOSSO, ATTENTI A NON SBANDARE
Quando Corrado Passera risponde a una domanda riflette tantissimo: parla, si ferma, si corregge. Scherza col suo stile di linguaggio che definisce passerese. Ma il ministro per lo Sviluppo economico, che spera di abbassare le tasse scorticando gli sprechi, va oltre la legislatura in scadenza. Non nasconde le sue aspirazioni politiche: “Mi piace fare il ministro”. Ed elogia Mario Monti presidente del Consiglio quando si parla di un suo futuro al Quirinale. Niente nuova Democrazia cristiana, però: “Non sarebbe una buona idea”. E un messaggio ai partiti: “Per ritrovare credibilità dovete rifare la legge elettorale”.
Che voto darebbe al governo?
Buono. Il recupero di credibilità è stato quasi immediato. Voto alto alle riforme – dalle pensioni al lavoro – e all’agenda per la crescita: un programma senza botti, ma molto articolato e concreto. Poi, tornando alla pagella, bisognava comunque mettere in conto qualche inevitabile errore e ingenuità da parte di chi, come noi, non è abituato a governare la macchina dello Stato.
Avete sistemato i pezzi rotti, ma
per ripartire cosa serve all’Italia?
Siamo intervenuti su un aereo che perdeva quota e che doveva cambiare varie parti in volo. Andiamo fieri di aver favorito l’apertura di tanti mercati, dall’energia ai trasporti, dal commercio alle professioni. Nei prossimi mesi contiamo di introdurre meccanismi che facilitino la nascita di nuove imprese. Per finanziare l’agenda per la crescita cerchiamo di recuperare risorse dalla lotta all’evasione fiscale e dai tagli agli sprechi. Per finanziare gli investimenti, senza aggravare il debito pubblico, abbiamo introdotto norme innovative per accelerare le infrastrutture, attrarre risorse private e non perdere quelle comunitarie: quasi 80 miliardi di progetti sono già stati individuati, approvati per la parte pubblica e in corso di accelerazione. E stiamo trovando i modi per restituire alle imprese i 100 miliardi di crediti scaduti.
Promesse difficili da mantenere.
Tutte le delibere del Cipe che abbiamo approvato hanno la chiara indicazione dei cantieri ai quali si riferiscono. Il lavoro in corso su ogni infrastruttura sarà monitorabile attraverso il sito del ministero.
La riforma del lavoro è sufficiente?
Il ministro Fornero ha svolto una trattativa difficile. È una riforma efficace per ridurre il precariato ed estende gli ammortizzatori sociali a categorie che ne erano privi. Si potrebbe rendere più facile e incoraggiante per le imprese assumere a tempo indeterminato, e l’apprendistato può essere valorizzato ancora.
Molte famiglie non reggono più i
sacrifici che si chiedono da anni ormai.
Manca il lavoro e questa sofferenza è diffusa. Siamo nel momento in cui è più difficile tenere la rotta. Tra le prime destinazioni dei risparmi e delle risorse recuperate ci dovranno essere le famiglie più disagiate. I redditi più bassi vanno aiutati, non solo con sgravi fiscali .
Si possono recuperare una parte di quei 150 miliardi che i furbetti occultano in Svizzera?
Con il supporto europeo, l’Italia potrà raggiungere accordi come hanno fatto altri Paesi. Dobbiamo trovare risorse per aumentare le voci di spesa che possono costruire un Paese più forte: istruzione e ricerca, giustizia e lotta alla criminalità e alla corruzione.
La missione dei tecnici finisce con questa legislatura?
Sì. Credo che con la prossima legislatura si tornerà alla situazione politica fisiologica. Vorrebbe anche dire che saremo fuori dall’emergenza.
Avete appena convocato un nuovo tecnico, Enrico Bondi, per smantellare gli sprechi
La spending review è un lavoro impostato da tempo. Ci siamo dati obiettivi ambiziosi sulle spese modificabili nel breve termine: 8-10 per cento su base annua. Per gli acquisti pubblici abbiamo nominato un commissario che dovrà mettere a pieno regime la Consip, riconsiderare tutti gli acquisti e metter fine all’inaccettabile differenza di prezzo che oggi le diverse amministrazioni pagano per gli stessi prodotti o servizi. Tutti – e i ministeri per primi – devono fare la loro parte per evitare che scatti l’aumento dell’Iva a ottobre, che avrebbe inevitabilmente effetti recessivi.
Quanto state tagliando al ministero dello Sviluppo?
Siamo passati da oltre 500 persone a 350. Abbiamo disdetto quasi metà degli affitti con risparmi in tre anni di almeno 20 milioni, altri verranno dall’applicazione delle convenzioni Consip a tutti i nostri acquisti e abbiamo dimezzato le auto di servizio, anche se si trattava di poche decine. È in corso la revisione delle nostre strutture sul territorio. Stiamo anche lavorando tra Guardia Costiera e Marina Militare per evitare raddoppi di investimenti nelle reti radar che possono costare centinaia di milioni.
Basta l’abolizione del beauty con-test per creare un mercato televisivo aperto, non teme che l’asta andrà deserta?
È stata trovata una soluzione equilibrata: tutti potranno partecipare alla nuova asta a pagamento; anche le frequenze che fra qualche anno saranno messe a disposizione delle telecomunicazioni – quelle della banda 700 – saranno per ora a disposizione delle tv, verrà accelerata l’introduzione di nuove tecnologie per raddoppiare o triplicare le capacità trasmissive, si procederà a un progressivo riordino dello spettro. Tra i proventi della prima asta televisiva e della seconda asta di telecomunicazioni da realizzare appena la Ue aprirà le frequenze dal 2015-2016 potremmo parlare di alcuni miliardi per le casse dello Stato.
Rai, ci sarà il rinnovo dei vertici o si va verso una proroga automatica?
Le nomine in Consiglio di amministrazione di pertinenza del governo ci saranno come previsto. Viale Mazzini ha problemi di governance che vanno risolti. La revisione del contratto di servizio, a scadenza
quest’anno, sarà
una opportunità per migliorare l’azienda.
I partiti come possono recuperare la credibilità perduta?
Una legge elettorale che permetta di scegliere i propri rappresentanti e non costringa a coalizioni troppo eterogenee potrebbe sicuramente aiutare. La politica può guadagnare fiducia se affronta i problemi che la riguardano direttamente e li sa correggere. Mi riferisco anche ai costi della politica tra i quali i rimborsi elettorali sono solo un aspetto.
Avverte il rischio di elezioni anticipate?
Non mi pare che ci sia la volontà di mettere in difficoltà l’Italia.
A vent’anni da Tangentopoli siamo messi meglio o peggio?
All’epoca c’era una situazione insostenibile, ma sappiamo che la corruzione e la criminalità non si sconfiggono una volta per sempre, ancora oggi vanno combattute con costanza. E questa è una delle priorità che attraverso il disegno di legge anti-corruzione il governo intende portare avanti.
I cattolici hanno bisogno di un nuovo partito - come dice Casini - che riesumi la Democrazia cristiana?
Posso solo dirle cosa penso io, come cittadino e come credente: non credo sarebbe una buona idea.
Quando ha ricevuto l’incarico al governo perché non ha trattato la buonuscita con Banca Intesa?
Ho accettato senza pensarci troppo, tranne un breve confronto con mia moglie. Quando si assume un ruolo di questo genere non si mettono condizioni.
Questo significa che il suo futuro sarà in politica.
Dobbiamo evitare di dare alcuna connotazione partitica a questo governo: il compito di portare il Paese fuori dall’emergenza è già molto difficile così.
Però, questo mestiere le piace.
Mi piace soprattutto contribuire a far emergere l’enorme energia latente e diffusa nel nostro Paese per creare posti di lavoro.
Come ha reagito quando il suo ex capo Carlo De Benedetti le ha dato del codardo in televisione?
Non mi ha fatto un grande effetto. Mi è dispiaciuto, sì. Mi è dispiaciuto soprattutto per lui.
Monti sarebbe un buon presidente della Repubblica?
Non spetta a me dirlo. Certo, abbiamo il miglior presidente del Consiglio possibile. Mario Monti è una persona di straordinaria credibilità, competenza e doti umane.