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 2012  aprile 03 Martedì calendario

Virus su internet, ora i siti religiosi sono più «infettivi» di quelli porno - Qualcuno forse tirerà un sospi­ro di sollievo, qualcun altro si sor­prenderà

Virus su internet, ora i siti religiosi sono più «infettivi» di quelli porno - Qualcuno forse tirerà un sospi­ro di sollievo, qualcun altro si sor­prenderà. Perché pare che i siti a lu­ci rosse non siano i più pericolosi quanto al rischio di contagio da vi­rus informatici. Secondo il Rappor­to 2011 sulla sicurezza su internet, realizzato dal «big» degli antivirus Symantec, al primo posto, quanto a pericolosità ci sono i siti religiosi e ideologici: superano i siti pornogra­fici per numero di minacce 115 a 25. Questo in proporzione: in termi­ni assoluti, siccome esistono molti più siti pornografici, questi riman­gono in testa alla classifica. Ma il da­to è preoccupante: significa che nessun sito può più permettersi di dedicare poca attenzione alla si­curezza. Infatti i siti per adulti «stanno lavorando duro per rimanere puliti dalle minacce» e non per­dere i loro utenti, spiega l’indagine.Ed è anche per questo che i siti porno sono al decimo posto dal punto di vista del «contagio», dopo quelli di auto­mobili, ottavi, e quelli dedicati alla medicina, no­ni. Al primo posto ci sono appunto i siti religiosi e ideologici, seguiti dai siti personali, quelli di finan­za, di shopping e di educazione. Secondo il rapporto ci sono stati più di 5,5 miliar­di di attacchi a siti nel 2011, con una crescita totale dell’81% e un tasso giornaliero aumentato del 36%. I «malware» singoli isolati sono stati 403 mi­lioni. Anche le minacce per dispositivi mobili, smartphone su tutti, sono cresciute del 93%. Per quanto riguarda gli attacchi alle aziende, ad esser­ne vittima non sono più soltanto i colossi: il 17% delle società colpite l’anno scorso aveva meno di 250 dipendenti, con un «accanimento» particola­re nei confronti di quadri e addetti alle vendite e al­le pubbliche relazioni. Allo stesso tempo però di­minuiscono le mail di spam, passate dall’88,5% del totale nel 2010 al 75,1% del 2011. Per quanto ri­guarda la sicurezza su internet, l’Italia è scesa al no­no posto (dall’ottavo), mentre Roma è la seconda città al mondo per numero di «bot», i computer controllati da hacker all’insaputa dei proprietari e usati per lanciare attacchi informatici.