Paolo Siepi, ItaliaOggi 3/5/2012, 3 maggio 2012
Periscopio – Nei primi anni 60 i comunisti carpigiani di fronte a un Giorgio Bocca che contemplava allibito il gran numero di squillanti Ferrari davanti ai garage e ai laboratori dove si realizzava il boom della maglieria: «Che cos’è il socialismo? Ma è il capitalismo gestito da noi, che domanda!»
Periscopio – Nei primi anni 60 i comunisti carpigiani di fronte a un Giorgio Bocca che contemplava allibito il gran numero di squillanti Ferrari davanti ai garage e ai laboratori dove si realizzava il boom della maglieria: «Che cos’è il socialismo? Ma è il capitalismo gestito da noi, che domanda!». Edmondo Berselli, Post italiani. Mondadori Le riforme sono il mantra della sinistra che si dice moderna, ma il mantra è coperto dall’innato divieto di riformare alcunché. Per loro, quindi, Monti è uno che fa le cose che il Berlusconi aveva promesso e cercato di realizzare in Italia. Giuliano Ferrara. Panorama. Lavoro. La festa postuma. Jena. La Stampa. Il governo Monti è improvvisato. Come tanti chef di oggi. Monti è uno di quelli che cucinano con l’azoto. Piatti a effetto ma che lasciano l’amaro in bocca e non ci mangi. Come Ferran Adrià che con la cucina molecolare aveva preso per i fondelli tutto il mondo e ha poi ha dovuto chiudere. Così i tecnici: una brigata di incompetenti che se ne andrà solo dopo aver svenduto il Paese. Gianfranco Vissani, chef. Panorama. La sfiducia è giustificata da partiti che non meritano fiducia. Se vogliono riconquistarla, si devono ripulire: uno degli aspetti più infelici dell’ultima fase politica è l’estrema, vergognosa, corruzione. Siamo a livelli mediorientali. Giovanni Sartori, politologo. Il Fatto. La protesta è un venticello: Rossini. Un fantasma che si aggira per l’Europa, la Protesta: Marx. Lei è protestato: l’ufficiale giudiziario. La pro testa pro capite. Il pro testimone. Per essere ammessi al governo, il pro test. Riassunto di «a che serve la protesta»: Bignami. La pro testuggine: l’aveva trovata Darwin. Ed è subito sera. Non c’entra un cavolo, ma è Quasimodo. La protesta è più violenta quando, fino a un momento prima, si è accettato tutto. Massimo Bucchi, il venerdì. Le rivendicazioni dei popoli riguardano la libertà. Quelle delle donne, l’uguaglianza. Nicole Avril, Brune. Plon Due ciminiere e un campo di neve fradicia / Qui è dove sono nato e dove morirò. Dal cd «Padania» degli Afterhours. C’è Bossi che, all’inizio degli anni 90, tuona contro la «grande abbuffata» di Malpensa, e poi difende strenuamente lo scalo dall’abbandono di Alitalia. E c’è Roberto Cota, governatore del Piemonte che, insediato nel 2011, annulla la privatizzazione del trasporto regionale su ferro avviata dal predecessore pd Mercedes Bresso, spalancando la strada del fallimento per Arenawaiys, la compagnia privata (e piemontese, dunque «padana») che, coraggiosamente, s’era candidata a sfidare il monopolio delle Ferrovie dello Stato. Paolo Casicci, docente di finanza pubblica a Milano Bicocca. il venerdì. Un signore di mezz’età, in un aeroporto inglese, nel corso delle verifiche per l’imbarco, era stato costretto a togliersi la cintura, a cavarsi le scarpe, a compiere altre operazioni più o meno sconvenienti e poi gli è stato sequestrato persino un vasetto di marmellata, quella ottima marmellata di arance, non troppo dolce, nelle cui preparazioni certi produttori Oltremanica sono provetti. E allora il signore in questione, debitamente rivestito, ha detto al controllore che aveva di fronte: «Sentite: se non sono padrone di portare a mia suocera, che vive in Italia, un vasetto della sua marmellata preferita, vuol dire che i terroristi hanno già vinto!». Il controllore allora restituì il vasetto di marmellata al legittimo proprietario con un sorriso piuttosto imbarazzato. Piero Ottone. il venerdì. Quando iniziai, era il 1946, l’infermiera era un mestiere rispettabile. L’insegnante un mestiere nobile. Sulle attrici si dicevano tante cose. Ma la modella no: era una professione che non esisteva. E per la gente non c’erano dubbi. Era una definizione elegante di hooker, puttana. Carmen dell’Orefice, classe 1931, la prima modella italiana per Vogue. il venerdì. La completa analisi del Dna fatta presso il San Raffaele di Milano costa oggi 8 mila euro più Iva. L’anno scorso ce ne volevano 20 mila. E nel 2010 la spesa era addirittura di 100 mila euro. Sempre Iva esclusa. Obama ha lanciato negli Usa la campagna The thousand dollar genome, mille dollari per il genoma. Un prezzo, questo, che dovrebbe rendere di routine quest’esame. Stefano Lorenzetto. Panorama.