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 2012  maggio 03 Giovedì calendario

Multe e tributi, in crisi la linea dura i Comuni ora licenziano Equitalia – Licenziare Equitalia, spauracchio del contribuente moroso

Multe e tributi, in crisi la linea dura i Comuni ora licenziano Equitalia – Licenziare Equitalia, spauracchio del contribuente moroso. E affidare la riscossione delle tasse locali e delle multe direttamente al Comune o a un altro soggetto privato, per avere un servizio "più umano", meno costoso, che sappia distinguere un evasore incallito da un disperato al verde e prostrato dalla crisi. Detta così sembra utopia, ma molti Comuni, tra cui Bologna, Vigevano, Thiene, Lampedusa, l´hanno già fatto. La Regione Piemonte pure. Milano e Genova stanno studiando una soluzione. E persino il Veneto del leghista Zaia ci sta seriamente pensando. RIVOLTA BIPARTISAN L´anima della protesta contro i metodi di riscossione dell´agenzia statale, soprattutto ipoteche e fermi amministrativi giudicati troppo severi, si è spostata dunque dai contribuenti tartassati agli enti che di Equitalia sono clienti. Alcune decine di comuni, tra i quali la Bologna del sindaco Pd Viriginio Merola, e recentemente anche la Regione Piemonte del leghista Cota, hanno rescisso il contratto con Equitalia. O meglio hanno scelto la risoluzione anticipata perché per legge dal 1 gennaio 2013 i comuni non potranno più usufruire di Equitalia per la riscossione coattiva di multe e tasse locali non pagate. Bologna si è appoggiata a una società privata. Ha cominciato con i tributi sui rifiuti urbani e ha una "cartucciera" pronta con più di centomila ingiunzioni. Le farà su tutto, dai rifiuti alle multe, alla refezione scolastica. La logica è più tolleranza per chi è in mora, più severità nell´accertamento. Anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Sel) ha ammesso di essere tentato dall´idea. «Equitalia - ha detto - ne ha fatte veramente troppe». Così come stanno valutando di abbandonare il riscossore statale Genova, Cortina, Sassuolo e la Regione Veneto. IL RUOLO DELLA LEGA Una forma di protesta che ha trovato humus fertile soprattutto nella Lega. L´ex ministro Maroni ha mischiato il sentimento anti-Equitalia («i sindaci dovrebbero assumere il servizio in proprio») alla lotta di questi giorni contro l´Imu. Il presidente della provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, anche lei leghista, ci ha messo gli epiteti ad effetto. «Il comportamento dello Stato centrale in questi casi è disumano e iniquo». Il Piemonte ha così scaricato l´agenzia con due emendamenti alla Finanziaria regionale che porteranno alla nascita di un ente di riscossione locale. «I tributi locali rimangono sul territorio», ha commentato il governatore del Carroccio Roberto Cota. Con Equitalia, infatti, le entrate derivanti dall´aggio (il costo della riscossione, fissato al 9 per cento del valore della cartella esattoriale) finivano allo Stato. IL RISPARMIO, VERO E PRESUNTO L´idea che è stata partorita originariamente nel bellunese, tra le montagne e i parchi naturali di Calalzo di Cadore, piccolo comune di 2240 abitanti. «Alla fine del 2010 - racconta il sindaco Luca de Carlo, a capo di una lista civica di centrodestra - abbiamo affidato il servizio al nostro ufficio tributi. Nel primo anno di riscossione abbiamo risparmiato 13 mila euro, 6 euro a cittadino, e visto un aumento del 16 per cento del pagamento regolare da parte dei cittadini». Un miracolo? «No, cambia la percezione. Un conto è ricevere una cartella targata Equitalia, altra storia è vedere lo stemma del comune. Il costo per il contribuente è solo quello delle spese di spedizione». Per il recupero crediti Calalzo si è affidato dal primo marzo scorso alla Comunità montana di Val Belluna. «Conosciamo i nostri cittadini - spiega de Carlo - sappiamo distinguere se siamo di fronte a un evasore o a un soggetto colpito dalla crisi quindi diamo la possibilità di rateizzare il pagamento prima di iscriverlo a ruolo». Sembra tutto molto semplice. Forse troppo. GLI SCETTICI E LA PROPOSTA DELL´ANCI «Così facciamo un passo indietro - sostiene invece il sindaco di Modena, Giorgio Pighi - affidare tutto all´Ufficio riscossione di un comune come il mio, con 184 mila abitanti, significherebbe violare il patto di stabilità. Mi sembra che ci sia una strumentalizzazione politica in vista delle elezioni. E non sempre affidare il servizio a un privato è una garanzia». Il riferimento è alla vicenda di Tributi Italia, la società che per una serie di problemi finanziari ha messo in ginocchio centinaia di comuni. Meglio forse affidare la gestione alla rete dei comuni dell´Anci. «Noi siamo pronti e faremo una proposta», anticipa il presidente Graziano Del Rio.