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 2012  aprile 27 Venerdì calendario

NINTENDO IN ROSSO DOPO 50 ANNI

Il primo rosso di bilancio della Nintendo – nel suo mezzo secolo come società quotata – ha evidenziato ieri che smartphone e tablet stanno rivoluzionando anche il settore dei videogiochi. Il gruppo di Kyoto ha annunciato, per l’esercizio conclusosi il 31 marzo, una perdita netta di 43,2 miliardi di yen e un rosso operativo di 37,32 miliardi, a fronte di un tonfo del 36% del giro d’affari a 647,65 miliardi di yen.
Certo sul risultato ha inciso anche il superyen, ma le ragioni sostanziali della performance negativa stanno nel mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita e nel taglio ai prezzi fin sotto il punto di pareggio. Elementi a sua volta determinati dalla crescente invasione di campo, soprattutto presso gli utenti generici di videogiochi, delle soluzioni alternative disponibili attraverso tablet e smartphone, i cui produttori hanno il vantaggio competitivo di poter contare contare su un bacino di utenza molto più vasto. Gli investitori ne hanno preso nota: nel corso dell’ultimo esercizio le azioni Nintendo hanno perso circa il 45%. E se fino a poco più di tre anni fa il differenziale con la capitalizzazione di mercato della Apple era inferiore ai 20 miliardi di dollari, ora è passato a oltre 5550 miliardi.
Nintendo ha comunque promesso di tornare in utile nell’esercizio in corso, anche grazie al relativo indebolimento dello yen: la proiezione di un profitto operativo di circa 35 miliardi di yen e di un riusltato netto di 20 miliardi è però parsa inferiore alle attese. La società conta soprattutto sul rilancio delle vendite della 3DS e sul lancio di Wii U, l’attesa nuova versione della console con avanzate funzionalità touchscreen. Quest’ultima sarà introdotta sul mercato entro la fine del 2012, ma già a giugno sarà resa nota nei dettagli e in molti cominceranno a giudicare se il gruppo sarà in grado di rilanciare la sua reputazione di grande promotore di innovazione nel settore dei videogiochi. Un suo successo immediato sarà molto importante, nella finestra temporale di circa un anno prima del lancio della PlayStation 4 da parte di Sony e della nuova versione dell’Xbox della Microsoft.
Il numero uno Satoru Iwata ha riconosciuto che la maggiore delusione è arrivata dalla 3DS, le cui vendite «non hanno preso piede quanto ci aspettavamo» (anche dopo forti tagli ai prezzi di vendita a pochi mesi dalla sua introduzione). Non ha però suggerito alcuna prospettiva di cambiamenti strategici presso una società che, secondo vari osservatori dovrà prima o poi cambiare modello di business, puntando meno sull’hardware e più sul software. Magari fino a consentire il libero accesso a Super Mario attraverso l’hardware prodotto da altri.