Federico Rendina, Il Sole 24 Ore 27/4/2012, 27 aprile 2012
RADDOPPIARE LA PRODUZIONE DI PETROLIO E GAS
Raddoppiare la produzione nazionale di petrolio e gas mobilitando investimenti per 15 miliardi di euro per creare 25 mila posti di lavoro e regalare al Pil un provvidenziale 0,5% in più. Correggere prontamente lo sperpero di pubblico denaro negli incentivi «non ottimali» alle rinnovabili mettendo sotto controllo il decollo del fotovoltaico, ancora tecnologicamente immaturo, per promuovere di più il solare termico e l’efficienza. Che nel frattempo sarà baciata da una serie di interventi normativi urgenti, anche per evitare che la procedura di infrazione aperta dalla Ue proprio ieri mattina per il mancato rispetto italiano degli obblighi nell’edilizia (in particolare sul certificato energetico obbligatorio per tutti gli edifici) sfoci in un formale deferimento.
Corrado Passera, ministro dello Sviluppo, ha approfittato di un’audizione alla Commissione Industria del Senato per anticipare i contenuti dell’attesissima (e più volte promessa) nuova edizione del Piano energetico nazionale. Che avrà «un ruolo fondamentale» nella tanto agognata nuova fase di crescita del Paese.
Razionalizzare. Imbrigliare quel che non va, ovvero i «generosissimi» e pesantissimi «soprattutto in termini di costi per il Paese» sussidi al fotovoltaico, che ci stanno facendo raggiungere «con circa otto anni di anticipo gli obiettivi al 2020». Rilanciare quello che abbiamo e che non sappiamo o vogliamo usare, ovvero l’enorme patrimonio di petrolio e metano che giace placidamente sotto di noi (si veda il Sole 24 Ore del 21 febbraio) e che portebbe almeno tamponare il nostro salasso nell’import di materie prime energetiche (almeno del 10% sugli attuali 60 miliardi di euro di "bolletta" nazionale) garantendo per giunta «2,5 miliardi di euro di entrate fiscali sia nazionali che locali» naturalmente graditissime per allentare i nuovi obblighi di equilibro della spesa pubblica.
Piacerà la ricetta? Dipende. Più che prevedibile l’insurrezione degli operatori del fotovoltaico, già in tensione per la bozza del "quinto conto energia" che ridimensiona di nuovo gli incentivi. Meno previsto l’altolà giunto ieri pomeriggio dal sindacato confederale. Passera fornisca «dati e certezze» sull’aumento della produzione nazionale di idrocarburi mentre «al momento l’unica certezza è la crisi delle rinnovabili nel fotovoltaico con la messa in cassa integrazione di migliaia di lavoratori» incalza Paolo Baratta, segretario confederale della Cisl, che è sulla stessa linea del Verdi.
Un incoraggiamento viene invece da Stefano Saglia, stratega energetico del Pdl (già sottosegretario allo Sviluppo) che plaude alla «lungimiranza» sulla produzione di idrocarburi, sottolineando che il solo «territorio della Basilicata è in grado di offrire già oggi la produzione di più di 150mila barili al giorno». Molta carne al fuoco, in ogni caso, per il grande Piano che il Governo promette di mettere a punto entro i prossimi mesi.
L’efficienza energetica «è la prima delle leve poiché consente – puntualizza Passera – di cogliere praticamente tutti gli obiettivi di politica energetica allo stesso tempo». Perché le conoscenze e le potenzialità italiane nel settore (dalle reti intelligenti alla domotica) sono di assoluta eccellenza, «con un potenziale volano di crescita economica importante». Vale dunque la pena di predisporre tra l’altro «una estensione e rimodulazione degli incentivi» preannuncia il ministro.
Per il rilancio degli idrocarburi "made in Italy" Passera promette l’adeguamento «agli standard nazionali della nostra normativa di autorizzazione e concessione», che oggi prevede «passaggi autorizzativi lunghissimi». Più risorse nazionali ma anche un potenziamento delle infrastrutture di import, specie quelle del gas. «L’importante – rimarca il ministro – è che si faccia il corridoio Sud (il nuovo sistema di gasdotti dall’area del Caspio verso il nostro Meridione), e poi saranno gli attori del mercato a scegliere» nei dettagli quali accordi di fornitura predisporre, ha rimarcato il ministro interpellato sulle voci di un suo invito all’Enel perché partecipi al consorzio "Tap" (Trans Adriatic Pipeline).
La manovra di «riequilibrio» sulle rinnovabili? Nessun dietro front sul fotovoltaico, ma piuttosto – chiarisce Passera – una rimodulazione complessiva degli incentivi alle rinnovabili, che il Governo «intende continuare a sviluppare, superando gli obiettivi europei del 20-20-20 e rivedendoli al rialzo fino al 32-35%» garantisce il ministro dello Sviluppo.