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 2012  maggio 03 Giovedì calendario

IL MEDICO DI TOGLIATTI: «IO, CANDIDATO ANTI-PD» —

«Eh, lo so: in questo Paese, l’Italia, il mio nome e il mio cognome continuano a sortire sempre un certo effetto... Comunque sì, è vero: mi candido a sindaco di Avezzano... E ora non stia qui a ricordarmi che ho quasi 95 anni: perché io tengo ancora la forza di una tigre, accidenti!».
Professor Mario Spallone, il medico personale di Palmiro Togliatti che...
«No no, aspetti, mio giovane amico. Non ricominci pure lei con la solita storia, perché sembra che io, in vita mia, abbia curato solo lui, il Migliore, e Nilde Iotti. Se permette...».
Continui.
«Beh, a parte Ciampi, che fu partigiano con me su queste montagne abruzzesi, mi presi cura anche di due capi di Stato, Leone e Pertini. Pertini era rimasto un ex muratore: tosto, istintivo. Al Quirinale ci andava il meno possibile. E la moglie credo che non ci abbia neppure mai messo piede. Comunque un personaggio straordinario, il mio amico Sandro: ad un certo punto aveva capito che quasi tutti i potenti italiani morivano a Villa Gina, una delle mie cliniche. Così pretese di essere avvertito sempre per primo: e io, per non sbagliare, e farlo stare più comodo quando veniva in visita, gli feci riservare pure un appartamento».
Devo chiederle per forza di quella volta che spararono a Togliatti.
«Alle 11,30 del 14 luglio 1948, un giovanotto di 24 anni, sul portone di Montecitorio, gli esplose contro tre colpi. Due andarono a segno: alla nuca e alla schiena. Togliatti fu operato dal grandissimo Pietro Valdoni, ma io ero lì, accanto. Ed è una balla che la rivoluzione non si fece perché Bartali vinse il Tour de France. Guardi, mi vengono ancora i brividi... Le sento come fosse adesso le parole di Togliatti... Mario, mi disse, noi potremo insorgere e prendere l’Italia in una settimana. Ma il lunedì successivo gli americani ci invaderebbero. Perciò devi dire ai compagni di stare calmi, di riporre i mitra. E avverti di questa mia decisione anche chi sai tu...».
Chi?
«Giulio Andreotti. Che stava lì, in corridoio, ad aspettare notizie, per poi riferirle a De Gasperi. Che era in apprensione sia per motivi politici, sia per ragioni personali: lui e Togliatti, infatti, si volevano molto bene».
Torniamo a questa sua candidatura.
«Ho già fatto il sindaco di Avezzano nel 1993 e per i dieci anni che seguirono: e questa cittadina l’ho trasformata in una bomboniera. Ora l’hanno ridotta a una vaccheria e...».
Chi le ha chiesto di candidarsi?
«I miei concittadini. Guido una lista civica, contro Pdl e centrosinistra».
Lei contro il centrosinistra?
«E certo! Io sono comunista, stalinista! Io non ho niente a che fare con quella robaccia del Pd! Io sto con quel galantuomo bolscevico di Oliviero Diliberto».
Però, in questa campagna elettorale, va dicendo che riceverà l’aiuto di Padre Pio.
«Embé?».
Uno stalinista che si raccomanda a Padre Pio?
«E certo! Padre Pio morì tra le mia braccia, e io sono suo figlio spirituale. E lui mi aiuterà a vincere queste elezioni. Lui può... Pensi che ero presente io, quando vide arrivare un giovane prete polacco... gli disse: "Guagliò, tu sarai Papa, e lo sarai nel sangue!". Era Wojtyla. Sì, sono stato un uomo fortunato...».
Anche potente, invidiato e, a volte, criticato. Come quando da Villa Gina evase Maurizio Abbatino, uno dei capi storici della Banda della Magliana. Dissero che lei...
«Una cretinata! Me lo mandò la Procura generale, gli detti la stanza 230. Altro, non so».
Sempre a Villa Gina, la storia degli aborti illegali. Arrestati suo figlio Ilio e suo fratello Marcello.
«Ma quali aborti illegali! Una mascalzonata, mi fecero! Una porcata bella e buona».
Fabrizio Roncone