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 2012  maggio 01 Martedì calendario

Bondi ct della nazionale della spesa – A tagliare la spesa pubblica di 4,2 mld nel 2012 sarà Enrico Bondi, il manager che ha risanato la Parmalat

Bondi ct della nazionale della spesa – A tagliare la spesa pubblica di 4,2 mld nel 2012 sarà Enrico Bondi, il manager che ha risanato la Parmalat. Aiutato dall’ex premier, Giuliano Amato, per quanto riguarda il finanziamento a partiti e sindacati e dall’economista, Francesco Giavazzi, sui contributi alle imprese. Si tratta di tecnici di forte caratura che arrivano in soccorso al governo tecnico apparso sotto pressione da parte dei leader politici della maggioranza. Durante la conferenza stampa di presentazione dell’esito della spending review del ministro Piero Giarda, il premier Mario Monti è apparso particolarmente critico con i partiti ed in particolare con la scelta del passato governo di Silvio Berlusconi di abolire l’Ici. Bondi, fama da duro guadagnata nel confronto con le banche durante la sua lunga esperienza di risanamenti aziendali, ha la missione di evitare l’innalzamento dell’Iva. Un passo politicamente significativo. Il mite professore Piero Giarda, ministro alla Funzione pubblica, incaricato dal governo per effettuare la spending review, esperienza diretta in materia di almeno 15 anni, ha compilato la lista dei tagli possibili, ma per imporsi sui colleghi ministri, su regioni ed enti locali con scelte concrete, evidentemente ci voleva altro. Di certo, l’impegno in parlamento per seguire da vicino il delicato iter dei provvedimenti legislativi non permette a Giarda di dedicarsi a tempo pieno dei tagli alla spesa. Giarda non molla i dirigenti Giarda, tuttavia, non mollerà i dirigenti pubblici, in particolare quelli che si occupano di acquisti. Infatti, guiderà la «Struttura di missione presso il Ministro per l’esecuzione del programma», che si occuperà del «Ridimensionamento delle strutture dirigenziali», della «Concentrazione dei servizi, attraverso razionalizzazione e distribuzione personale» e della «Revisione dei procedimenti di acquisto mediante centralizzazione degli acquisti», con la conseguente «Individuazione dei responsabili della spesa». Ct della nazionale della spesa Il Commissario tecnico nazionale della spesa pubblica Bondi dovrà «definire il livello di spesa per l’acquisto di beni e servizi» e coordinare «l’attività di acquisizione di beni e servizi». Il commissario, inoltre, «presenta un cronoprogramma, chiede informazioni alle pubbliche amministrazioni, dispone ispezioni ad opera della Ragioneria generale dello Stato, segnala al Consiglio dei ministri le attività suscettibili di soppressione». Bondi risponderà al Comitato Lo stesso Consiglio dei ministri che ieri, esaminando la direttiva che prevede entro il 31 maggio singoli piani ministeriali di tagli alla spesa, ha anche decisivo di costituire un Comitato interministeriale sulla spending review presieduto da Monti e composto dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, dal ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli e il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. I paletti fissati dal governo Monti sono il «Compattamento di uffici e amministrazioni»; la «Estensione dei vincoli in materia di consulenza alle società in house»; la «Riduzione delle locazioni ad effettiva esigenza»; la «Eliminazione delle spese di rappresentanza, salvo rapporti con autorità estere»; la «Impugnazione da parte delle pubbliche amministrazioni delle sentenze di primo grado che riconoscano progressioni economiche per dipendenti pubblici». È allarme carrello della spesa Evitare l’aumento dell’Iva con il taglio della spesa pubblica è assolutamente necessario per contenere la spesa delle famiglie italiane. Fare la spesa in Italia, infatti, sta diventando sempre più costoso. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat ad aprile il carrello dei prodotti a maggiore frequenza di acquisto è aumentato dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente e del 4,7 per cento su base tendenziale: il livello più alto dal settembre del 2008. Vola anche il prezzo del benzina: più 20,8 per cento. Reazioni politiche scomposte Le reazioni politiche sui tagli alla spesa dimostrano che ogni partito continua a tirare acqua al proprio mulino in cerca di consenso elettorale. Con il Pdl che gioca la carta della sicurezza, scongiurando i tagli di Difesa e Viminale, il Pd quella della scuola intimando un fermo stop e l’Udc che si proietta sull’ipotetico extragettito da lotta all’evasione che potrebbe un giorno dare un po’ di sollievo ai contribuenti italiani con una riduzione delle tasse. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha proposto in cambio di «tassare le transazioni finanziarie». Il leader centrista Pier Ferdinando Casini invita a tagliare le spese «a partire dalla politica». Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ribatte sulla sua proposta per gli imprenditori debitori col fisco e creditori con lo Stato: «Non paghino le tasse fino all’ammontare del proprio credito». Monti non ha esitato a criticare aspramente quest’ultima fattispecie. Anche Giavazzi e Amato in pista Non solo Bondi. Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese, il Consiglio dei ministri ha conferito all’economista ed editorialista del Corriere della Sera, Francesco Giavazzi, «analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese». L’ex premier Giuliano Amato, invece, ha avuto l’incarico di occuparsi dei partiti e «delle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati». L’opposizione a Maroni e Grillo L’opposizione al governo, per consistenza delle iniziative e consenso, è ormai affidata al nuovo leader leghista Roberto Maroni e all’outsider Beppe Grillo che si caratterizza per la veemenza delle sue dichiarazioni. L’ultima polemica è sul fatto che avrebbe strizzato l’occhio alla mafia che sarebbe meglio del governo. Maroni vuole ottenere la cancellazione dell’Imu con il coinvolgimento dei Comuni in uno sciopero fiscale. «Esprimo una parola di sdegno: chi ha governato, chi governa e chi si candida a governare», gli ha replicato Monti, «non può giustificare l’ evasione fiscale, nè tanto meno istigare a non pagare le tasse, o a istituire personali ed arbitrarie compensazioni fra crediti e debiti verso lo Stato». La Rai stia accorta Chiaro avvertimento del governo alla Rai. Tra i settori di intervento per il risanamento, Monti ha citato la Rai «dove la logica della indipendenza dalla politica non è garantita».