Diego Gabutti, ItaliaOggi 27/4/2012, 27 aprile 2012
Maroni insiste con uno scopa day al giorno, due la domenica – Qualcuno pensa davvero, come esagera il Corriere della sera, che una dichiarazione a favore di Marine Le Pen e del Front national da parte d’Isabella Rauti (consigliera della Regione Lazio e moglie del sindaco Gianni Alemanno, nonché figlia di Pino Rauti, il neofascista più chiacchierato d’Italia) possa «fare rumore» o che qualcuno anche solo se ne accorga? * * * Alzi la mano chi pensa che «facciano rumore» le dichiarazioni analoghe di Daniela Santanché e Ignazio La Russa o le fantasie lepeniste di Francesco Storace
Maroni insiste con uno scopa day al giorno, due la domenica – Qualcuno pensa davvero, come esagera il Corriere della sera, che una dichiarazione a favore di Marine Le Pen e del Front national da parte d’Isabella Rauti (consigliera della Regione Lazio e moglie del sindaco Gianni Alemanno, nonché figlia di Pino Rauti, il neofascista più chiacchierato d’Italia) possa «fare rumore» o che qualcuno anche solo se ne accorga? * * * Alzi la mano chi pensa che «facciano rumore» le dichiarazioni analoghe di Daniela Santanché e Ignazio La Russa o le fantasie lepeniste di Francesco Storace. Subito un sonnifero (o una botta in testa) a chi non dorme al pensiero che Mario Borghezio simpatizza per le teste di le pen d’oltr’alpe? * * * «L’eminente romanziere e cronista parigino Paul Léautaud ha detto una volta: «I libri che contano sono scritti dall’inizio alla fine nello stesso tono, senza pezzi di bravura e d’effetto. I pezzi di bravura e d’effetto sono una caratteristica dei libri scadenti» (Walter Benjamin, «Adrienne Mesurat», in W. Benjamin, Ombre corte. Scritti 1928-1929, Einaudi 1993). * * * Mai così umile e modesto come da quando Bobo Maroni agita la sua scopa nell’aria, Umberto Bossi non parteciperà al «Bossi Day» indetto dai suoi fan più irriducibili, che alla festa prevista per domenica prossima hanno fatto sapere di non volere «traditori». Bossi, commosso però deciso a rifiutare il dubbio onore, vorrebbe piuttosto un più accomodante «Lega Unita Day». Ma chissà se conviene anche ai «traditori». Che insistono col loro «Scopa Day», uno al giorno, due la domenica, il cui scopo è spazzar via ogni traccia di polvere di gesso con la quale fu tracciato, intorno al Senatùr, il «cerchio magico» famoso. * * * Insieme alla polvere di gesso, gran ramazzata finale, lo «Scopa Day» intende spazzar via, diciamolo, anche lo stesso Senatùr. Sarebbe una bella novità, dal punto di vista della storia dei partiti: Trotzky che mette Stalin agli arresti e, dopo averlo fatto ammorbidire un po’ dai suoi kulaki, lo processa a Mosca, dove Stalin ammette che il socialismo in un paese solo è un’eresia (Bossi ammette che il Dio Po è una favola, e Roberto Calderoli d’aver complottato col Trota, Rosi Mauro e Roma Ladrona per mettere la Padania a ferro e fuoco). * * * Succederà anche ai politici d’essere messi in mutande e cacciati in malo modo dal parlamento dagli ultras di Beppe Grillo? * * * «Nell’Ottocento quanti confidavano nelle magnifiche sorti e progressive potevano credere che la tirannia fosse un regime che apparteneva ormai al passato. Dopo tutto l’Europa era entrata nell’età moderna, e le complesse società moderne, fedeli ai secolari valori democratici, semplicemente non potevano essere governate da mezzi dispotici di vecchio stampo. (_) La modernizzazione rendeva obsoleto il concetto classico di tirannia e anche le società extraeuropee, man mano che si fossero modernizzate, sarebbero andate incontro a un futuro post-tirannico. Ora sappiamo quanto fosse sbagliata questa previsione. È vero che gli harem e gli assaggiatori di cibo dei tempi antichi non ci sono più. Ma il loro posto è stato occupato dai ministri della propaganda, dalle guardie rosse, dai baroni della droga, dai banchieri svizzeri. Il tiranno è sopravvissuto» (Mark Lilla, Il genio avventato, B.C.Dalai 2010). Ormai anche i giornali simpatizzanti non dicono altro: favorisci la crescita, abbassa le tasse, spiega alle banche che devono favorire l’economia finanziando le imprese e non deprimendole, aggredisci («possibilmente col lanciafiamme», come ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere) la burocrazia «inefficiente e opprimente»_ fa’ qualcosa, cazzo. Ma il Caro Leader (sempre meno caro, sempre meno leader) da quest’orecchio non ci sente. * * * Anche Matteo Renzi, come l’Ispettore Rock, che non aveva mai usato la Brillantina Linetti, ha commesso un errore o due. Non dice quali, ma niente di grave, immagino. Qual è, a proposito, il contrario d’«errore»? Merito? Sincerità? Correttezza? Virtù? Be’, anche di queste il sindaco di Firenze (oggi autore di Stil Novo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter, Rizzoli, pp. 192, euro 15,00, libro che non ho letto e che non mi consiglio) ne ha commesse tante. Sono più le volte in cui ci azzecca che le altre, quelle no. E sempre più ci azzeccherrà, vedrete. Dategli soltanto la chance di «mettere al centro alcuni valori diversi dagli aspetti meramente economici», una frase pomposa e assolutamente vuota, onore al merito, e ci penserà lui, questo sindaco bonsai, a bagnare il naso a tutti gli altri politici su piazza, Pier Luigi Bersani (suo grande nemico) in testa. * * * «Gli strateghi occidentali verificano la validità delle loro massime con la vittoria in battaglia; Sunzi [autore dell’Arte della guerra, classico manuale di strategia militare del I secolo] con vittorie in cui le battaglie sono diventate superflue. (_) Ben più utile che sfidare il nemico in battaglia è insidiarne il morale» (Henry Kissinger, Cina, Mondadori 2011).