Luisa Viglietti, Il Messaggero 01/05/2012, 1 maggio 2012
«[...]
Quasi tutte le finestre erano coperte o dai mobili o dai giganteschi quadri di Pierre Klossowski, le pareti e i pavimenti dalle tappezzerie e dai tappeti. Evitare la luce del giorno e attutire i rumori erano le regole principali. La camera da letto tutta nei toni del rosa, la camera degli ospiti nera con qualche sfumatura viola, la vasca da bagno in marmo nero, lo studiolo personale con tappezzerie gialline settecentesche, lo studio-ufficio con le pareti di velluto di seta rosso intenso e il soffitto di seta rosso e nero. Più di settemila libri a riempire gli scaffali, gingilli e soprammobili accumulati in una vita. [...]» (la casa di Roma di Carmelo Bene descritta da Luisa Viglietti, sua ultima compagna).