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 2012  aprile 27 Venerdì calendario

“Ecco il vero volto di Shakespeare Stava in una bottega” - Questa è la vera faccia di William Shakespeare, che non è più un mistero senza volto e senza identità: eccolo qui, gli occhi marroni, i capelli scuri sciolti sulle spalle, il pizzetto e le labbra truccate come quelle degli attori del XVI secolo, che dovevano anche far la parte delle donne sul palcoscenico

“Ecco il vero volto di Shakespeare Stava in una bottega” - Questa è la vera faccia di William Shakespeare, che non è più un mistero senza volto e senza identità: eccolo qui, gli occhi marroni, i capelli scuri sciolti sulle spalle, il pizzetto e le labbra truccate come quelle degli attori del XVI secolo, che dovevano anche far la parte delle donne sul palcoscenico. Era il 1599. E questo sarebbe l’unico ritratto autentico del grande commediografo inglese. Stava sopra la mensola di una bottega d’antiquariato inglese a Roma, la London Bridge in via Gioacchino Belli, quartiere Prati, e un piccolo imprenditore cinese di materiali agricoli e fertilizzanti, mister Xiong Shiyu della regione di Xinjiang, se n’era innamorato un giorno di primavera del 1999, per via dello sguardo, uscendo dal suo albergo di piazza Risorgimento, perché, dice, «l’avevano colpito gli occhi». L’aveva comprato per pochelire:infondogliavevano spiegato che era solo una banale copia del 1800 e che assomigliava a Shakespeare. Solo tanti anni dopo, nel 2007, convinto da un amico, l’aveva portato in un laboratorio cinese per farlo esaminare: le analisi delle polveri avevano stabilito che era della fine del 1500. Un anno dopo uno storico d’arte, Luca Misiano, era rimasto colpito da un’altra cosa: assomigliava tantissimo all’incisione di Martin Droeshout, stampata sul frontespizio de «Le opere di William Shakespeare», pubblicate postume nel 1623, 7 anni dopo la sua morte, realizzata in base alle testimonianze e all’assistenza dei familiari e degli attori del drammaturgo. Altre analisi, altre ricerche, un pool dilavoroealtridueanni:èproprio lui, corrisponde al profilo della National Gallery ed è la stessa persona raffigurata nell’incisione di Martin Droeshout, 20 anni più giovane. Così domani, alle 17,30 al Globe Theatre di Londra, prima della rappresentazione del Riccardo III, lo annunciano al mondo: il mistero è risolto, abbiamo trovato William Shakespeare, la sua vera faccia. «Potrebbe diventare questo il volto delle Olimpiadi». Luca Misiano spiega che lui, assieme al professor Cesare Spaggiari, tecnico di restauri di dipinti antichi, all’esperto d’arte dell’Union Francais des Experts Andrea de Liberis, e allo studioso shakesperiano William Riley, hanno fatto tutte le prove del protocollo per accertare l’autenticità dell’opera e il suo valore storico. Adesso, dice, non hanno più dubbi. «Il ritratto combacia esattamente con il profilo di Shakespeare», al contrario delle sei immagini esposte alla National Gallery. «Questo è un quadro di un valore unico. Per la prima volta sappiamo che esiste davvero un dipinto che riproduce dal vivo il volto del drammaturgoinglese,conaddirittura il trucco di scena sulle labbra. E’ un lavoro inglese del 1599 o tutt’al più del 1600, quando Shakespeare ancora interpretava le sue opere. Aveva circa 35 anni, e il quadro è caratteristico di quella pittura inglese non ancora evoluta. Io lo esaminai la prima volta nel 2008, in occasione di un convegno a Pechino, e colsi subito questa straordinaria somiglianza con la incisione di Droeshout, realizzata con la tecnica del bolino, e ritenuta da tutti gli storici e gli scienziati quella più vicina all’immagine reale di Shakespeare». Anche i sei quadri della National Gallery, sono post-mortem, «l’uno diverso dall’altro, e di ispirazione romantica», come sottolinea il professor de Liberis. Nessuno di loro coincide con la incisione di Droeshout. E che gli inglesi fossero così poco convinti della loro attendibilità, lo dimostra il fatto che la stessa direttrice della Galleria, Tarnya Cooper, decise di indire un concorso nel 2006 dal titolo emblematico, «Searching Shakespeare»,allaricerca diShakespeare. Dopo tutti questi anni, si è convinto pure mister Xiong Shiyu, l’imprenditore cinese colpito solo da quello sguardo «così profondo» e quasi spaventato da quello che gli è successo di colpo, passando da un quadro scovato in una bottega romana che aveva comprato per poche lire a un dipinto che la Cina sta adottando come immagine ufficiale da esporre nei musei più importanti. Adesso però, dice Luca Misiano, Shakespeare ritorna semplicemente a casa, «come back home». Nella sua casa, nel suo teatro di Londra, un giorno così lontano dal suo tempo.