Paolo Zellini, la Repubblica 27/4/2012, 27 aprile 2012
IL SIGNORE DELLA LUCE
La favolosa storia di Tesla genio che dialogava con i lampi –
Non è detto che i ragionamenti e le attività di computo siano solo meccanici, e anche la sfera delle emozioni può esserne invasa. Così è certo per Gregor, grande scienziato protagonista di un libro straordinario, tra biografia e invenzione, di Jean Echenoz, Lampi, pubblicato da Adelphi.
Echenoz racconta come della massa di cifre che affollano la mente di Gregor ciascuna abbia un suo colore e sapore caratteristico, e come egli provi affetto per i multipli di tre. Gregor possiede pure il dono di raffigurarsi le cose "come se esistessero prima della loro esistenza, di vederle con tale precisione tridimensionale che, nello slancio dell’invenzione, non ha mai bisogno di schizzi, schemi, bozzetti, né di esperimenti preventivi". Quello che immagina Gregor diventa subito vero, attuale. Il solo rischio che corre e che inciderà profondamente sul suo destino, è di "confondere la realtà con quel che progetta".
Dietro il nome fittizio di Gregor si cela un personaggio reale, Nikola Tesla, uno dei più misteriosi e geniali scienziati del Novecento. Forse è per questo che cinema e letteratura si sono dedicati a lui: Orson Wells recitò in un film sulla sua vita, Jim Jarmush rende omaggio alla sua bobina in Coffee and cigarettes, Paul Auster dà il suo nome a un personaggio, Samantha Hunt ci costruisce un romanzo ( L’inventore della luce, Alet), fumetti e videogiochi lo citano. Echenoz gli consegna un’epica.
Gregor nasce in una notte turbolenta di lampi e fulmini, in un paesino isolato dell’Europa sud-orientale. Ingegnere di formazione (studia a Graz e a Praga), eccentrico, visionario, Gregor-Tesla approda negli Stati Uniti nel 1884, dove inizia a lavorare con Thomas Edison, che aveva già ideato la lampadina a incandescenza e inaugurato la prima centrale elettrica al mondo. Ma gli impianti della General Electric di Edison funzionano con la corrente elettrica continua, uno spostamento di elettricità in una sola direzione che finisce per produrre troppo calore e non è in grado di superare i tre chilometri di distanza.
Gregor ha la soluzione: un campo magnetico rotante per la generazione di corrente alternata, già immaginato mentre ammirava un tramonto a Budapest. È su questa invenzione che si basa oggi l’illuminazione artificiale; e dalla stessa invenzione prende forse l’avvio, nella mente di Gregor, l’utopia umanitaria di un’energia infinitamente disponibile, a cui si sarebbe potuto attingere ovunque e gratuitamente.
La corrente alternata ebbe la meglio su quella continua, ma non fu Edison ad approfittarne.
I diritti li acquistò nel 1885 George Westinghouse, che conquistò in seguito il monopolio americano dell’elettricità. Tuttavia Tesla non era uomo da sposare la logica industriale. Egli nutriva ideali disinteressati, e talvolta stravaganti, che gli industriali o gli uomini d’affari non erano certo in grado di condividere. Le sue invenzioni destavano interesse e curiosità, ma l’industriale le finalizzava al profitto dell’azienda. Il cervello di Tesla era sempre in ebollizione. Tra le sue invenzioni figura la celebre "bobina di Tesla", usata negli apparecchi radiofonici e televisivi. Ma molte sue idee, da cui sarebbero dipese le invenzioni della radio, del telecomando, del radar e dei raggi X, rimanevano buttate lì, accalcate confusamente e senza una adeguata protezione dei brevetti, e altri se ne sarebbero impossessati. Röntgen poté attribuirsi l’invenzione dei raggi X e Marconi quella della radio. Tesla aveva per di più una bizzarra concezione del danaro, una spiccata vocazione all’isolamento (alla compagnia degli uomini preferiva quella dei piccioni) e una propensione a un empirismo colorito e seducente, per cui soleva presentare i suoi esperimenti come prodigi elettrici e miracoli della scienza, con effetti teatrali rivolti soprattutto a un pubblico mondano.
Fu anche sorpreso, nel suo laboratorio, a dialogare da solo con i suoi lampi, e in un’altra occasione parlò di contatti con presunti marziani. Si provvide però a celebrare il suo genio, a un secolo dalla sua nascita, battezzando "tesla" l’unità di misura internazionale per la densità di flusso dei campi magnetici (ben nota nella diagnostica con risonanza magnetica). Tre premi Nobel definirono Tesla come "uno dei più eminenti intelletti del mondo, che aprì la strada a molti degli sviluppi tecnologici dei tempi moderni." Il destino di Gregor-Tesla, lacerato tra genio e follia, tra realismo scientifico e utopia visionaria, finisce allora per assomigliare a quello dell’Eroe sospeso tra due mondi ed esposto a una rovinosa caduta. Le stesse sue doti inventive, racconta Echenoz, sono il seme di un falFOTO:CORBIS limento, perché quando idee e immagini sono così lucide e pervasive, pretendono di essere pure realtà, materia, e tendono quindi a tagliare fuori dal mondo, dalle persone che della materia si occupano davvero. Gregor trascorre gli ultimi anni di vita in povertà e irriso dalla scienza ufficiale. Un Frankenstein senza età, un barbone contornato dai piccioni: così lo dipinge, appunto, Paul Auster in Moon Palace.
Molte sue iniziative finiranno a poco a poco nel nulla e forse non è solo coincidenza se in una versione del Misterious stranger di Mark Twain (un amico di Tesla) Satana in persona, nelle vesti di un abile prestigiatore, esibisce prodigi e giochi di magia per mostrare che tutto è sogno e apparenza e che la sostanza illusoria di ogni cosa è semplicemente "elettrica". Ma il declino di Gregor non dipende dall’indifferenza dei suoi contemporanei.
"La verità," scrive Echenoz, "è che anche nell’uomo capita che tutto vada in malora, che l’edificio cada a pezzi. Qua e là, dettaglio dopo dettaglio e insensibilmente, vediamo in che modo la mente si disgrega (...).
Elementi subdoli subentrano - sporcizia, polvere, funghi - mentre altri preziosi si deteriorano - usura, fatica, erosione [...]. È un processo lento e tortuoso, dapprima impercettibile e che talora, d’un tratto, balza agli occhi." Chissà se Céline, e lo stesso Echenoz dopo di lui, hanno visto proprio Tesla dietro Courtial des Pereires, lo strampalato inventore di Mort à credit che progetta coltivazioni di patate con fantomatiche tecniche di "Ingegneria Radiogrometrica", con "Metodi Radiotellurici" e con reticoli di fili percorsi da corrente alternata. Le patate risultano infine immangiabili e il loro inventore affronta un destino tragico perché in fondo, scrive Céline, non appena un’iniziativa prende consistenza, si trova ipso facto "esposta a mille beghe ostili, subdole, sottili, instancabili (...). Una tragica fatalità penetra nelle fibre dell’impresa stessa... ne vulnera pian piano la trama, così intimamente che, per sfuggire al disastro (...) i più astuti capitani, i conquistatori più spavaldi, non possono e non devono contare, in definitiva, che su un qualche singolare miracolo".
Il destino eroico di GregorTesla si conclude nel 1943. E delle sue invenzioni tutti, più o meno consapevolmente, continuiamo a servirci.
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