Maurizio Molinari La Stampa 1/5/2012, 1 maggio 2012
Ricostruire il Titanic in un cantiere navale cinese per rendere immortale una delle leggende dei mari, a dispetto dei superstiziosi: questo ha in mente Clive Palmer, uno degli uomini più ricchi d’Australia, il cui intento è inaugurare la replica del più famoso transatlantico con una traversata dalla Gran Bretagna a New York che si svolgerà alla fine del 2016
Ricostruire il Titanic in un cantiere navale cinese per rendere immortale una delle leggende dei mari, a dispetto dei superstiziosi: questo ha in mente Clive Palmer, uno degli uomini più ricchi d’Australia, il cui intento è inaugurare la replica del più famoso transatlantico con una traversata dalla Gran Bretagna a New York che si svolgerà alla fine del 2016. A poche settimane dal centesimo anniversario dell’affondamento del Titanic, Palmer ha annunciato ieri di aver siglato un memorandum di intesa con la compagnia navale cinese Csc Jinling per inaugurare in tempo record il Titanic II. «Sarà identico in ogni dettaglio al Titanic originario, a cominciare dalle caratteristiche più lussuose - ha promesso il miliardario australiano - ma avrà anche a bordo le più moderne tecnologie oggi disponibili», tanto per rendere più agevole la vita dei passeggeri quanto per «aiutare la navigazione da parte del comandante e del suo equipaggio». L’intenzione è «di rendere omaggio allo spirito di uomini e donne che lavorarono sul Titanic originale» e dunque anche alle circa 1500 vittime del disastro causato dall’urto con un iceberg nell’Atlantico del Nord durante il viaggio inaugurale. All’epoca il Titanic era il transatlantico più grande e lussuoso esistente sulla Terra e Palmer è convinto di poter ripetere l’impresa grazie ad una replica affidata ai cantieri navali orgoglio di Pechino. «Se in passato i tentativi di costruire delle repliche sono fallite è ha assicurato nel corso di una conferenza stampa in Australia - perché chi li ha tentati non è riuscito a mettere assieme il denaro necessario oppure si è affidato ai cantieri navali errati per realizzarlo». Come dire: quelli cinesi disponibili oggi sono i migliori di sempre. Sebbene il miliardario rifiuti di svelare la cifra ipotizzata per realizzare il Titanic II è già noto che l’operazione è iniziata con il via libera alla realizzazione del disegno architettonico e la creazione della compagnia navale - la Blue Star Line - che ne sarà legalmente proprietaria. Gli unici dettagli che il miliardario aggiunge tendono a confermare i paralleli con il Titanic affondato: la replica sarà infatti una nave dotata con quattro comignoli, sebbene sarà a diesel e non a carbone, al fine di avere lo stesso profilo. Le differenze saranno invece soprattutto relative allo scafo, per poter sfruttare la tecnologia più avanzata in tema di navigazione oceanica, ai fini di una maggiore sicurezza. In ultima analisi comunque l’intento è trasformare il Titanic II in una macchina da soldi, attirando turisti capaci di sostenere spese molto alte pur di affrontare un viaggio capace di evocare l’ebbrezza della Storia del Novecento. Per Brett Jardine, general manager dell’australiano International Cruise Council, si tratta di una «geniale operazione di marketing» perché può creare una «nicchia di consumatori molto facoltosi senza possibilità di sfide da parte della concorrenza». In totale il Titanic II potrà ricevere a bordo circa 1680 passeggeri, restando al di sotto dello standard di 2000 che accomuna gran parte dei transatlantici, proprio per garantire maggiore qualità nell’accoglienza e nei servizi. In merito ai paragoni con il Titanic originale, Palmer presentando l’iniziativa ha voluto soffermarsi sul rischio che «questa nave affondi come quella precedente». «Non c’è alcun dubbio sul fatto che se avrà un grosso buco sullo scafo affonderà» ha esordito Palmer, precisando però che «sarà disegnata per restare sempre a galla» ammettendo comunque che «per chi è superstizioso nessuna garanzia sarà mai sufficiente».