Paolo Conti, Corriere della Sera 1/5/2012, 1 maggio 2012
ROMA —
Il Tg3 perde 800 mila euro su un budget di 7,5 milioni previsto per il 2012. Colpa della manovra Rai da 46 milioni di euro. Quando lo ha saputo il direttore Bianca Berlinguer?
«Abbiamo ricevuto una comunicazione in cui ci avvertivano che il budget del nostro Tg avrebbe perso 800 mila euro. Lo sappiamo tutti, alla Rai: è la conseguenza di una raccolta pubblicitaria inferiore al previsto, colpa della crisi».
E quindi avrà saputo che il Tg1, con un budget 2012 da 10,3 milioni, perde solo 200 mila euro...
«Ecco, nessuno in azienda mi ha spiegato questo particolare di non poco conto. L’ho scoperto leggendo il Corriere della Sera. Chiariamo subito un punto. Sono convinta che se un’azienda come la Rai attraversa una forte crisi economica, ciascuno è chiamato a ridurre costi e a fare i dovuti sacrifici. È nell’interesse di tutti che la tv pubblica ritrovi un equilibrio nei conti. Però i tagli devono essere equi, distribuiti con giustizia. Invece chi ha maggiori risorse ha un taglio inferiore e chi è più povero paga di più».
Nella riprevisione di bilancio voi avete -800 mila euro, il Tg1 -200 mila su 10.500 e il Tg2 -400 su 8.900. Il mondo al contrario...
«Io posso dire che non sono assolutamente d’accordo con questa scelta. Soprattutto perché la prima spiegazione arrivata dall’azienda mi sembra incredibile: l’anno scorso siamo riusciti a risparmiare 450 mila euro e così siamo ritenuti in grado di sopportare ulteriori tagli. Stiamo molto attenti alle trasferte, ai collegamenti più costosi che richiedono l’uso dei pullmini. Ripeto: tutti pronti a contribuire al risanamento ma mi sembra veramente ingiusto che chi sa risparmiare venga "premiato" con altri tagli».
Ha avuto occasione di parlarne con Lorenza Lei?
«Appena saputo, ho telefonato alla direzione generale per chiedere un appuntamento. I suoi collaboratori mi hanno assicurato che ci vedremo nei prossimi giorni».
Ha provato a darsi una spiegazione su questo contrasto tra i tagli del Tg1 e quello del Tg3?
«Non riesco a spiegarmelo. Sarei curiosa di capire in base a quali considerazioni e calcoli»
Intanto domani, mercoledì, c’è assemblea di redazione per discutere. Ovviamente c’è preoccupazione. Lei la condivide?
«Naturalmente sì, condivido pienamente i motivi di allarme della redazione, sono preoccupata quanto lo sono i miei redattori. Ho già fatto presente proprio ai vertici aziendali che ci sarebbe stata questa riunione. E che la loro inquietudine è anche la mia inquietudine, per ovvi motivi».
Qualcuno pensa addirittura che un taglio così forte al Tg3 possa nascondere motivi politici...
«È un’ipotesi che non voglio nemmeno prendere lontanamente in considerazione. D’altra parte il Tg3 ha sempre dato, e continua a dare, voce a tutti. Sfido chiunque a dimostrare che il nostro tg non sia pluralista»
Gli ascolti come vanno?
«In questi due anni siamo sempre andati bene. Nel marzo scorso c’è stata una leggera flessione ma generalizzata per tutti i tg, legata a un calo di interesse soprattutto per l’informazione di tipo politico. Ma ad aprile la flessione è già recuperata e chiudiamo in assoluto pareggio rispetto al 2011».
Cosa si aspetta dall’azienda, adesso?
«Che riveda le sue posizioni. Che operi i dovuti tagli ma equamente, con un criterio uguale per tutti»
Paolo Conti