Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 01 Martedì calendario

I TAGLI SECONDO IL CORRIERE DELLA SERA

ROMA — Per il governo, la spesa pubblica «rivedibile» nel lungo periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. Nel breve orizzonte, però, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi. «Nell’attuale situazione economica — ha detto il presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa — il governo ha ritenuto necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi, per l’anno 2012, al quale tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere». E questo importo «potrebbe servire, per esempio, ad evitare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per gli ultimi tre mesi del 2012. Una riduzione di 4,2 miliardi, da ottenersi in 7 mesi (1 giugno-31 dicembre 2012) equivale a 7,2 miliardi su base annua e corrisponde perciò al 9% della spesa rivedibile nel breve periodo (80 miliardi)». La «riduzione, non lineare ma selettiva», sarà realizzata potenziando la linea di risparmio seguita dal governo e partirà da 6 ministeri: Interno, Giustizia, Trasporti, Difesa, Istruzione. Esteri.
a cura di Dino Martirano

GIUSTIZIA. INTERCETTAZIONI CON GARA UNICA. LA SFORBICIATA AI TRIBUNALI
Tra i capitoli di spesa individuati ci sono quelli riguardanti le intercettazioni telefoniche, le carceri e gli uffici giudiziari. Il Guardasigilli Paola Severino si prepara a predisporre una gara unica per le intercettazioni che, a regime, porterà notevoli risparmi. Ma c’è anche un piano per la sorveglianza ridotta peri i detenuti non pericolosi (con personale riutilizzato altrove). Il capitolo più spinoso per il governo riguarda la revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Le sedi dei giudici di pace sono già passate da 848 a 174 (risparmio atteso 28 milioni di euro l’anno). Restano però da tagliare (la delega per il governo scade a settembre 2012) 37 tribunali ordinari (sono 165 in tutto ma 103 non possono essere toccati perché hanno sede nel capoluogo di provincia) e un terzo delle 220 sezioni distaccate. L’intervento permetterà di recuperare 600-750 magistrati togati. Il risparmio stimato è di 45-60 milioni di euro l’anno. Per coprire gli organici scoperti al Nord, ci sarà un bando per la mobilità esterna per utilizzare negli uffici giudiziari personale in eccesso nelle altre amministrazioni.

TRASPORTI. LA MOTORIZZAZIONE SARA’ UN’AGENZIA DI SERVIZI
Nel settore dei Trasporti, il governo prevede «lo snellimento della struttura centrale attraverso la dismissione di una sede decentrata e la riduzione con effetto immediato degli organici». E’ stata analizzata anche per il ministero delle Infrastrutture «la ristrutturazione della struttura territoriale con la definizione di uno standard di personale in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività». In particolare, il governo intende procedere a una «riforma della motorizzazione civile verso un’agenzia di servizi autofinanziati». Altro capitolo di spesa preso in considerazione è quello di una «riforma del trasporto pubblico locale con il trasferimento alle regioni di alcuni servizi ancora gestiti dal ministero». Il governo ricorda che già nel 2011 si è verificato, rispetto al 2010, un taglio del 13% del parco auto delle auto blu e grigie e l’introduzione di un criterio selettivo per l’utilizzo dei voli di Stato (un contenimento delle ore di volo del 92% comporta un risparmio, sui base annua, di 23,5 milioni di euro).

ESTERI. REVISIONE DEL PERSONALE EDEGLI ISTITUTI DI CULTURA
In realtà alla Farnesina i tagli di un certo rilievo sono iniziati nel 2008: in 4 anni il bilancio dei ministero degli Affari esteri si è ridotto da 2,5 miliardi a 1,67 miliardi euro. Il personale è diminuito del 12% ogni anno con una emorragia di circa 1.400 dipendenti. Ma la strada da percorrere è ancora lunga: previsti altri tagli per 206 milioni di euro nel 2012, per 72 milioni nel 2013, per 93 nel 2014. Per realizzare questi obiettivi, dunque, la Farnesina sta lavorando a un nuovo schema di utilizzo del personale all’estero, alla revisione della geografia degli istituti di cultura, a una più accorta gestione del patrimonio immobiliare. Ma la presenza all’estero delle rappresentanze diplomatiche e consolari diventa fattore strategico per il rilancio dell’economia nazionale: si capisce così che — davanti allo 0,22% del bilancio statale che l’Italia destina alle «feluche» — facciano meglio la Francia (1,78%), la Germania (1,1%), la Spagna (0,75%), l’Olanda (2,5%). Il problema, tuttavia, non è di facile soluzione perché i costi fissi spesso non sono comprimibili. E la terapia per il Mae prevede, su 3.200 dipendenti amministrativi, 250 pensionamenti all’anno.

VIA UNA POLTRONA SU QUATTRO E PREFETTURE DA ACCORPARE
Al Viminale, la revisione della spesa dovrebbe partire dalla nomina dei dirigenti. Prefetti, questori, comandanti provinciali dei vigili del fuoco, direzioni centrali del ministero: il piano strategico del ministro Anna Maria Cancellieri prevederebbe di tagliare una poltrona su quattro. L’operazione è connessa a quella di accorpare (non si sa quando, però) le prefetture piccole con quelle limitrofe anche se «rimarranno le circoscrizioni amministrative con i relativi sportelli per i servizi al pubblico». I costi delle prefetture, sottolinea la scheda diffusa dal governo, sono di «9,77 euro per abitante, tuttavia con forti differenze interregionali: tra un minimo di 5,93 euro in Lombardia e un massimo di 29,35 per abitante in Molise». L’organizzazione su base provinciale delle attività (indipendentemente dal numero degli abitanti) comporta un costo di almeno 400 milioni di euro. Gli altri tagli, ma non si sa ancora quando e come, riguarderanno gli immobili (i contratti di locazione hanno un costo di 4-600 milioni di euro), l’acquisto di beni servizi (su 1700 milioni l’anno, 400 non sono coperti dagli stanziamenti iniziali).

SCUOLA. STRUTTURA CENTRALE PIù SNELLA. RIVISTI COMANDI E DISTACCHI
La scuola ha già stretto la cinghia e ora i tecnici del ministro Francesco Profumo si trovano a «raschiare il barile» anche per quel che riguarda gli affitti degli uffici centrali del Miur. In particolare, le strutture romane dell’amministrazione del ministero costano ogni anno circa 12 milioni di euro: all’Eur, per esempio, i 400 dipendenti che si occupano della gestione delle università hanno a disposizione uffici per 40 mila metri quadrati (100 a testa). La razionalizzazione, dunque, partirà «dallo snellimento della struttura centrale: attraverso l’utilizzo dei sistemi informatici, la riduzione dal 2014 del 50% di spese per fitti passivi e gestione degli immobili (già dal 2013 riduzione del 10%); riduzione degli organici dirigenziali e la riconversione profili». Inoltre, il governo Monti intende procedere a una «riorganizzazione della struttura territoriale con riduzione delle articolazioni provinciali e trasferimento funzioni». Infine, in consiglio dei ministri è stata presa in considerazione anche «la razionalizzazione di distacchi e comandi del personale» nell’ottica di «riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni».

IN PENSIONE UN GENERALE SU TRE. RAZIONALIZZATI GLI STATI MAGGIORI
Per la Difesa sono previste una «graduale revisione numerica del personale militare e civile che — nel lungo periodo (2024) — ha l’obiettivo di ridurre il personale militare a 150 mila unità e a 20 mila unità quello civile; un riordino complessivo dell’assetto organizzativo del ministero della Difesa; una rimodulazione dei programmi di ammodernamento tecnologico». Il piano del governo prevede l’uscita in pensione di un generale su tre, un colonnello su cinque, un soldato su sei (passando, appunto, da 183 mila a 150 mila unità) e un impiegato civile su tre (da 30 a 20 mila). In parallelo si procederà sull’organizzazione del vertice delle Forze Armate ispirato a criteri di razionalizzazione con la progressiva eliminazione dei doppioni: ogni stato maggiore (Esercito, Marina e Aeronautica) dovrà avere un comando operativo, uno logistico, uno per la formazione, più una direzione per l’impiego del personale. La standardizzazione e la semplificazione degli stati maggiori «consentirà più agevoli flussi relazionali tra articolazioni omologhe». È previsto infine un taglio nelle infrastrutture, parallelamente alla riduzione del 30% di comandi e di uffici.

I TAGLI SECONDO REPUBBLICA
ROBERTO PETRINI

Una spesa "rivedibile" nel breve periodo per 80 miliardi, ma che nel medio periodo può salire a 295 miliardi. All´interno c´è di tutto dai ministeri, alle Regioni, ai Comuni, dalle Prefetture ai Tribunali. E´ questa la spending review di Piero Giarda che ieri ha illustrato il suo rapporto in consiglio dei ministri. A più presto, per quest´anno, una riduzione della spesa per 4,2 miliardi necessaria per scongiurare l´aumento dell´Iva previsto da ottobre. Una riduzione di 4,2 miliardi, sottolinea Palazzo Chigi, da ottenersi in 7 mesi (tra il primo giugno e il 31 dicembre 2012) «equivale a 7,2 miliardi su base annua e corrisponde perciò al 9% della spesa rivedibile nel breve periodo (80 miliardi)». I tagli «non saranno orizzontali ma mirati», sottolinea il governo. Un direttiva impone ai ministri di consegnare entro fine mese i piani di riduzione della spesa altrimenti interverrà la presidenza del Consiglio.

***

Consumi intermedi, ovvero beni e servizi per un totale di 135,6 miliardi di spesa «rivedibile» nel medio periodo. E´ questo l´aggregato, quantificato dal Rapporto Giarda, su cui dovrà agire il neo commissario Bondi. Tra i compiti affidati al Commissario ci sono quello di coordinare l´attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, incluse tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organi, uffici, agenzie o soggetti pubblici, gli enti locali e le Regioni. Inoltre Bondi dovrà assicurare una riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi, per voci di costo, delle amministrazioni pubbliche. «Il Commissario - si legge poi nel comunicato di Palazzo Chigi - potrà segnalare al Consiglio dei ministri le norme di legge o regolamento che determinano spese o voci di costo che possono essere razionalizzate. Potrà inoltre proporre al governo la sospensione o la revoca di singole procedure relative all´acquisto di beni e servizi».

***

Allarme spesa per Comuni e Province. Due le indicazioni di lavoro che saranno presto poste sul tavolo degli enti locali provenienti dalle slide del ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda che illustrano il Rapporto sulla spending review. La prima osservazione riguarda la spesa dei Comuni sotto i 10 mila abitanti: sono i più piccoli a spendere di più. Una indicazione verso la concentrazione di servizi e l´abolizione dei microcomuni. La seconda indicazione è rivolta alle Province: anche in questo caso le province di maggiori dimensioni hanno spese per abitante «notevolmente» più basse delle province piccole. Anche in questo caso l´indicazione va verso l´accorpamento. In Parlamento sta infatti maturando un orientamento largamente condiviso - spiega una nota - volto a concentrare nelle province poche funzioni operative (territorio, trasporti e mobilità) unitariamente a una «drastica riduzione delle attuali province».

***

Giustizia e spese relative in prima fila nella spending review. Nel mirino giudici di pace, Tribunali e uffici di Procura. Secondo il piano diffuso ieri da Palazzo Chigi il taglio più severo si indirizzerà verso i giudici di pace, ai quali si ricorre per le vertenze di piccola entità (caso più frequente, le multe per violazioni del codice della strada): attualmente ci sono 848 giudici di pace che dovranno ridursi a 174, con un risparmio, valutato dal rapporto, di 28 milioni di euro l´anno. Per Tribunali, sedi distaccate e uffici di Procura, si prevede una riduzione che consentirà di risparmiare 3.600 unità di personale amministrativo che sarà «riassegnato dove vi sono carenze». L´intervento consentirà di recuperare 600-750 magistrati togati con un risparmio di 45-60 miliardi l´anno. Inoltre il ministero emanerà un bando per mobilità esterna al fine di coprire gli organici scoperti al Centro-Nord per utilizzare il personale in esubero negli altri uffici giudiziari.

***

Anche il ministero dell´Istruzione pagherà il suo prezzo alla spending review. Sistemi informatici, spese per affitto, riorganizzazione della struttura territoriale: tutto ciò per portare a un risparmio che non viene quantificato dal governo. Tuttavia la tabella che dà conto della spesa «rivedibile» nel medio periodo indica in totale i costi tagliabili per l´Università ed altri enti in 15,4 miliardi. Si passerà per uno snellimento della spesa centrale attraverso l´utilizzo dei sistemi informatici, mediante la riduzione a partire dal 2014 del 50% della spesa per affitti (e del 10 già a partire dal 2013). Si prevede inoltre una riorganizzazione delle strutture territoriali del ministero con un intervento sui Provveditorati e il trasferimento ad altre funzioni del personale. In calendario anche la razionalizzazione dei distacchi e del personale comandato in altre amministrazioni e il riequilibrio della rete scolastica aumentando il rapporto tra alunni e docenti.


***


Prefetture, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato. Le strutture periferiche di questi servizi rappresentano l´80 per cento della spesa del ministero degli Interni. La spesa analizzata è di 8 miliardi per retribuzioni, consumi intermedi e acquisto di beni e servizi. L´organizzazione su base provinciale di queste attività pesa sui conti dello Stato per 400 milioni: costi fissi che aumentano le spese dove la popolazione è scarsa. Inoltre la spesa per abitante al Centro-Sud risulta più alta rispetto al Centro-Nord perché il numero di occupati, a parità di condizioni, è maggiore; anche la retribuzione al Sud è più alta - spiega il rapporto - «a causa del ciclo: assunzione al Nord, scatti di anzianità, trasferimento al Sud». La spesa complessiva per beni e servizi è di 1,7 miliardi all´anno, i contratti di locazioni di sedi e distaccamenti locali pesano per 400-600 milioni. Le Prefetture costano in media 9,77 euro per abitante, ma in Lombardia si scende a 5,93 e in Molise si sale a 29,35.


***

Rivoluzione nel sistema che amministra i trasporti in Italia: dalle sede locali, a quelle centrali, dalla Motorizzazione alle autorità portuali, con un forte snellimento della stessa struttura del ministero. Si parla di una riduzione con effetto immediato degli organici e di una forte razionalizzazione delle strutture territoriali del ministero con l´obiettivo di calibrare il personale «in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività». In agenda anche la riforma della motorizzazione civile che dovrebbe trasformarsi in una agenzia di servizi autofinanziati. Il piano Monti-Giarda prevede anche una riforma del trasporto pubblico locale con il trasferimento alle Regioni di alcuni servizi ancora gestiti direttamente dal ministero. Nel mirino anche le autorità portuali che saranno ridotte di numero e riqualificate. Si studiano anche nuove forme di sostegno all´autotrasporto oggi basate su incentivi e sconti fiscali.

I TAGLI SECONDO LA STAMPA
Il dimagrimento del ministero dell’Interno parte dalle prefetture considerando che l’80% della spesa (8 miliardi) è destinato alle strutture periferiche. Una trentina di sedi minori sarà accorpata a una prefettura-madre e ogni accorpamento farà risparmiare un milione. Inevitabile, in queste città, anche il declassamento delle questure e dei comandi provinciali di vigili del fuoco, carabinieri e guardia di finanza. Non sarà cancellata nessuna circoscrizione amministrativa e al posto della vecchia prefettura ci sarà uno sportello per i servizi al pubblico. Anche la sede centrale sarà sottoposta a snellimento, con chiusura di alcune direzioni centrali e un risparmio preventivato di 2 milioni di euro.
L’organizzazione su base provinciale, indipendentemente dal numero di abitanti, costa 400 milioni di euro. Dato poi che una serie di costi sono fissi, ciò comporta che nella regione più piccola come il Molise la prefettura costa 29,35 euro per abitante e che nella regione più popolosa come la Lombardia costa 5,93 euro per abitante.
I contratti di locazione del ministero - tra uffici di prefettura, polizia e vigili del fuoco - costano 4-600 milioni di euro. Qui si sta valutando quanto e come risparmiare.
In gran fermento contro il ministro Anna Maria Cancellieri, i sindacati. Con una nota congiunta, prefetti, vigili del fuoco e agenti di polizia auspicano «che non si tratti di provvedimenti che finiscano con il causare danni assai maggiori di quelli che dovrebbero risolvere». Si cominci con il tagliare le auto blu, dicono.

***

Al Miur, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno messo a fuoco quattro mosse per tagliare le spese e contribuire alla riduzione del deficit di bilancio. Il primo capitolo punta a rendere più efficiente la gestione delle supplenze e mettere in condivisione spazi come biblioteche e segreterie. La seconda mossa riguarda gli affitti (ma esclude le scuole): le strutture dell’amministrazione centrale del ministero dell’Istruzione costano ogni anno 12 milioni di euro di canoni. La volontà è di concentrare tutte le attività tra la sede centrale di via Trastevere e gli uffici di viale Carcani, a Roma. Questo consentirebbe un risparmio di circa 9 milioni di euro, il 75% dell’attuale spesa, che calerà così da 12 a 3 milioni. Il terzo obiettivo riguarda la riorganizzazione degli uffici amministrativi: la volontà del ministero è di puntare a funzioni di indirizzo e coordinamento e ridurre le strutture che finora hanno gestito vari processi. Infine, un’ultima quota di risparmi arriverà cercando di acquistare beni e servizi online: in questo modo si punta a risparmiare circa 100 milioni, il 15% della spesa attuale.
Dai sindacati ieri si è subito levato un coro di no: basta tagli alla scuola. Ed anche il Pd, con l’ex ministro Fioroni e con Bersani, ha chiesto di non toccare questo settore. «Non credo ci siano i margini - ha spiegato il leader del Pd -. Si può parlare di riorganizzazione, non di tagli. Altrimenti ci diamo altre mazzate e pregiudichiamo la crescita». L’accorpamento dei servizi «preoccupa molto» la Cisl Scuola, che definisce «sbagliato l’approccio burocratico». «In una situazione in cui le scuole sono alla canna del gas, se si facessero altri tagli saremmo di fronte ad un disastro» protesta il segretario generale Flc-Cgil Mimmo Pantaleo. «No ai tagli» anche dalla Uil.

***

Anche il ministero della Giustizia è chiamato a una forte razionalizzazione e riduzione delle spese. La «spending review» qui passa attraverso una revisione della cosiddetta geografia giudiziaria. In Italia, tra grandi, piccole e piccolissime, ci sono tremila sedi dove si amministra la giustizia. Alla fine del processo di dimagrimento e accorpamento, il numero degli uffici sarà ridotto in maniera significativa. Scompariranno tribunali minori e sezioni distaccate per un risparmio preventivato di 45-60 milioni di euro. Di 848 uffici del giudice di pace, ne sopravviveranno 174. Risparmiati altri 28 milioni di euro. Si profila un travaso da una sede all’altra di 1944 giudici di pace, 600-750 magistrati togati, 3600 unità del personale amministrativo.
Per le scoperture nel centro-nord ci sarà un bando per mobilità esterna rivolto al personale di altre amministrazioni dello Stato.
Per quanto riguarda le carceri, è in vista una svolta: dei 66 mila detenuti, si considera che quelli davvero pericolosi siano 28 mila e su questi saranno concentrati i controlli da parte di una polizia penitenziaria in grave affanno di organico. E’ cambiato nel frattempo anche il Piano carceri. Abbandonata l’idea di crearne tante ex novo, si aumenteranno le dimensioni di quelle esistenti con nuovi padiglioni, risparmiando 220 milioni di euro rispetto al previsto e avendo 11.573 nuovi posti (2273 più del previsto).
E se si arrivasse a una gara unica nazionale per i servizi di intercettazione si potrebbero risparmiare oltre 200 milioni di euro sulle spese di noleggio di apparecchiature. Il ministero è in attesa di un parere dell’Avvocatura dello Stato.

***

È una sforbiciata pesante per il personale delle nostre forze armate, la «spending review» della Difesa. Il governo intende lasciare a casa un generale su tre, un colonnello su cinque, un soldato su sei (passando da 183 militari a 150 mila) e un impiegato civile su tre (da 30 a 20 mila). L’obiettivo però non è risparmiare sul budget, ma trasferire risorse agli investimenti e all’addestramento. Lo ha detto il ministro Giulio Terzi di Sant’ Agata rispondendo alle domande dei giornalisti. Il ridimensionamento, ha spiegato il ministro.
«È stato presentato un piano assolutamente incisivo - dice il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola - e devo vedere ancora qualcosa di simile da parte degli altri [ministri, ndr]». Comunque ci vorrà qualche anno per andare a regime. «Non si possono tagliare 40 mila uomini in un giorno».
Al termine della riorganizzazione, ogni stato maggiore dovrà avere un comando operativo, uno logistico, uno per la formazione, e non di più. Sanità, formazione e logistica saranno accentrate e razionalizzate. Tagli drastici sono in arrivo anche per il settore dei comandi territoriali. Sparisce anche il Consiglio superiore delle Forze armate.
E’ previsto infine un taglio nelle infrastrutture, parallelamente al taglio del 30% dei comandi. La Difesa avrà un numero notevole di edifici da mettere in vendita. Ed è questo, assieme ai risparmi tangibili sugli stipendi, il «tesoretto» su cui la Difesa conta per fare cassa.

***

La razionalizzazione delle spese del Ministero degli Esteri parte da un dato: il cui bilancio della Farnesina è passato da 2,5 miliardi del 2008 agli 1,67 del 2012. Nell’ultimo triennio il personale è diminuito del 12% ogni anno, con una fuoriuscita di 1400 persone e tra le possibili soluzioni per realizzare ulteriori risparmi senza «compromettere l’operatività del Ministero e la sua rete diplomatico-consolare ora vi sarebbero anzitutto il ricorso crescente a contrattisti locali, ma anche un’aggiornata ripartizione degli istituti di cultura, l’innovazione tecnologica e una nuova attenzione alla sostenibilità ambientale come stabilito dal progetto «Farnesina Verde».
Più di così sarebbe insomma difficile andare, anche tenuto conto che il nostro Paese dedica alle spese del ministero degli Esteri lo 0,22% del bilancio statale, contro l’1,78% della Francia, l’1,1% della Germania, lo 0,38% della Gran Bretagna lo 0,3%, lo 0,75% della Spagna ed il 2,5% della Spagna. «Il Mae non può più tagliare abbiamo circa 400 rappresentanze nel mondo, ci sono costi di tenuta e soprattutto fattori di sicurezza» ha spiegato ieri a la Stampa Paola Ottaviani, responsabile funzione pubblica della Cgil Esteri.
Quanto al processo di spending review avviato a gennaio dalla Farnesina e che dovrebbe concludersi nei prossimi giorni, le proiezioni punterebbero a ulteriori risparmi per circa 25 milioni di euro, che riassorbano una quota significativa dei tagli al bilancio già previsti: 206 milioni quest’anno, 72 nel 2013 e 93 nel 2014.

***

Nel mirino dei «tagli» finisce anche il settore dei Trasporti. Uno dei «ministeri» per antonomasia. E la cura che si prospetta, anche qui, sarà certamente pesante. Al primo punto il pianoGiarda prevede lo «snellimento della struttura centrale attraverso dismissione della sede decentrata» del dicastero, quindi, in parallelo, la «riduzione con effetto immediato degli organici». Ci sarà poi una «ristrutturazione della struttura territoriale con la definizione di uno standard di personale in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività».
Per quanto riguarda le realtà collegate al ministero, anche qui, si annuncia una mezza rivoluzione. La riorganizzazione dei Trasporti passerà anche attraverso la riforma della Motorizzazione civile che verrà trasformata in un’«agenzia di servizi» e soprattutto dovrà essere «autofinanziata» in maniera tale da non pesare più sui conti dello Stato. Secondo punto: le autorità portuali. Il governo pensa di ridurre il loro numero (oggi sono ben 18) e di riqualificarla funzioni e attività.
Una parte di attività verranno poi assegnate alle Regioni: in questo caso lo scopo è duplice: attuare la riforma del trasporto pubblico locale ed alleggerire il carico di funzioni accentrare sul ministero trasferendo alle regioni alcuni servizi ancora gestiti dal ministero.
Sesto punto dell’agenda-trasporti, l’autotrasporto. Per questo comparto, che assorbe diverse decine di milioni per sgravi e sussidi di varia natura, il governo ipotizza «nuove forme di sostegno». Una formulazione che nasconde anche qui l’intenzione di tagliare? Lo si scoprirà nelle prossime settimane.