SANDRA RICCIO, La Stampa 28/4/2012, 28 aprile 2012
In Mps comincia l’era di Profumo - Parte ufficialmente l’era di Alessandro Profumo a banca Mps
In Mps comincia l’era di Profumo - Parte ufficialmente l’era di Alessandro Profumo a banca Mps. L’ex ad di Unicredit, è stato eletto a larga maggioranza (97,8% dei voti) dall’assemblea dei soci chiamata a nominare il nuovo consiglio e che, ieri, si è trovata anche ad approvare uno dei peggiori bilanci della banca, con 4,7miliardi di perdite, dopo svalutazioni straordinarie e niente dividendi. Profumo arriva al Monte in un momento difficile e dopo che il principale azionista, la Fondazione Mps, ha chiesto «una inversione di rotta con scelte rapide e coraggiose». La sua prima mossa è stata così quella di rinunciare ai 500mila euro di stipendio da presidente accontentandosi dei 60mila da consigliere. La sua nomina ai vertici Mps arriva dopo un aspro dibattito che si è esteso anche alla sua candidatura in sostituzione dell’uscente Giuseppe Mussari. (che rimarrà presidente Abi). Le polemiche si sono materializzate anche in assemblea con 9 ore di riunione e numerosi e accesi interventi. Al centro dell’assemblea è tornato ieri anche lo «spettro» dell’acquisizione lampo di Antonveneta nel 2008 da parte di Mps. È stato il presidente del collegio sindacale uscente, Tommaso di Tanno, ad affrontare il tema sollecitato da un’azionista: «il valore patrimoniale della banca era di 2,3miliardi e fu acquistata per 9miliardi». Di Tanno ha ricordato che la due diligence preventiva sulla banca veneta «non fu fatta», tuttavia i dati «risultarono veritieri». Intanto anche il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini, dimagrita al 36,3% del capitale per fare fronte ai debiti con le banche, ha chiesto «un rapido ritorno all’utile e ai dividendi» e una «svolta» che passi attraverso un aumento di ricavi e un taglio dei costi. Un appello che il neo ad Fabrizio Viola ha raccolto e che sarà inserito nel nuovo piano industriale che dovrà realizzare una nuova forte ristrutturazione. C’è inoltre da soddisfare, entro fine giugno, le richieste di rafforzamento del capitale dell’Eba (che ha penalizzato la forte esposizione del Monte ai titoli di Stato) attraverso dismissioni e senza chiedere nuovi aumenti di capitale al socio di maggioranza, oramai senza risorse. Mancini ha chiesto e ottenuto dai soci un calo dei compensi degli amministratori del 20% a 60mila euro e ha proposto un calo della retribuzione del presidente da 700 a 500mila euro, ma Profumo ha già fatto sapere che intende rinunciarvi. Intanto, il neo presidente, per marcare quella «discontinuità» chiesta dai principali azionisti, potrà far conto su un manager esperto in ristrutturazioni come Fabrizio Viola e su un cda rinnovato (9 consiglieri su 12) espressione del mutato assetto azionario. Oltre alla lista espressione della Fondazione (6 consiglieri: Profumo, Viola, Paola Demartini, Tania Groppi, Angelo Dringoli e Marco Turchi) la seconda lista proposta da Unicoop Firenze, Finamonte (della famiglia Aleotti che ha rilevato il 4%) e Gorgoni (ex soci Salento), vede eletti Turiddo Campaini, Lorenzo Gorgoni, Alberto Giovanni Aleotti e Pietro Giovanni Corsa. Dentro anche Michele Briamonte, allievo e avvocato dello studio di Franzo Grande Stevens e membro nel cda della Juventus, come espressione di diversi fondi privati internazionali fra cui la Timelife del finanziere Raffaele Mincione (socio all’1,1%). Confermato inoltre Frederic Marie de Courtois d’Arcollieres (Axa).