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 2012  aprile 28 Sabato calendario

Addio alla cannabis libera L’Olanda sbarra le porte dei coffee shop ai turisti - Ancora per quest’anno i turisti dello sballo che accorrono in Olanda in cerca di una canna senza conseguenze giudiziarie potranno ridere della vecchia massima di Keith Richards, il vizioso e incartapecorito chitarrista dei Rolling Stones, che amava ripetere: «Io non ho problemi con la droga, ho problemi con la polizia»

Addio alla cannabis libera L’Olanda sbarra le porte dei coffee shop ai turisti - Ancora per quest’anno i turisti dello sballo che accorrono in Olanda in cerca di una canna senza conseguenze giudiziarie potranno ridere della vecchia massima di Keith Richards, il vizioso e incartapecorito chitarrista dei Rolling Stones, che amava ripetere: «Io non ho problemi con la droga, ho problemi con la polizia». Poi basta, rischieranno guai con l’una e con l’altra. Dal primo maggio, nelle tre regioni meridionali dei Paesi Bassi, e da gennaio anche in tutte le altre, il consumo di hashish, marijuana&Co sarà consentito esclusivamente ai residenti, e solo a quelli dotati di una speciale tessera, il WeedPass, ErbaPass diremmo noi. È la fine di una stagione che è diventata leggenda, e forse anche quella dei Coffee shop che l’hanno costruita. Una stretta annunciata. Dopo essersi conquistata la fama di «terra della Gedoogbeleid» (la tolleranza), liberale e liberista in tutto oltre che nell’economia, l’Olanda continua nel suo graduale ma deciso dietrofront. Prostituzione irreggimentata, limiti ai distretti a luce rossa, messa al bando nel 2008 dei funghi psichedelici e tre anni dopo della skunk, varietà più tosta della cannabis. Ora la sforbiciata alle droghe leggere, quelle che secondo gli antiproibizionisti hanno tenuto alla larga dai canali di Amsterdam un buon numero di mafiosi e spacciatori. E, si lamenta il pragmatico sindaco Eberhard Van der Laan, saranno scoraggiati anche un bel numero di turisti. Il sindaco vuole un altro appello. Proverà a opporsi alla sentenza del tribunale distrettuale dell’Aia che ieri ha respinto il ricorso presentato dai gestori dei Coffe Shop contro l’ErbaPass. Non sarà il solo, lo faranno anche i proprietari dei 670 locali olandesi dove dal 1976 è ammesso acquistare e consumare droghe leggere. Nell’attesa, la legge entrerà in vigore. Dal primo maggio si applicherà nelle tre provincie del Sud - Zelanda, Brabante e Limburgo - chiudendo ai vicini belgi, tedeschi e francesi la porta dei viaggi senza movimento. A partire dal 2013 la norma sarà estesa a tutte le città dei Paesi bassi. Vuol dire che i coffee shop diventeranno circoli chiusi, ai quali potranno accedere solo i soci registrati, un massimo di duemila, tutti maggiorenni e rigorosamente nati in Olanda. Esultano i proibizionisti. È una novità, a loro avviso, che riduce i rumori notturni, limita gli ingorghi, e fa sparire il traffico di milioni di visitatori «fuma e fuggi» che ogni anno varcavano il confine dei Paesi Bassi. I gestori, preoccupati per il loro business stimato in 1,4 miliardi di euro l’anno, sostengono che la legge è discriminatoria. In pratica limiterebbe il diritto alla libera circolazione delle persone e dei servizi, creando una differenza fra i residenti e i non residenti; oltretutto, è considerata una forma di schedatura. I giudici hanno negato la circostanza, del resto lo scorso autunno un pronunciamento della Corte di Giustizia Ue aveva detto la stessa cosa. Così il 30 aprile sarà l’ultima serata dello sballo legale straniero a Maastricht come a Breda. Anche se, in questi casi, gli addetti ai lavori ripetono sornioni che, in Olanda, «non ci sarà mai l’ultima notte di sballo».