Valentina Conte, la Repubblica 28/4/2012, 28 aprile 2012
Hanno tutti una caratteristica in comune: non aver pagato le tasse per almeno un anno. La Guardia di Finanza li ha stanati così: 2
Hanno tutti una caratteristica in comune: non aver pagato le tasse per almeno un anno. La Guardia di Finanza li ha stanati così: 2.192 evasori totali scoperti nei primi quattro mesi del 2012, quasi una ventina al giorno, per oltre 6 miliardi di euro occultati, 650 milioni di Iva non dichiarata, 853 denunciati per non aver presentato la dichiarazione e altri 350 per occultamento o distruzione della contabilità. Invisibili al Fisco, in realtà «facevano la "bella vita" a scapito degli imprenditori leali e rispettosi delle regole - scrive il Comando generale nel comunicato ufficiale - ostentando macchine di grossa cilindrata, ville da sogno e ricchezze accumulate in anni e anni di collaudata disonestà, mentre usufruivano di servizi che non avevano mai contribuito a pagare». Picchi di evasione sono stati riscontrati nel settore del commercio (25% del totale) e in quello delle costruzioni (22%). A seguire, attività manifatturiere (11%), professioni (5,7%), alloggio e ristorazione (5,5%). Per aggirare la scaltrezza di questi evasori totali - che studiano «ogni tecnica per evitare di lasciare tracce» e privilegiano il contante - la Guardia di Finanzia ha incrociato le informazioni tratte dalle banche dati con i necessari controlli sul territorio, vere e proprie investigazioni "alla vecchia maniera". La "disoccupata" Senza lavoro con Porsche piscina cromatica e megavilla UFFICIALMENTE senza lavoro. Residente a Milano Marittima, diceva di vivere grazie ai regali dell’ex compagno. Poi un giorno un controllo stradale come tanti. I finanzieri la fermano alla guida di una delle sue due Porsche, nel ravennate. Qualche riscontro e spunta l’altra vita da «incallito evasore totale». Oltre alle auto di lusso, una mega villa al mare, viaggi sempre in prima classe, soggiorni in hotel a 5 e 7 stelle. E una casa da favola "mono-griffe"- dalle forchette al sofà - con piscina cromatica, arredi di lusso, un’intera galleria d’arte in garage, abiti, scarpe e gioielli di pregio. La signora non lesinava le spese, anche 35 mila euro l’anno in una singola boutique per mise d’alta classe. Tutto esentasse. Soldi non lasciati da presunti amanti, ma frutto di intermediazione in opere d’arte, immobili e anche moda per conto di importanti società del Nord. Le Fiamme Gialle hanno recuperato circa 2 milioni e proposto la confisca degli immobili. Il teatro E per l’Ambra Jovinelli zero dichiarazioni dal 2008 ANCHE l’Ambra Jovinelli, glorioso teatro di varietà romano di inizio Novecento, nel tritacarne dei furbetti del Fisco. La società che l’ha gestito negli ultimi anni, assieme ad altri due teatri all’Esquilino, aveva una contabilità impeccabile. Alcuni debiti iscritti a ruolo, per importi contenuti, hanno fatto scattare un banale controllo congiunto Guardia di Finanza-Equitalia. E qui la sorpresa: dal 2008 zero dichiarazione di redditi, Iva, Irap per oltre 3,6 milioni di euro. Così anche un bowling e annesso ristorante nella zona di Casal Lumbroso che batte gli scontrini, ma non tiene la contabilità: 4 milioni non dichiarati in 4 anni. E ancora un’impresa di autotrasporti di Capena, provincia di Roma, fattura i traslochi con regolarità. Ma poi non paga le tasse su 4,5 milioni. Tra le giustificazioni più gettonate a Roma e dintorni, la crisi e le difficoltà del momento. Ma anche: «Ho dimenticato di presentare la dichiarazione». La pasticceria I "migliori" cannoli di Reggio fruttano appena 1 euro l’anno I CANNOLI alla ricotta più buoni di Reggio Calabria. Un gelato speciale e altre deliziose golosità, gradite anche ai Finanzieri che spesso visitano questa nota pasticceria, in centro città. Tra una degustazione e l’altra, le Fiamme Gialle notano incongruità negli scontrini: troppi emessi in determinate fasce orarie, magari quando loro sono in giro. Scattano le prime verifiche e all’improvviso spunta una clamorosa dichiarazione relativa al 2007: appena un misero euro di reddito. I conti non tornano e alla fine la Guardia di Finanza ricostruisce 400 mila euro di ricavi che l’estroso pasticcere e la titolare, sua moglie, decidono di tenere lontani dalle tasse nel 2010 e nel 2011, e violazioni Iva per oltre 40 mila euro. Come se non bastasse, pure tre lavoratori in nero, due in laboratorio e un impiegato, La multa è maxi: 340 mila euro, 150 euro per ogni giorno di assunzione irregolare moltiplicata per 900 giorni, tre anni di nero. Il costruttore Simula furto di documenti per occultare 24 milioni AVEVA pensato a tutto. O quasi. Un imprenditore edile di Alatri, in provincia di Frosinone, in apparenza agiva alla luce del sole: emetteva e registrava regolarmente le fatture, la contabilità di dipendenti e singoli cantieri era corretta. Poi un giorno simula il furto della propria auto. Riposti nel cofano, preziosi documenti fiscali che, andati persi, gli impediscono di redigere regolare dichiarazione dei redditi. Così, ad un controllo della Finanza, salta fuori che dal 2007 l’astuto signore non versa un centesimo al Fisco. Impossibile trovare le carte, in realtà sapientemente occultate, ma ufficialmente rubate. Armati di pazienza, le Fiamme Gialle ricostruiscono il giro d’affari dell’impresa, attraverso indagini bancariee accertamenti presso clienti e fornitori. Risultato: base imponibile evasa record, oltre 23 milioni, più violazioni Iva per oltre un milione. L’imprenditore emetteva fatture, sì, ma non redigeva neanche il bilancio. Il gioielliere Giovane e amante del lusso non pagava da quattro anni TRENTENNE, noto gioielliere, proprietario di due negozi nel bresciano: Gavardo e Manerba del Garda. Amante dei monili e del lusso, meno del Fisco e della legalità, per via di una "dimenticanza" ha omesso di pagare le tasse per quattro anni di seguito. Danno per lo Stato: evasi quasi 1,4 milioni di imposte dirette e circa 280 mila euro di Iva. Il giovane, in realtà, non negava gli scontrini ai suoi ignari clienti e teneva la documentazione fiscale apparentemente in regola, pronta per essere esibita in caso di controllo. Poi un giorno qualcosa si inceppa. Una verifica dei finanzieri di Salò sui settori a rischio evasione, come quello dei preziosi, svela che l’insospettabile ed energico gioielliere ama sguinzagliare Bmw Cabrio, Porsche Cayenne e Ducati Monster, per le vie della Leonessa d’Italia e dintorni. E non di rado veste griffe super costose, acquistate con soldi fatturati, sì, ma finiti integralmente nelle sue tasche.