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 2012  aprile 27 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. I PRIMI DATI DEL CENSIMENTO 2011


REPUBBLICA.IT
ROMA - I residenti in Italia sono 59.464.644. Lo afferma l’Istat che ha presentato i risultati provvisori del 15mo censimento che ha fissato la foto del paese al 9 ottobre 2011. Rispetto al 2001 un incremento di 2.468.900 residenti (+4,3%). Aumenta anche il numero delle famiglie, da 21.810.676 a 24.512.012. Il numero medio di componenti del nucleo passa da 2,6 a 2,4. In Italia risiedono 28.750.942 maschi e 30.713.702 femmine, una differenza di 1.962.760 individui, in media 52 donne ogni 100 abitanti. Il 46% dei cittadini censiti vive al Nord, il 19% al centro e il 35% al sud e nelle isole. Il 70% degli 8.092 comuni ha una popolazione inferiore a 5 mila abitanti; in questi comuni dimora abitualmente il 17% della popolazione, mentre il 23% vive nei 45 comuni con più di 100 mila abitanti.
Altri dati demografici risaltano, offrendo il quadro di una società più eterogenea ma anche più povera. Negli ultimi dieci anni si è triplicato il numero degli stranieri abitualmente dimoranti in Italia: dai 1.334.889 del 2001 si è passati agli attuali 3.769.518. Ma sono più che triplicate in dieci anni anche le famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili: 71.101 contro le 23.336 del 2001. Questo aumento è definito dallo stesso Istat "vertiginoso".
Stranieri in Italia. Gli stranieri incidono del 6,34% sulla popolazione contro il 2,34% del 2001, contribuendo, spiega l’Istat, all’incremento della popolazione totale a fronte della tendenziale
staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana. Il 36% degli stranieri vive nel Nord-ovest del Paese, ma in dieci anni è cresciuto del 192% il numero degli stranieri nell’Italia meridionale. Per quanto riguarda l’incidenza della popolazione straniera su quella complessiva, è "assai più elevata nel Nord-Ovest (85,9 per mille abitanti) e nel Nord-Est (93 per mille abitanti) che nel Mezzogiorno (23,4 per mille abitanti) e nelle Isole (21,2 per mille abitanti)". Tra i comuni più grandi, Brescia è la città con la maggior percentuale di popolazione straniera: il 16 per cento.
Popolazione triplicata dall’Unità d’Italia. Dal primo censimento del 1861 al più recente, la popolazione residente in Italia è quasi triplicata, passando da 22 milioni a circa 59,5 milioni. Negli ultimi 10 anni, la popolazione è cresciuta soprattutto al centro-nord dove oltre il 70% dei comuni ha registrato un incremento demografico; all’opposto il numero dei residenti è sceso in oltre il 60% dei comuni al sud e nelle isole.
Roma la città più popolosa. Il comune più popoloso è Roma con 2.612.068 residenti. La Capitale, con 1.307,7 chilometri quadrati di superficie, è anche il comune più esteso. Il comune meno popolato è invece Pedesina (Sondrio) con soli 30 residenti, il più piccolo Fiera di Primiero (Trento), con appena 0,2 chilometri quadrati. Il comune più densamente popolato è Portici (Napoli) che ha 12.311 abitanti per chilometro quadrato. Il comune che dal 2001 ha aumentato di più gli abitanti, +220,1%, è Rognano (Pavia). Paludi (Cosenza) detiene invece il primato del più forte calo (-41,2%). Il 70% degli 8.092 comuni italiani ha una popolazione inferiore a 5mila abitanti. In questi comuni dimora abitualmente il 17% della popolazione, mentre il 23% vive nei 45 comuni con più di 100mila abitanti.
Quasi 3 milioni di case "potenzialmente" non occupate. Rispetto al 2001, in Italia si contano 14.176.371 edifici, l’11% in più rispetto al 2001, e 28.863.604 abitazioni, di cui 23.998.381 occupate da residenti (83%), 1.571.611 di abitazioni in più rispetto al precedente censimento, con un aumento del 5,8%. La rilevazione dell’Istat ha poi censito 9.607.577 numeri civici. Di questi, il 53,4% è di tipo ’abitativo’ mentre il 45,9% ’non abitativo’ (ad esempio, esercizi commerciali a piano terra, garage, unità produttive); lo 0,6% è associato a ’complessi di edifici non abitativi’ (come ospedali, università, caserme). Il confronto tra il numero di interni ad uso abitativo di ciascun indirizzo e il numero di famiglie registrate in anagrafe allo stesso indirizzo ha generato, segnala l’Istat, 2.708.087 potenziali abitazioni non occupate o di famiglie dimoranti non iscritte in anagrafe.
I questionari. Il 44% dei questionari dell’Istat è stato consegnato agli uffici comunali, il 22,6% agli uffici postali e il 33,4% (8,2 milioni) via Internet. A compilare il questionario sul web sono state in misura relativamente maggiore le famiglie che vivono nei comuni fino a 5 mila abitanti (37%) e al sud (40%). L’Istat prevede che entro il 31 dicembre prossimo sarà pubblicata la popolazione legale di ciascun comune distinta per sesso, anno di nascita e cittadinanza italiana o straniera. Tutti gli altri dati tra marzo e maggio 2014.
(27 aprile 2012)

CORRIERE.IT
MILANO - I residenti in Italia sono 59.464.644. Lo afferma l’Istat che ha presentato i risultati provvisori del 15simo censimento che ha fissato la foto del paese al 9 ottobre 2011. Rispetto al 2001 un incremento di 2.468.900 residenti (+4,3%), dovuto soprattutto alla forte crescita degli stranieri residenti nel Paese, il cui numero è triplicato rispetto al 2001 a fronte di una inequivocabile staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana (aumentata di sole 34mila unità rispetto al 2001). 63,4 persone su 1000 sono stranieri. Aumenta anche il numero delle famiglie, da 21.810.676 a 24.512.012; diminuisce invece il numero medio di componenti, che passa da 2,6 a 2,4. Il dato più allarmante è la crescita esponenziale di famiglie che abitano in roulotte o baracche: più di 70mila.
DONNE - Nel dettaglio, si legge che in Italia risiedono 28.750.942 maschi e 30.713.702 femmine. Con una differenza di 1.962.760 individui; ci sono in media 52 donne ogni 100 abitanti. Il 46% dei cittadini censiti vive al Nord, il 19% al centro e il 35% al sud e nelle isole. Il 70% degli 8.092 comuni ha una popolazione inferiore a 5 mila abitanti; in questi comuni dimora abitualmente il 17% della popolazione, mentre il 23% vive nei 45 comuni con più di 100 mila abitanti.
NELLE BARACCHE - Sono 71.101 le famiglie residenti in Italia che hanno dichiarato di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili. L’Istituto nazionale di statistica sottolinea che «nel 2011 c’è stato un aumento vertiginoso, a fronte delle 23.336 famiglie del 2001».
I COMUNI - Con i suoi 2.612.068 residenti, Roma risulta il comune più popoloso. Il più piccolo per popolazione si conferma Pedesina, piccolo paesino in provincia di Sondrio, con 30 abitanti. Secondo i dati, l’Italia si conferma anche un Paese di piccoli comuni: ben sette su dieci hanno infatti meno di 5.000 abitanti. Il 46% della popolazione vive al Nord.
NELLA STORIA - Dal primo censimento del 1861 al più recente, la popolazione residente in Italia è quasi triplicata, passando da 22 milioni a circa 59,5 milioni. Negli ultimi 10 anni, la popolazione è cresciuta soprattutto al centro-nord dove oltre il 70% dei comuni ha registrato un incremento demografico; all’opposto il numero dei residenti è sceso in oltre il 60% dei comuni al sud e nelle isole. Il 44% dei questionari dell’Istat è stato consegnato agli uffici comunali, il 22,6% agli uffici postali e il 33,4% (8,2 milioni) via Internet. A compilare il questionario sul web sono state in misura relativamente maggiore le famiglie che vivono nei comuni fino a 5 mila abitanti (37%) e al sud (40%). L’Istat prevede che entro il 31 dicembre prossimo sarà pubblicata la popolazione legale di ciascun comune distinta per sesso, anno di nascita e cittadinanza italiana o straniera. Tutti gli altri dati tra marzo e maggio 2014. (fonte: Ansa)
27 aprile 2012 | 12:22

ASCA
(ASCA) - Roma, 27 apr - Un censimento con ’’piu’ testa e meno gambe’’, con l’aiuto del web e una grande collaborazione delle famiglie che e’ costato ’’dieci euro per abitante, meno di quello americano che costa 34 euro e piu’ alto di quello della Gran Bretagna che costa 8,7 euro’’. Lo ha spiegato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, presentando i primi risultati del 15e’ censimento generale della popolazione e delle abitazioni, oggi, nell’Aula magna dell’istituto di statistica, a Roma.
Il censimento 2011 si e’ avvalso di una rete di rilevazione semplificata rispetto a quella adottata nelle precedenti tornate, ma adatta a gestire le numerose innovazioni di metodi e tecniche. Il numero dei rilevatori impiegati e’ stato pari al 60% di quello del 2011, secondo quanto auspicato e preventivato dall’Istat. Il loro lavoro e’ stato fondamentale non solo nella raccolta casa per casa dei questionari non consegnati autonomamente via web o negli uffici postali e comunali, ma soprattutto nella verifica di qualita’ delle informazioni e nell’assistenza alla compilazione. Il 96,9% degli oltre 25 milioni di questionari di famiglia personalizzati e’ stato spedito per posta. Il recapito postale ha avuto esito positivo nel 94,8% dei casi.
Il mancato recapito e’ stato causato soprattutto da trasferimenti, decessi e irreperibilita’ dei destinatari. I questionari non pervenuti alle famiglie per via postale sono stati consegnati dai rilevatori. Le famiglie hanno potuto restituire il questionario compilato attraverso il web, ai centri comunali di raccolta e ai rilevatori o negli oltre 14 mila uffici postali italiani.
Il 44% dei questionari e’ stato restituito agli uffici comunali di censimento, il 22,6% agli uffici postali e ben il 33,4% via Internet. A compilare il questionario sul web sono state in misura relativamente maggiore le famiglie che vivono nei comuni fino a 5 mila abitanti (37%) e al Sud (40%). Il Censimento del 2011 e’ stato il primo completamente assistito da tecnologie web, grazie a un software articolato in piu’ componenti, che ha garantito la massima sicurezza nella trasmissione e conservazione dei dati. I siti del censimento sono stati sviluppati facendo prevalentemente uso di tecnologie open source. E’ stato messo a disposizione un questionario online, utilizzato da 8,2 milioni di famiglie.
Piu’ di 84 mila operatori della rete censuaria si sono serviti giornalmente del Sistema di Gestione della Rilevazione per dare supporto all’esecuzione delle fasi operative del censimento, che ha permesso, ad esempio, di calcolare i primi risultati direttamente a partire dai dati del sistema. map/mau/ss