Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/4/2012, 25 aprile 2012
La stampa si vende se è ben fatta – Qual è la rivista tedesca di maggiore successo, Der Spiegel o Stern? No, è una pubblicazione di provincia, senza redattori di grido, senza star del giornalismo che appaiano in tv, e dai costi molto contenuti
La stampa si vende se è ben fatta – Qual è la rivista tedesca di maggiore successo, Der Spiegel o Stern? No, è una pubblicazione di provincia, senza redattori di grido, senza star del giornalismo che appaiano in tv, e dai costi molto contenuti. Il primo numero di Landlust apparve nell’ottobre del 2005 con una tiratura di 76 mila copie. Nei primi mesi di quest’anno la rivista ha superato, sia pure di un soffio, il traguardo di 1 milione di copie vendute, lasciando indietro le nobili rivali. Una scalata silenziosa. Il successo non ha dato alla testa e il prezzo è rimasto fermo a 3,80 euro, con oltre un terzo delle copie distribuite in abbonamento. La stampa tedesca rimane un’oasi invidiata dal resto d’Europa. Perde colpi, ma resiste. Il domani rimane minaccioso, soprattutto per i settimanali. Le classiche inchieste e reportage appaiono sui quotidiani, e i lettori amanti di scandali e pettegolezzi vengono informati giornalmente dalla tv. Si considera un successo difendere le posizioni acquisite, o perdere di poco lettori e pubblicità. Landlust vuol dire amore per la campagna, la vita semplice, e anche per l’Heimat, una parola che pure gli italiani hanno imparato, benché non sia semplice tradurre. Sarebbe la «piccola patria», il luogo in cui ci si sente a casa, e che può non coincidere con il posto dove si è nati. È femminile, contrapposto al minaccioso neutro di Vaterland, la patria per cui si va in guerra e si muore. La sede della rivista si trova a Münster, in Westfalia, una delle cittadine più belle d’Europa, dove le auto sono quasi totalmente bandite dal centro storico, regno incontrastato delle biciclette. Nei lontani anni Sessanta, gli studenti dell’università ne regalarono una (usata) al loro amato professore Joseph Ratzinger. Allora, prima del ’68, il futuro papa era progressista e idolo dei giovani. A Münster sono sempre convinti che Papa Benedetto sia cambiato per colpa delle grandi città, prima Monaco, poi Roma. La redazione è tutta femminile, e questo è forse un altro fattore di successo, e la guida Ute Frieling-Huchzermeyer, 53 anni. Negli articoli si spiega come fare la marmellata in casa o coltivare la rucola in giardino, ma questi temi si trovano anche su altre riviste dedicate alla casa, o nelle rubriche dei quotidiani al sabato. Landlust deve il successo al suo stile, semplice ed elegante allo stesso tempo. Per la verità, non è del tutto corretto mettere a confronto la rivista di Frau Ute con i settimanali storici, dato che Landlust esce solo sei volte all’anno. «Sarebbe troppo trovare materiale interessante ogni mese o ogni settimana», ammette saggiamente la direttrice. Ma tutti cercano di imitare o di ispirarsi a Landlust. Due settimane fa, Der Spiegel ha dedicato la copertina a «Was ist Heimat?», che cos’è l’Heimat, e gli inserzionisti chiedono alle agenzie di pubblicità di apparire in pubblicazioni come Landlust. La rivista di Münster è stata scoperta con ritardo dalla pubblicità. Ma i lettori non sono tranquilli pensionati con l’hobby del giardinaggio o delle torte fatte in casa, come si sospettava. Sono in gran parte persone tra i 40 e i 60 anni, con un buon reddito, il 72% sono donne, e per l’85% vivono in centri con meno di 100 mila abitanti. La percentuale di chi possiede la propria casa è del 70%, il doppio della media nazionale, e l’83% ha un giardino. Chi vive in provincia ha più tempo libero per godersi la vita, e spesso un reddito più alto di chi lavora a Berlino o a Francoforte. Landlust evita i temi politici, ma non è disimpegnata, ama l’ecologia, ma non ne fa una filosofia di vita, e soprattutto tranquillizza i suoi lettori, con un sano e poco retorico ottimismo provinciale. I nevrotici vivono, o sopravvivono, nelle metropoli.