Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/4/2012, 25 aprile 2012
Periscopio Il Caimano ha anticipato qualcosa nel suo habitat naturale: il Tribunale di Milano. In piedi accanto alla gabbia dei detenuti, ha spiegato che i festini arcoriani nella sala della lapdance (Ghedina la chiama pudicamente «camera della musica») con le mignotte travestite da suore, da poliziotte, da infermiere e persino da Ronaldinho, altro non erano se non «gare di burlesque»
Periscopio Il Caimano ha anticipato qualcosa nel suo habitat naturale: il Tribunale di Milano. In piedi accanto alla gabbia dei detenuti, ha spiegato che i festini arcoriani nella sala della lapdance (Ghedina la chiama pudicamente «camera della musica») con le mignotte travestite da suore, da poliziotte, da infermiere e persino da Ronaldinho, altro non erano se non «gare di burlesque». Marco Travaglio. Il Fatto. L’unico obiettivo dei sindacati è quello di rappresentare chi il lavoro ce l’ha già: tutelano solo i tutelati, vogliono garanzie per i lavoratori e si disinteressano degli altri. Raffaello Vignali: «La grandezza dei piccoli» Guerini e Associati. Ci servirà un altro giro di ragionieri professori che, con i loro moncherini puliti, verranno eletti ai prossimi consigli di condominio, tra astensionismo e mille baruffe da paese fritto. Questo ci aspettiamo: i barbari che sfondano su tutta la linea. E un tramonto eccitato dal rosso di altre vittime. Ma che non servirà da rimedio per trovare il punto di Archimede della crescita. Confusione al Nord, pianti greci al Sud. Con la «tecnica» andremo al massimo a reggere il nostro cappello di neomendicanti Ue in quel di Berlino. Tempi. Le tue idee non contano per essere eletto deputato, mi dicono alla Dc di Modena. L’importante e che l’accordo con i dorotei tenga. Se loro sono onesti fino in fondo e non ci fregano all’ultimo minuto come l’altra volta e si impegnano a far votare te quanto il loro candidato, sei a cavallo. Il loro candidato era l’on. Franco Bortolani, deputato della precedente legislatura, un dottore in agraria che conosce per nome i vitelli di tutte le stalle, dal Tanaro al Panaro. Guglielmo Zucconi: «La paga del deputato». Rusconi. La borghesia non è una classe sociale che possa vestire una «uniforme» (per «unirsi» al suo interno) o una «divisa» (per distinguersi dagli altri). Il borghese che può dà ali alla sua fantasia per sfuggire a tutte le burocrazie del mondo. Sergio Ricossa. «Straborghese», IBLlibri. Mi strazia il cuore vedere le donne alle Olimpiadi. L’esteta De Coubertin si era opposto, ma fu messo in minoranza. Sono troppo belle ed intelligenti le donne per consumare il loro tempo in inutili e sterili allenamenti; quelle sono cose da bestia nicciana qual è il maschio, le donne è il caso che gareggino in ben altro, nelle arti e nella politica, che necessitano della loro superiore grazia e saggezza. Umberto Silva. Il Foglio. Il mio primo vero direttore fu Luciano Pedrocchi, un grande maestro che, per convocarti, suonava un campanello. Le sue non erano opinioni, ma verità di fede. Quando avevi ragione ti dava torto, figurarsi quando avevi torto: ti sbriciolava. Gigi Vesigna, già direttore di Sorrisi e canzoni tv. Il Giornale. Adesso aveva una corda al posto dell’intestino, gonfia di groppi. E bolle, gorgoglii... sembrava di ascoltare un ruscello in piena. Andrea Vitali: «Galeotto fu il collier». Garzanti. C’era chi andava in cerca di preziosissime reliquie: dal Feretro di Platone, a Le Palle di Curzio Malaparte. Per tacere delle Pistole di Cicerone. «Il Barone rampicante» Sperling & Kupfer. Il pm antimafia Ingroia aveva chiesto di archiviare le accuse a Ciancimino jr da lui definito «icona dell’antimafia» e come tale portato in processione per tutti i salotti tv politicamente corretti. Il gip Morosini ha detto di no, dando quattro mesi di tempo al pm per indagini suppletive e indicando i punti da approfondire. Insomma Palermo diventa come Berlino. C’è un giudice. Frak Cimini. Il Foglio. Come si fa a sfuggire alle mode se le mode ti inseguono? Camillo Langone. Il Foglio. Tommy Frank, che comandò per qualche tempo la missione Nato in Afghanistan, dirigeva le operazioni da Tampa, in Florida (Usa). Alessandro Magno e gli altri conquistadores guidarono i loro uomini ai confini del mondo, non perché avevano alle spalle una grande organizzazione (basta pensare a Colombo, poveraccio), ma in virtù del loro carisma, della loro intelligenza, del loro coraggio, della loro singolare personalità. Massimo Fini. Il fatto.