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 2012  aprile 25 Mercoledì calendario

Fornero parla, i sindacati escono e il dialogo mai nato diventa gelo – ROMA - Mancano pochi minuti alle 12,30

Fornero parla, i sindacati escono e il dialogo mai nato diventa gelo – ROMA - Mancano pochi minuti alle 12,30. Sul palco dell´Auditorium della Tecnica è appena terminata la tavola rotonda tra Emma Marcegaglia e i leader di Cgil, Cisl e Uil. In Confindustria si parla di sicurezza sul lavoro. In sala anche cinque familiari delle vittime della Thyssen di Torino. Arriva Elsa Fornero. Tocca a lei concludere con un intervento. Il ministro saluta Marcegaglia. Bonanni, Angeletti e Camusso sono in disparte, stanno parlando tra di loro, non incrociano Fornero. Il ministro del lavoro inizia l´intervento. I vertici di Cgil, Cisl e Uil abbandonano la sala e se ne vanno. Clamoroso strappo istituzionale o incredibile sbadataggine? I presupposti per la polemica ci sono tutti, da giorni. Le modifiche all´articolo 18, la mancata convocazione di un vertice sul tema spinoso degli esodati, vertice che i sindacati reclamano invano da una settimana. Ancora, la scelta del ministro di spiegare la sua riforma ai lavoratori dell´Alenia, vissuta come uno sgarbo istituzionale da Camusso e Bonanni (non da Angeletti che invece aveva appoggiato l´iniziativa). Ma per quanto possa essere aspro il confronto con un ministro, nulla sembra giustificare la scelta clamorosa di abbandonare l´aula, scelta che la Cgil non compì mai nemmeno nel periodo dello scontro più duro con Sacconi. Anche perché in sala si stava discutendo di sicurezza sul lavoro ed è difficile per un sindacalista spiegare il motivo che lo spinge a non ascoltare quel che ha da dire sul punto il ministro competente. Così a metà pomeriggio, quando la vicenda comincia ad assumere i contorni della gaffe istituzionale, i segretari generali hanno cominciato a sostenere, ciascuno per conto suo, la tesi dell´assoluta casualità di quanto era accaduto. «Abbandonare la sala? E perché mai? Ho dovuto lasciare perché mi attendevano ai lavori della direzione nazionale della Uil-Fpl, la nostra più grande categoria del pubblico impiego», dice Luigi Angeletti. Raffaele Bonanni non ha convocazioni ufficiali da esibire ma racconta più semplicemente che «terminata la tavola rotonda abbiamo cominciato a parlare noi tre. Era tempo che dovevamo confrontarci su alcuni temi e ne abbiamo approfittato. Poi, finito di parlare, ognuno è andato per la sua strada». Dunque non avete concordato di andarvene? «Eh, non bisogna sempre vederci dietro chissà ché». In Cgil Susanna Camusso fa sapere che era attesa in sede per altri appuntamenti. Si tratta di giustificazioni che non fugano i dubbi. Anche perché nelle stesse ore accade che il segretario generale della Fim-Cisl, Giuseppe Farina, prenda a pretesto la partecipazione del ministro all´assemblea dell´Alenia per chiderne addirittura le dimissioni: «Se Fornero ha coraggio - dice in una nota Farina - lo dimostri riconoscendo la sua inadeguatezza all´incarico e faccia un passo indietro». Una sparata che certo non è stata decisa senza consultare il vertice confederale dell´organizzazione. Clima rovente da giorni. Con Camusso che sembra attaccare Fornero perché scegliendo di partecipare a un´assemblea di lavoratori ha accolto un´idea della Fiom, saltando a piè pari la confederazione. In generale l´idea di un ministro che potrebbe anche replicare andando a spiegare la sua riforma in altre fabbriche, preoccupa chi nel sindacato ritiene di dover avere il monopolio della rappresentanza sociale dei lavoratori. Tema certamente delicato. Nel merito pesano le questioni dell´articolo 18 e degli esodati. Su quest´ultimo argomento il ministro non ha ancora fissato un incontro e la vicenda si protrae ormai da tempo mettendo in difficoltà i vertici confederali che devono reggere la pressione degli iscritti. Per tutti questi motivi di frizione, l´uscita contemporanea dalla sala di Bonanni, Angeletti e Camusso è difficilmente attribuibile alla legge dei grandi numeri e del caso. Anche al ministero del lavoro ieri sera si nutriva più di un dubbio su questa ricostruzione. E´ un fatto che una delle non numerose iniziative unitarie di questi tempi, la scelta di uscire dalla sala, è finita al centro delle polemiche. Non del tutto gratuite se si riflette sull´osservazione fatta ieri sera da uno dei tre protagonisti: «Beh, se con il ministro ci fosse un clima diverso, forse nessuno si sarebbe accorto che siamo usciti tutti insieme». O forse i tre segretari sarebbero rimasti in sala.