Dario Del Porto e Conchita Sannino, la Repubblica 25/4/2012, 25 aprile 2012
Finmeccanica e tangenti sotto inchiesta l´ad Orsi per corruzione e riciclaggio – NAPOLI - Alla fine, i sospetti circondano anche lui
Finmeccanica e tangenti sotto inchiesta l´ad Orsi per corruzione e riciclaggio – NAPOLI - Alla fine, i sospetti circondano anche lui. Giuseppe Orsi, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica ed ex ad di Agusta, è indagato dalla Procura di Napoli. Sale dunque di un altro gradino l´inchiesta per corruzione internazionale e riciclaggio che ipotizza anche la consegna di presunte tangenti milionarie ad esponenti politici di vari partiti e in particolare della Lega. È il maxi appalto del 2010, sui dodici elicotteri militari targati Agusta e venduti al governo indiano, a spingere i pm ad approfondire il ruolo del successore di Pierfrancesco Guarguaglini al vertice di piazza Montegrappa. Una commessa da 560 milioni di euro, a cui si aggiunge una lievitazione dei costi di "intermediazione" finanziaria, ritenuta anomala, per complessivi 51 milioni. Fondi neri? Saranno le indagini ad accertarlo. Un fatto è certo: in meno di un anno dall´ingresso di Orsi al ponte di comando, e proprio quando su pressione del neo-amministratore delegato sembravano diradarsi le ombre, nuove tensioni scuotono la leadership del colosso di Stato. Che comunque respinge con fermezza ogni accusa. Lo stesso fanno la Lega e soprattutto Orsi. Che parla di «illazioni». Ventiquattro ore dopo la missione a Lugano, l´inchiesta segna una tappa cruciale. In Svizzera, i pm napoletani Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, avevano perquisito per rogatoria la residenza e la filiera delle società del noto finanziere e consulente della Banca mondiale Guido Ralph Haschke. È l´uomo che si sarebbe occupato del contratto di Agusta insieme ad un altro mediatore internazionale d´affari che però non ha ancora un volto, ma identità fittizie. Uno dei nomi usati sarebbe quello di "Christian Mitchell". L´ipotesi dell´accusa è che mister X sia un collettore "seriale". Proprio così: ad ogni operazione con tangenti, cambiava generalità. È stato Lorenzo Borgogni, l´ex direttore delle Relazioni esterne di Finmeccanica, manager legato a Guarguaglini, a fare il nome di Giuseppe Orsi. Borgogni si è soffermato a lungo sulla storia degli elicotteri venduti in India. Le prime dichiarazioni risalgono allo scorso autunno. Borgogni premette: «Non ho prove dirette, riferisco di vicende e situazioni di cui ho sentito parlare nell´ambito delle mie funzioni». Cosa sa Borgogni di quell´affare? Parla di «un incremento» dei costi di mediazione: passati da 41 a 51 milioni. L´ipotesi della Procura è che quella somma nasconda fondi neri. E i pm provano a fare due conti. I primi 20 milioni sarebbero andati ad Haschke, «come compenso pattuito fin dall´inizio». Altri 10, secondo il teorema, sarebbero andati, attraverso un giro da ricostruire, alla Lega, il partito che ha sponsorizzato l´ascesa di Orsi dalla guida di Agusta fino alla poltrona più alta di Finmeccanica. Ma quale strada hanno preso gli altri 21 milioni? Qui si fa più ampio il ventaglio delle ipotesi: forse sono stati divisi tra un´eventuale controparte indiana, una presunta ulteriore parcella per i mediatori, e un´ultima tranche per esponenti di altri partiti italiani. Ecco perché, alla luce delle dichiarazioni di Borgogni e dei successivi accertamenti, indagare su Orsi diventa, per la Procura, un atto dovuto. A Lugano, i pm cercavano tracce di un rapporto diretto tra Agusta e il manager Haschke per il suo impegno nella vendita degli elicotteri: una intermediazione che, però, è vietata dalle leggi indiane. E che, ancora ieri, Orsi nega esserci mai stata. Ma la trasferta elvetica potrebbe aver consegnato sorprese e ulteriori tessere al mosaico accusatorio. Proprio su questi aspetti è stata aperta un´inchiesta anche a Nuova Delhi e non a caso le autorità indiane hanno contattato la Procura di Napoli per vedere più chiaro in casa loro. È l´inizio di una partita giudiziaria che si annuncia rovente. A fine serata, Borgogni, interpellato da Repubblica, replica a Orsi, che, senza mai nominarlo, aveva liquidato le sue accuse come «illazioni». «Ma cosa si vuole da me? Io ho fatto queste dichiarazione a ottobre - spiega Borgogni - . Se si fosse trattato solo di illazioni, forse i magistrati non sarebbero andati avanti. I riscontri chiedeteli a loro. Mica le faccio io, le indagini».