Francesco Merlo, la Repubblica 24/4/2012, 24 aprile 2012
Il prezzo della Caimana Solo ascoltando le voci finalmente si capisce che in questa storia la ‘picciotta birbante´ è Ruby e Berlusconi è il riccone arrapato che l´ha tirata fuori dai ghetti delle tariffe proletarie, del sesso low cost
Il prezzo della Caimana Solo ascoltando le voci finalmente si capisce che in questa storia la ‘picciotta birbante´ è Ruby e Berlusconi è il riccone arrapato che l´ha tirata fuori dai ghetti delle tariffe proletarie, del sesso low cost. «Mi dà 47mila euro la settimana, è pazzo, ma proprio pazzo di me». La piccola Ruby è la gloria dello scandalo mentre Berlusconi è il potente che è inciampato nel suo letto, il bavoso che ora la implora: «salvami», «fai la pazza», «di´ tutte le cazzate che vuoi, ma non la verità», «ti coprirò d´oro». E Ruby alterna cinismo e leggerezza quando sul piatto butta il peso della minore età che maggiora la sua forza: «Da un anno sono sua amica, ma propria amica» racconta, e non ha ancora diciotto anni. E perciò ora pronunzia la parola "minorenne" come un mantra, come la password di una carta di credito: a tutti ripete «sono come Noemi, come la D´Addario», ma subito aggiunge «solo che io sono minorenne» e la voce diventa tonica e piccante. E sono straordinarie le ultime battute che scambia con lo svogliato Sergio, un amico siciliano che lei cerca e stuzzica, con il quale inutilmente civetta, al quale racconta tutti i dettagli, e forse vorrebbe sedurlo con i soldi che Berlusconi le ha promesso. Ma Sergio le dice che alla seduzione e ai soldi antepone il lavoro e soprattutto la salute: «La salute prima di ogni cosa». Ruby non è d´accordo e sembra uscita da un film del Woody Allen pessimista e cinico, sembra una delle maschere tipizzate in "To Rome with love" quando replica a Sergio: «No, i soldi sono più importanti perché con i soldi ti puoi comprare anche la salute». Berlusconi può essere fiero di questa giovanissima professionista che è più caimana di lui. Ma Ruby sembra persino più consapevole quando dice: «Dobbiamo trovare una soluzione», «bisogna cercare una soluzione». E non pensa certo ai trucchi dell´avvocato Ghedini ma al successo e ai soldi, alla gara nazionale delle top model, racconta con fastidio di non essere andata alla trasmissione Matrix e fa l´elenco delle testate più importanti che si occupano di lei: «I giornalisti stanno scrivendo, ma le notizie vere non ce l´hanno». Ruby è perfettamente dentro una professione dove il rumore potenzia il valore di mercato. Al contrario, Berlusconi ha il problema di tenere tutto nascosto e dunque compra il silenzio, il suo mondo è quello delle gozzoviglie sordide con Putin e Gheddafi, il suo modello è la banalità delle case chiuse, il suo bunga bunga odora di brillantina, alla Polanco promette di chiamare Pingitore, offre un lavoro nel balletto del Bagaglino, poi chiede: «Stasera farete un balletto per me?». Ed è ansioso: «In quante siete stasera?». Alla risposta «cinque» reagisce celiando la meraviglia e leccandosi i baffi: «La Madonna!». E invece Ruby dice «è tutto un casino, sono uscita su tutti i giornali, anche sul Times» e il tono soddisfatto rivela che in quel casino si sente finalmente realizzata. Ed è persino gioiosa quando riferisce che anche la Yespica l´ha chiamata e le ha fatto i complimenti per essere finita sui giornali «che manco Belen». Bisogna davvero ascoltare la sua voce eccitata per capire che più si mette nei pasticci e più se ne compiace: «Non ho paura di niente, avrò tanti soldi, avrò la fama, di che cazzo devo avere paura?». I pasticci sono la sua vita e la sua patria, è la sola che ha capito che più viene fuori la verità dello sconcio più aumenta il suo prezzo: «Mi ha chiamato lui, la sua segretaria due volte, mi ha chiamato Lele, il suo avvocato, e il mio avvocato è venuto apposta da Milano». E la voce le si elettrizza perché Ruby, che era la lupetta meno pretenziosa, adesso sa che più ne hanno combinate e più la pagheranno: «Gli abbiamo chiesto cinque milioni e ha accettato» va ripetendo. La minorenne ha la coscienza di essere ormai una fuori quota in quell´elenco di lupe che Nicole Minetti recita a Lisa nel sapidissimo colloquio che Repubblica. it metterà in rete oggi: «Troverai varie tipologie di … persone» spiega "Nic" «ti briffo» dice a "Lys" che chiama «amica chips» come nella famosa pubblicità di Rocco Siffredi a «miss patata». In un frullato di turpiloquio e di inglese d´accatto tra «disperescion più totale», «a che ora sarai in stescion?», mentre Silvio diventa «the boss of the boss» e «love of my life», la maitresse di Berlusconi classifica le donne proprio come il capomafia di Sciascia classificava gli uomini: «Te lo dico fuori dai denti, ci sono cinque categorie antropologiche: la zoccola, la Sudamerica, quella un po´ più seria, la via di mezzo come Barbara Fagioli, e poi ci sono io che faccio quel che faccio. Capito?». E invece Ruby è la più contenta perché dal gradino più basso di quella lista "ginelogica" è schizzata fuori nel cielo dell´indecenza, e dunque rassicura tutti: Lele Mora «che è preoccupatissimo», l´avvocato, il padre che pure in un´intervista l´aveva condannata con severità musulmana e adesso si lascia rabbonire in arabo perché «papà, lo vuoi capire o no che verranno tanti soldi?». Tutti hanno paura, soprattutto le amiche. Ma Ruby ha le idee chiare: « A me non mi fanno niente». E racconta che persino i vecchi amori, quelli che l´hanno maltratta «ora sono tornati a cercarmi». Completano il paesaggio i soliti caratteri parassiti ma le intercettazioni di Fede suonano remote. Fa malinconia sentire quella voce che oggi è diventata l´eco, «ora arrivo io», «ci penso io». Tra ragazze che svengono, lupe fameliche che si contendono le spoglie del caimano, Fede non merita più clamori perché è un arnese che è stato messo da parte e alla porta dal suo stesso padrone, e non c´è niente di comico, niente da ridere, i colori sono quelli del tramonto di un mascalzone. E ci sono le abituali raccomandazioni a Carlo Rossella per una parte in un film, per una posa, e tutte le lupe vogliono farsi regalare una casa, ognuna ha un suo sogno di cemento, sotto i cuscini spuntano i mattoni. La Minetti confessa di volere lasciare la politica, non crede che Berlusconi la metterà in lista «chissà che cosa succederà in due anni e mezzo, Fede dice che vogliono sostituirlo con Tremonti». Barbara Faggioli racconta: «Lui mia ha detto: portami il progetto e io te lo faccio». Si scopre così che il burlesque era un ufficio tecnico. Tutti esaminano e bocciano progetti edilizi mentre la Minetti prepara e propone «occhiali da vista, reggicalze e vestaglia da maestra» e annunzia a Berlusconi: «Ha una "seconda laurea" che ti darà filo da torcere». Ed è un frullare di gambe e un frusciare di gonne, "rumori di donne / discorsi da bar" canta Paolo Conte. Nulla di più lontano dalla raffinatezza del burlesque, nè Sade né Masoch ma solo ricotta in un deserto di sentimenti, un´umanità da bava, una macelleria di carne toccaticcia. Consapevole e felice, la minorenne Ruby è la Messalina di questo porcile.