Il Sole 24 Ore 24/4/2012, 24 aprile 2012
IL SOLE 24 ORE RIDUCE LE PERDITE AUMENTANO LETTORI E DIGITALE - È
stato approvato ieri dall’assemblea degli azionisti, riunita a Milano nella sede di viale Monte Rosa, il bilancio 2011 del Gruppo 24 Ore, che si è chiuso con ricavi consolidati per 467,6 milioni di euro, in sostanziale tenuta rispetto al 2010 (quando erano stati pari a 482 milioni) e un Mol che torna positivo (11,6 milioni) dopo la perdita di 16,4 milioni registrata l’anno precedente. In miglioramento di 31,7 milioni anche il risultato netto di gruppo, che tuttavia resta negativo di 8,4 milioni.
Nel dettaglio, la capogruppo ha chiuso l’esercizio 2011 con un fatturato di 399,3 milioni di euro (-2,4% rispetto ai 409,1 milioni di euro dell’esercizio precedente), mentre il Margine operativo lordo è positivo per 3,1 milioni di euro e si confronta con un valore negativo per 21,4 milioni di euro nel 2010; il risultato netto mostra una perdita per 10,1 milioni di euro (nel 2010 era risultata invece pari a 35,7 milioni). Particolarmente positivo il contributo dell’area "tax and legal", che ha visto crescere dal 40,3 al 45% l’incidenza sui ricavi, con un ulteriore incremento del margine operativo lordo che passa dal 23,1 al 26,7 per cento.
L’assemblea ha deliberato di non distribuire alcun dividendo e ha nominato amministratori Carlo Ticozzi Valerio e Claudio Costamagna, rispettivamente in sostituzione di Piero Gnudi e Francesco Caio. Entrambi qualificati come amministratori indipendenti non esecutivi, Costamagna fa parte del Comitato per le remunerazioni e le risorse umane, mentre Ticozzi è presidente del Comitato per il controllo interno.
I riscontri
In un contesto di mercato difficile per l’editoria, nel 2011 Il Sole 24 Ore ha visto crescere fino a 1,17 milioni i suoi lettori (le rilevazioni Audipress indicano un balzo del 16,2%, contro una media dei quotidiani pari al 3%), con ricadute positive sui ricavi collegati alle vendite in edicola (+14,6% nel quarto trimestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e agli abbonamenti e vendite digitali, aumentati del 3,3%. Crescita più marcata per le copie digitali (+324% nel 2011) e per il portale www.ilsole24ore.com: l’anno scorso i visitatori unici del sito sono aumentati del 76%, mentre le pagine visitate sono quasi raddoppiate (+95 per cento).
I prossimi target
«C’è da fare un duro lavoro, perché il mondo dell’editoria sta affrontando ancora momenti molto difficili», ha detto ieri il presidente, Giancarlo Cerutti, «però il Sole ha le chance per farcela». Dal punto di vista industriale, Cerutti ha ricordato che «nel corso del 2011 si è presa la decisione di rimettere al centro dell’attenzione di tutto il gruppo il giornale quotidiano, con la sua storica funzione di informazione e di servizio. Ora – ha aggiunto – c’è da lavorare sull’intreccio tra la carta e l’informazione sul web, ciò che permetterà al nostro giornale di continuare a crescere». Al riguardo, l’amministratore delegato, Donatella Treu, ha sottolineato che il gruppo «punta a diventare il più in fretta possibile un gruppo digitale, capace di collocare al centro il cliente con tutte le sue istanze». La sfida, ha sottolineato l’ad, resta quella di continuare a migliorare sul fronte degli accessi dei vari siti Internet del gruppo (tra i dati citati ieri anche il record mensile di pagine visitate, che a marzo hanno toccato quota 140 milioni) e intanto di monetizzare l’attenzione degli utenti, sempre più spesso clienti oltre che semplici lettori.
Ieri nel corso dell’assemblea è intervenuto anche un membro del Comitato di redazione, come azionista-dipendente, che – dopo aver evidenziato le ottime performance in edicola e negli abbonamenti ottenuti dal quotidiano – ha espresso voto contrario al bilancio, ricordando i 100 milioni di perdite accumulati nell’ultimo triennio e che il miglioramento dei margini è stato in gran parte determinato dalla riduzione dei costi più che dall’aumento dei ricavi, grazie anche all’applicazione di nuovi ammortizzatori sociali. R. Fi. - L’ESPRESSO RALLENTA SU PROFITTI E GIRO D’AFFARI - La crisi colpisce duramente l’industria dei media. Pure una corazzata come il Gruppo L’Espresso che, nonostante un mercato che da anni soffre, ha sempre esibito utili in crescita, ora è costretto a piegarsi alla recessione che fa ristagnare i consumi (quindi le vendite di giornali) e cadere la pubblicità. Il 2012 inizia con il freno a mano tirato per il gruppo di Carlo De Benedetti e nel primo trimestre compare il segno meno davanti agli utili: da gennaio a marzo i profitti sono stati di 10,1 milioni di euro, in netto calo (-23,2%). È tuttavia un risultato soddisfacente in termini relativi, considerato anche che il gruppo guidato da Monica Mondardini è storicamente il «best-in-class» nel settore dei media a Piazza Affari e fa da punto di riferimento per gli altri.
I ricavi consolidati del gruppo sono la fotografia del contesto economico del paese (206,5 milioni in calo del 7,1%). La flessione è in buona parte colpa dell’andamento dei prodotti collaterali (dvd, libri ed enciclopedie allegate a quotidiani e periodici), che era stato straordinariamente favorevole nel primo trimestre del 2011. Senza i collaterali il calo sarebbe stato del 3%. I ricavi diffusionali, da soli, sono pari a 64,1 milioni, sostanzialmente in linea con l’anno scorso; la flessione delle diffusioni è stata compensata dall’estensione alla quasi totalità delle testate del Gruppo dell’incremento del prezzo di vendita. Dove si vede la crisi sono i ricavi pubblicitari, pari a 120,8 milioni: è una flessione del 5,3% sul primo trimestre del 2011, che però fa un po’ meglio del mercato che a febbraio ha accusato un -5,7%. Il margine operativo lordo si è attestato a 29,6 milioni, in calo del 19,5%. Ancor più marcato il ribasso del risultato operativo, a 20,5 milioni (-25,8%). La buona notizia è che scende l’indebitamento, in calo a 91,6 milioni dai 110 della fine dello scorso anno.
Alla luce della situazione generale dell’economia e delle prospettive negative di breve e medio periodo, ha spiegato una nota dell’azienda, si può prevedere che le criticità siano destinate a perdurare, in particolare per quanto concerne la raccolta pubblicitaria, con un probabile aggravamento nel secondo trimestre dell’esercizio ed un’attenuazione nella seconda parte dell’anno. Per questo il gruppo mette le mani avanti e ipotizza un «profit warning» per il 2012: il gruppo chiuderà sì in utile, ed è già un buon segno, ma meno del 2011 che si era chiuso con un utile in netto rialzo (58 milioni dai 50 del 2010) nonostante l’annus horribilis vissuto dai mercati e dalle imprese. Visto che ormai la crisi in atto richiede che il Gruppo sia nuovamente impegnato in interventi di salvaguardia dei conti. La situazione attuale e quello che ci si profila per il futuro è stata sintetizzata dal patron Carlo, che ieri ha presieduto l’assemblea dei soci (contestuale alla trimestrale): «Il 2012 continuerà ad essere molto difficile e non prevediamo miglioramenti del mercato, sarà nostra cura porre in tempo e costantemente attenzione al controllo dei costi». S. Fi.