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 2012  aprile 25 Mercoledì calendario

S&P’S PUNISCE L’ARGENTINA PER IL CASO REPSOL - Una prima rappresaglia internazionale. L’agenzia di rating Standard and Poor’s (S&P) ha avvertito che potrebbe tagliare il giudizio sull’Argentina, rivedendo l’outlook da "stabile" a "negativo"

S&P’S PUNISCE L’ARGENTINA PER IL CASO REPSOL - Una prima rappresaglia internazionale. L’agenzia di rating Standard and Poor’s (S&P) ha avvertito che potrebbe tagliare il giudizio sull’Argentina, rivedendo l’outlook da "stabile" a "negativo". L’esproprio di Ypf, annunciato a Repsol otto giorni fa dalla presidenta argentina Cristina Fernandez de Kirchner, ha indotto Standard & Poor’s a questo primo annuncio, motivato così: «La recente politica del Governo potrebbe aumentare i rischi macroeconomici per l’Argentina». L’agenzia conferma il giudizio "B" sul debito sovrano del Paese, ma lancia un monito: «La politica messa in atto dal Governo dopo le presidenziali dell’ottobre 2011 potrebbe innalzare il rischio di deterioramento del quadro economico, mettere sotto pressione la liquidità o indebolire le prospettive di crescita di medio termine». Quasi ogni giorno si susseguono nuove reazioni all’esproprio: il commissario Ue al Commercio estero Karel de Gucht ha dichiarato ieri che «la decisione di nazionalizzare la compagnia petrolifera Ypf, controllata della spagnola Repsol, avrà conseguenze di lunga durata per l’Argentina». Poi ancora: «Optando per l’espropriazione, l’Argentina ha scioccato la comunità internazionale del business». Da Bruxelles il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, è intervenuto per dire «la mossa che hanno fatto gli argentini è sicuramente una mossa che non va nella direzione della certezza delle regole». Laconiche le reazioni argentine: secondo il ministro degli Interni, Florencio Randazzo «le conseguenze che subiremo saranno assolutamente favorevoli allo sviluppo economico del Paese». Al di là delle prevedibili schermaglie la vicenda, secondo alcuni osservatori argentini, è destinata a chiudersi con un accordo tra Spagna e Argentina. Il G-20 ha respinto le pressioni a prendere in esame la questione, e l’Icsid, l’organismo deputato a risolvere controversie internazionali, prevede tempi biblici e soluzioni sempre poco soddisfacenti per i richiedenti. Ecco perché da un paio di giorni la Spagna ha adottato una linea più morbida e chiede l’apertura di una trattativa per la liquidazione di Ypf. Anche perché i liquidatori argentini avevano seccamente rigettato la richiesta di 10 miliardi di dollari avanzata da Repsol. Intanto il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha invitato il Governo argentino a fare «il primo passo». Poi ancora: «È auspicabile che la tensione attuale scompaia al più presto». Infine, il Governo prosegue i colloqui con le multinazionali interessate a investire nel petrolio e nel gas argentino. Venerdì sono stati avviati i contatti con la francese Total e la brasiliana Petrobras, ieri è stata la volta della locale Medanito, che ha appena firmato un contratto di associazione con la statunitense Eog Resources, specializzata nelle ricerche di risorse non convenzionali. Contatti anche con Chevron, ConocoPhilips, Exxon, Sinopec.