Mara Monti, Il Sole 24 Ore 25/4/2012, 25 aprile 2012
A SEGNO LE ASTE DI SPAGNA, OLANDA E ITALIA
Occhi puntati sulle aste europee di Spagna, Olanda e Italia dopo il lunedì nero che ha affossato i mercati sui risultati delle primarie in Francia. Ieri è stata la volta del recupero e le tensioni sui titoli del debito pubblico nel Vecchio Continente si sono parzialmente allentate. A contribuire alla buona tenuta sono stati i dati sulle vendite di nuove case in Usa migliori delle attese, mentre la fiducia dei consumatori è risultata ancora in calo. Si allenta anche la tensione sugli spread. Il differenziale tra il BTp decennale e il Bund tedesco torna poco sotto la soglia dei 400 punti (398) dopo aver toccato i 413.
Buona richiesta in Europa
Per capire gli umori degli investitori, la più attesa era l’asta olandese con il paese dei tulipani divenuto l’epicentro momentaneo delle tensioni in Europa dopo le dimissioni del governo: il collocamento dei titoli di Stato a 2 e 25 anni per 2 miliardi di euro ha registrato la tenuta dei rendimenti, con la tranche luglio 2014 da un miliardo di euro allo 0,523%, in calo rispetto allo 0,618% dell’asta di governativi 2015 del 13 marzo. Per la tranche gennaio 2037 da 995 milioni di euro il rendimento medio è stato del 2,782 per cento.
Dopo i risultati dell’asta il tasso del titolo biennale è sceso di 11 punti base allo 0,41% e quello del decennale di 4 punti al 2,39%. Tutto questo mentre Moody’s nella notte aveva avvertito che se la situazione dovesse portare a «un impegno più debole sul risanamento, o una ripetuta violazione delle regole di bilancio, questo potrebbe esercitare pressioni negative sul rating del paese». Lo spread tra il decennale olandese e quello tedesco è a 87 punti base, il livello più ampio dal 2009.
Dall’Olanda alla Spagna dove anche in questo caso le aste erano molto attese per gli sviluppi della crisi e soprattutto dopo il collocamento dei titoli a 10 anni di lunedì a rendimenti raddoppiati: ieri Madrid è riuscita ad effettuare un’altra asta di titoli a breve scadenza, a tre e a sei mesi, solitamente i più facili da collocare, sui quali ha complessivamente raccolto 1,93 miliardi di euro, sui massimi della forchetta previsionale indicata. Sui bond a 3 mesi i tassi sono saliti allo 0,634%, dallo 0,381% registrato all’asta analoga precedente, e sui bond a sei mesi sono schizzati all’1,58 per cento, circa il doppio dello 0,836 precedente. Il tutto a dispetto di livelli di domanda solida: oltre 3 volte l’offerta sui titoli a 6 mesi e oltre 7 volte su quelli a tre mesi.
Tiene la domanda di BTp€i
Tenuta della domanda con rendimento in lieve salita per i BTp indicizzati all’inflazione e per i Ctz. Si va dal miliardo di euro di BTp inflation linked dell’area euro, scadenza 2017, per 501 milioni di euro al tasso del 3,88% e per 441 milioni con scadenza 2019 per 4,32% dal 3,05 per cento. Forte la domanda oltre due volte l’offerta. Buona domanda per i CTz offerti dal Tesoro in settima tranche, e assegnati per 2,5 miliardi a un tasso lordo del 3,355%, salito di un punto rispetto all’asta precedente. Intanto si preparano le prossime aste italiane, in calendario giovedì e venerdì: si comincia domani con 8,5 miliardi di BoT semestrali.
Con l’asta di venerdì, nel complesso, il Tesoro offrirà in due giorni titoli per massimi 13,5 miliardi di euro. A livello della domanda non sono attesi scostamenti significativi rispetto agli andamenti registrati dall’inizio dell’anno: le richieste dovrebbero superare di gran lunga gli importi offerti assicurando una piena copertura delle aste, sia sul breve che sul lungo termine.