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 2012  aprile 24 Martedì calendario

I CERCATORI D’ORO


Già, la stramaledetta crisi e Monti e le tasse e la benzina che di super ha solo il prezzo e i soldi che non ci sono e chi ce la fa a tirare a fine mese e quanti debiti e qui non si può più andare avanti così che il lavoro scarseggia e anche quando c’è nessuno ti paga e bla bla bla. Che incubo. C’è chi si scoraggia, chi perde la testa, chi non ce la fa più e la fa finita (impressionante il numero di suicidi da gennaio a oggi: venticinque), chi fugge all’estero, chi si inventa improbabili soluzioni tecnologiche e virtuali. Ma c’è anche chi, tutto sommato, la prende più sportivamente e prova a combattere la stramaledetta crisi ripartendo da capo, dalla base, da più di 150 anni fa. Una sorta di ritorno al futuro.

NUOVA MODA

Maserada, provincia di Treviso, rive del Piave, l’appuntamento è per ogni sabato pomeriggio e domenica mattina. Stivaloni, vanga, setaccio, tanta pazienza e un pizzico di romanticismo: benvenuti tra i ricercatori d’oro della nuova generazione. La generazione dei disperati, ma quelli che non si arrendono. E si ingegnano. Gente comune, ragazzi e anziani, disoccupati e pensionati, semplici curiosi che passano un po’ di ore insieme, schiena china e occhi ben spalancati. All’inizio erano pochi pochissimi, poi qualche voce di paese, poi ancora un paio di messaggi su facebook e sui siti, il passaparola e ora quasi una moda. Che fai nel week end, stai a casa per risparmiare? No, divento ricco andando a cercare l’oro sul Piave.

RAME E BRONZO

Nessuno è diventato né diventerà ricco, ovvio. Ma la curiosità ha trasformato l’iniziativa di pochi nell’hobby di molti («Ma non sono maseradesi, sono foresti» sostengono i frequentatori più assidui del fiume) e improvvisarsi cercatore di pagliuzze dorate – almeno questo – non costa nulla. Sì, pagliuzze e nessuno arriva nemmeno a sognare una mini pepita (a proposito, la più grande mai trovata fu la Welcome Stranger, rinvenuta nel 1869 a Moliagul – Victoria, Australia – da John Deason e Richard Oates: pesava, al lordo, più di 78,38 kg e restituì un netto di 71,04 kg) perché qui siamo in Italia, e nemmeno nella zona storicamente più fertile (Val d’Ayas, vallata alpina in Valle d’Aosta ai piedi del gruppo del Monte Rosa). Anche se alcuni siti internet, esperti in materia, sostengono che tutto sommato l’oro «giacimentale», cioè trasportato dai fiumi, si può trovare in tutta la pianura padana. Attenzione! Quindi questa potrebbe essere qualcosa in più di una moda? Non secondo l’imprenditore Diotisalvi Perin, Presidente del Comitato Imprenditori Veneti Piave 2000 e del museo del Piave “Vincenzo Colognese” di Vas. «Oro? No, nel Piave non ce n’è, non ce n’è. Se queste persone usano il setaccio – ha spiegato Perin al giornale “La Tribuna di Treviso” – forse possono ripulire il fiume dai rifiuti. L’idea che il Piave venga ripulito dalle persone in mobilità, senza costi per le istituzioni, potrebbe essere geniale. Scherzi a parte, se hanno trovato dei pezzetti di metallo credo che possa trattarsi semplicemente di frammenti di rame o bronzo, rimasugli del lavoro svolto nelle numerose fonderie che nel passato incorniciavano il Piave proprio nella zona all’altezza di Maserada».

CURA ANTISTRESS

No, niente pagliuzze del metallo più prezioso. Chi in queste zone ci vive è convinto che sia inutile cercare, che questo sia solo tempo buttato che non aiuta certo a risolvere la stramaledetta crisi. Ma siamo poi così sicuri? Proviamo a essere, una volta tanto, meno materiali. I nuovi cercatori d’oro non diventeranno certo ricchi, vero, ma con un hobby di questo genere potranno passare qualche ora diversa dal solito per distrarsi dallo stress di tutti giorni. E non continueranno a pensare – martellandosi il basso ventre – a Monti, alle tasse, alla benzina, ai debiti e bla bla bla.

Alessandro Dell’Orto