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 2012  aprile 25 Mercoledì calendario

Grecia peggio del previsto: recessione al 5 per cento - Brutte notizie da Atene: il malato gre­co sta peggio di quanto gli stessi medici avessero previsto

Grecia peggio del previsto: recessione al 5 per cento - Brutte notizie da Atene: il malato gre­co sta peggio di quanto gli stessi medici avessero previsto. Il governatore della Banca centrale Yiorgos Provopoulos ha fornito dati inequivocabili: l’economia greca subirà nel 2012 una contrazione del 5 per cento, superiore al già dramma­tic­o calo del 4,5 per cento che era stato in­dicato appena un mese fa. E si tratta in ogni caso del quinto anno consecutivo di recessione per la Grecia. Un quinquen­nio catastrofico, nel corso del quale sarà complessivamente andato in fumo il 20 per cento del prodotto interno lordo na­zionale. Ma se i dati economici mettono i brivi­di, le prospettive politiche sono ancora più preoccupanti. Provopoulos ha sotto­lineato che dai risultati delle elezioni an­ticipate fissate per il 6 maggio dipende letteralmente la permanenza della Gre­cia nella zona euro. Secondo la Banca centrale greca, in altre parole, un Parla­mento che non votasse l’indispensabile programma di rifor­me e consolidamen­to- comprese le seve­re misure fiscali che dovrebbero rivolu­zionare il costume nazionale - condur­rebbe il Paese «diret­tamente indietro di diversi decenni». Non è peraltro af­fatto detto che dalle urne esca una mag­gioranza adeguata a sostenere un pro­gramma nello stile «lacrime e sangue». Per questo il preoccu­patissimo P­rovopou­los si è sentito in dirit­to ( e in dovere) di avvertire le forze politi­che: «Se dopo le elezioni emergeranno dubbi sulla reale volontà del governo di e della società di implementare il pro­gramma di riforme, le prospettive favore­voli faticosamente raggiunte in questi mesi torneranno negati­ve, con tutte le conseguen­ze che ciò comporta». Os­sia l’uscita della Grecia dall’eurozona e lo sfacelo dell’economia nazionale. A proposito di uscita dal­­l’euro, ieri la Banca euro­pea degli investimenti (Bei) ha smentito la noti­zia diffusa il giorno prima da alcuni quotidiani tra cui il britannico Daily Ex­press secondo cui essa avrebbe inserito in un pre­stito a una società greca per non essere ripagata in una valuta diversa dall’eu­ro (cioè ipoteticamente in dracme, la vecchia valuta nazionale greca) in caso di uscita della Grecia dall’eurozona. Semplicemente, ha precisato il porta­voce della Bei, nella circostanza è stata confermata la politica sempre seguita dall’istituto: tutti i contratti prevedono che i clienti dell’eurozona «ripaghino i loro prestiti nella stessa valuta nella qua­le sono stati sborsati e ciò si applica an­che alle società e alle istituzioni elleni­che », è scritto in una nota. Qualche giorno fa era stato il quotidia­no greco Ekathimerini a pubblicare un articolo nel quale si affermava che la Bei aveva proposto per la prima volta una clausola per rendere possibile la rinego­z­iazione dell’accordo sul prestito da con­cedere alla public power corporation (70 milioni di euro), la società pubblica del gas, in caso di uscita della Grecia dal­l’eurozona. Questo tipo di contratto, so­steneva il giornale, sarebbe stato poi esteso anche agli altri due Paesi attual­mente sotto salvataggio (l’Irlanda e il Portogallo) e gradualmente a tutta l’eu­rozona. La Bei ha affermato ieri di essere «im­pegnata a sostenere la Grecia» e di conti­nuare «a concedere ampi prestiti per fi­nanziare progetti economicamente so­stenibili ». L’anno scorso, la Bei ha forni­to finanziamenti per 2 miliardi per pro­getti nel Paese ellenico, «dimostrando la ferma convinzione che la Grecia rispette­rà i suoi impegni».