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 2012  aprile 21 Sabato calendario

I troppi sportelli delle banche italiane - I signori Federico Ghizzoni ed Enrico Cucchiani, i superboss di Unicredit e Intesa, hanno un bel problema

I troppi sportelli delle banche italiane - I signori Federico Ghizzoni ed Enrico Cucchiani, i superboss di Unicredit e Intesa, hanno un bel problema. Anzi, nehannotanti.Fareiconticonlareputazio­ne delle banche, di poco migliore solo a quelladeipolitici,innanzitutto.E poile soli­te cose dicui parliamo da anni: ilruolo della finanza,lo scarso credito alle imprese,l’uti­lizzo dei fondi concessi da Mario Draghi e i miliardi in crediti incagliati di cui sono zep­pi i loro bilanci. Ma c’è un aspetto centrale dicui nonsiparla mai eche,in fondo,èilpiù graveditutti.Perchériguarda ilcuoredeilo­­ro affari: le banche non hanno capito un ac­c­idente dei gusti e nelle abitudini dei propri clienti. Qua non parliamo della patologia del sistema (qualche derivato venduto ma­­le, Bondspacciatiperoro,commissionifuo­ri mercato), ma della base: le banche non hanno capito per tempo che i lorosportelli, ilorometriquadri,iloropalazzi,leloroinse­gne, i loro dipendenti alla cassa stavano di­ventando banalmente e tragicamente su­perflui. Provate a fare un giro vicino alle se­didell’Abi ( l’associazionebancaria)diMila­no e Roma e troverete più filiali. Dentro qualche sparuto cliente. Eppure fino al 2007, e con una lunga coda nel 2008, i ban­chieri si strappavano sportelli sul territorio abottedivalutazionida10milioni.Compra­vanoroba chedilí apochimesisarebbe ser­vita nulla. Sapete a quanto ammontano le transazioni fatte nei quasi 4mila sportelli di Unicredit? Al 20% del totale. Tutto il resto passa per i cosiddetti canali alternativi: dai bancomatainternet.Eivalorisonomoltosi­mili per le altre grandi banche italiane. Tut­te stanno assistendo ad un repentino crollo delle operazioni bancarie fatte in filiale. Insomma,finoacinqueannifasistrappa­vano gli sportelli di mano e oggi non sanno più che farsene. Ridurne il numero non è semplice: con gli sportelli viaggiano perso­ne e metri quadri, di cui non ci si sbarazza dall’oggial domani. A metá dell’anno scor­so le b­anche hanno preso coscienza del pa­sticciocombinato. EprimaIntesaepoiUni­credit, tra le altre, hanno previsto un piano di snellimento. McKinsey, che fino a pochi anni prima ci aveva raccontato l’importan­za del presidio del territorio ( le filiali per noi comuni mortali) in un rapporto ( face to fa­ce , aprile 2011) ci ripensò e ci raccontò il dramma italiano.Rispetto alla media euro­pea di 453 filiali per milione di abitanti, da noi ce ne sono 786 (comprese le Poste).Dal 2009 sono scomparsi solo 450 sportelli, e quelli bancari sono un totale di 33.500. IlmestierediGhizzonieCucchianièquel­lodiraccogliereinostririsparmieimpiegar­li al meglio nel sistema produttivo. In mez­zo ci sono milioni di operazioni bancarie. Con il senno di poi siamo ovviamente tutti bravi a pensare che, giànel 2007, un mana­ger che prendesse la metropolitana o si fa­cesse da solo il check-in per un volo aereo, poteva forse immaginare che il mondo non passasse più per sue filiali bancarie. Dicia­mopurecheilfenomenosiastatoimpetuo­so, improvviso(nonèovviamentecosí),più veloce delle attese. Ma un dubbio ci resta. Le grandibanche sanno che lavera concor­­renzasifaconlarete, checommissionieco­sti sono ridicoli, e che spingere troppo sui canali alternativi avrebbe cannibalizzato le filiali a più alto valore aggiunto (per loro). E diquestaereditàGhizzonieCucchianisido­vrannofarecarico, benprimadiquantoim­maginiamo. Chilihaprecedutihaspesomi­liardi per comprare negozi (le filiali) che di líapoco sarebberodiventatiunpeso;hacer­cato poi di rallentare la migrazione sulla re­te. Oggi siamo al redde rationem.