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 2012  aprile 25 Mercoledì calendario

FENOMENOLOGIA DI BELEN: «SONO UN PERICOLO AMBULANTE»

Sta provando il ballo per Amici e trovarla non è facile. In più ha detto che, dopo i «casini» di questi giorni, non vuole parlare di vita privata. Non vuole pronunciare il nome di Emma e nemmeno quello del suo Stefano, il ballerino che accende l’Italia del gossip: troppo giovane, troppo finto, troppo sfacciato per meritarsi tutto questo successo (erotico-sentimental-mediatico). Ha lasciato la brava (e buona) cantante pugliese per la bella showgirl argentina, il sogno proibito dell’homo italicus televisivus vulgaris. Quel ragazzo ha tradito l’intelligenza, il talento, l’amore vero per buttarsi tra le braccia della Pantera spudorata e imprevedibile. Così, sabato Belén Rodriguez si è presa la sua razione di fischi in diretta dall’Italia dei buoni sentimenti. Il tutto condito di presunti sms galeotti e di presunti pacchetti (contenenti i vestiti del fedifrago) bruciati sul pianerottolo dell’ex nido d’amore romano della cantante e del ballerino.
Questo, più o meno, il riassunto delle puntate precedenti: la bella contro la buona, identikit basici. La buona viene lasciata dal promesso sposo (prestante, ma leggerino), il quale si mette con la Pantera famelica, che ha appena chiuso la sua lunga storia d’amore. Sembra il copione di una fiction senza troppa fantasia. E forse lo è. Che cosa ci riservano le prossime puntate non è dato sapere, anche se già circola voce (via blog) che il flirt tra la Pantera e il Gattino palestrato sarebbe finito. Eppure, lei, la Pantera, si definisce «un tipo tranquillo e non molto complicato». Ma la fenomenologia di Belén non può fermarsi qui, perché a molti appare come la donna nuova, moderna, che sfida lo scandalo pur di non rassegnarsi al piatto tran tran della soubrette qualunque. Infatti: «Odio il finto moralismo — dice —, mi fa tristezza la gente che punta il dito a prescindere, senza pensare che tutti hanno avuto problemi».
Già, nella fenomenologia di Belén i problemi non possono mancare: «Hai voglia, se ne ho avuti!». Allusione malcelata alla convivenza con il Corona? «Beh, veda lei, l’importante è risolverli, i problemi, senza cambiare testata». Testata o testa? «Con il sorriso sulle labbra e senza rimpianti, perché avere rimpianti è frustrante: dunque se hai voglia di fare qualcosa devi farla, prendendoti responsabilità e rischi». Secondo punto della fenomenologia di Belén: le responsabilità e i rischi. «Sì, ma veda di non farmi sembrare troppo noiosa, ci metta anche l’ironia, in questa intervista». Mica facile, se proprio si vuol parlare del Corona: «Ci sono state altre storie andate diversamente e non ho voglia di parlarne, ma Fabrizio non l’ho mai tradito». Peggio per lei, verrebbe da ribattere. «La gente, quando ha saputo che ci siamo lasciati, mi ha fatto i complimenti, ma io l’ho amato tanto, mi ha insegnato un sacco di cose». Non vogliamo sapere che cosa. «Non lo rinnego, non è un uomo cattivo, non l’ho mai tradito, e se ho avuto qualche farfallina per la testa...». Per la testa? «Sì, se ho avuto qualche distrazione, sono sempre stata chiara. Ma ho combattuto per quattro anni con lui: quando era in casa con me, era il Fabrizio che amavo, fuori era un altro. A un certo punto non ce la facevo più, e quando non sto più bene io me ne vado. Ho concluso la mia storia prima di cominciarne un’altra, e non sono stata l’unica». Allusione malcelata alla relazione tra Emma e Stefano? «Veda lei, loro comunque l’avevano conclusa ancora prima». E allora tutto questo pandemonio?
«Appunto, ma se vedono Belén mangiare un gelato devono dire che ha avuto la dissenteria. Persino la Fornero è intervenuta sulla farfallina: è assurdo, assurdo nel Paese di Tinto Brass... È vero che sono un pericolo ambulante, non mi prendo sul serio, inciampo, rido sempre, soffro il malumore e faccio di tutto per cacciarlo, sono libera, libera di mente, sono un’argentina di campagna che ha vissuto con le mucche, i cavalli e le pecore e il successo non mi deve rubare la vita. Non ho voglia di fare la finta brava ragazza». Ma sa di essere la più bella e ne approfitta: «Certo, sono consapevole, ma sono anche insicura, mi vergogno di ballare facendo i miei passettini da imbranata».
Fenomenologia di una Pantera imbranata: «Da ragazzina volevo fare la ballerina, poi l’architetto, e appena sono arrivati i casting, ho mollato l’università: sono molto fortunata, ma anche orgogliosa di quel che ho fatto, lavoro dal mattino alla sera. Da quando avevo 15 anni non chiedo un soldo ai miei genitori e ora ho comprato una bellissima casa in Argentina per loro. Adesso sono stanca di preoccuparmi della famiglia e di fare la grande, voglio guardare le stelle, ricordarmi che c’è il sole e la luna». (Vedi alla voce: Stefano). Fenomenologia della ragazza di successo che ha sofferto. Però, bella, innamorata e fortunata. Che cosa vuole di più? «Niente, ogni volta che mi sono innamorata ho finito per fidanzarmi. Gli amici maschi devono essere gay, altrimenti vogliono stare con me, è inutile». Nessun rifiuto? «Mai, ma mi devo sentire male d’amore». Ride. «A me piace l’amore, per le storielle non mi metterei a fare casino. Conosco Stefano da tre settimane e sto benissimo con lui». Voce dolce della Pantera. Ultimo punto della fenomenologia: «Ecco cosa mi manca, una famiglia».
Paolo Di Stefano