Pierangelo Soldavini, Il Sole 24 Ore 21/4/2012, 21 aprile 2012
FACEBOOK ORA FA IL “BROKER” PER WALL STREET
Le grandi banche di Wall Street devono iniziare a tremare? Forse è ancora presto, ma internet inizia a entrare anche nel loro terreno a modo suo, eliminando ogni intermediazione. Lo hanno già imparato a loro spese le etichette discografiche, le major di Hollywood o i gruppi editoriali, che hanno visto il loro business progressivamente eroso dalle potenzialità emerse dalla rete. Questa volta nel mirino finiscono i grandi broker finanziari. Dal prossimo giugno ogni società potrà infatti mettere in vendita le sue azioni direttamente sulla propria pagina di Facebook, senza bisogno di intermediazione e senza l’imposizione di commissioni. E il potenziale investitore potrà acquistare i titoli, in pacchetti minimi da 10 dollari, con tre semplici click di mouse.
A renderlo possibile è la piattaforma di trading azionario messa a punto da Loyal3, una startup californiana, che si è data come mission quella di democratizzare il mercato azionario aprendo le porte della Borsa a investimenti alla portata di tutti: il vero capitalismo diffuso che nasce grazie alla rete. Finora la piattaforma di Loyal3 era attiva solo attraverso il sito. Adesso un accordo con Facebook permetterà di accedere all’applicazione dalle pagine del social network. «Per molti versi si tratta di un’evoluzione del bottone "like"», ha commentato Chris Kelly, direttore di Loyal3, che con Mark Zuckerberg ha lavorato per cinque anni come chief privacy officer prima di rimettersi in gioco.
Il meccanismo della app è molto semplice, proprio per rendere l’investimento davvero alla portata di tutti, anche dal punto di vista tecnologico: puntate minime di dieci dollari, e pacchetti di azioni comunque di multipli di dieci, con un abbonamento fisso mensile alla piattaforma di 10, 25 o 50 dollari. Un sistema che aggira l’attuale struttura di contrattazioni e di commissioni puntando a trasformare gli americani in piccoli azionisti (oggi solo il 18% delle famiglie Usa ha investimenti in Borsa). Senza favorire la speculazione: un limite rigoroso di 2.500 dollari di investimenti mensili esclude dal gioco i daytrader e anche l’investitore medio individuale. Loyal3 garantisce l’assoluta liquidabilità dell’investimento in qualsiasi momento, raggruppando le azioni in lotti da vendersi in una volta sola.
Per il Ceo Barry Schneider, l’azionariato diffuso è una vera e propria missione, tanto da considerarla un’attuazione di "Occupy Wall Street", che attacca al cuore la finanza arroccata nelle stanze delle grandi banche. Adesso invece viene offerta la possibilità di «occpare Main Street». «La proprietà cambia la prospettiva di ciascuno», sostiene Schneider, che ripete il mantra di Larry Summers, secondo cui «non è mai successo nella storia che qualcuno abbia lavato l’auto, se è a noleggio».
Le aziende hanno quindi tutto l’interesse a trasformare in azionisti i propri consumatori: «Sono più leali e hanno un valore maggiore rispetto ai consumatori normali», spiega il Ceo sul sito di Loyal3, citando uno studio di Bain & Co. La startup ha messo a punto un modello specifico per democratizzare anche le Ipo, aprendole a tutti. Ma Facebook non la userà certo per la sua quotazione record da 100 miliardi di dollari, attesa per metà maggio.