Gian Micalessin, il Giornale 23/4/2012, 23 aprile 2012
Sorpresa, Tremonti tra gli amici italiani di François - Archiviato Obama si ricomincia da Hollande
Sorpresa, Tremonti tra gli amici italiani di François - Archiviato Obama si ricomincia da Hollande. Da oggi la sinistra italiana ha un nuovo mito. Se Obama è stato il primo candidato nero capace di conquistare il cuore americano, Francois Hollande è il primo uomo grigio capace d’affascinare una nazione.Dunque per Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema è il miglior modello da imitare. Ed importare. Il conte Max ed il fido segretario Pier lo studiano da tempo. E così, a furia d’invidiarlo, son diventati i suoi migliori amis italiens . Compagni di passeggiate e conferenze stanze quando, il 16 dicembre, Francois arriva nella capitale per incontrare il presidente Giorgio Napolitano e la comunità «gauche» di Roma. Compagni di proclami quando Francois «il grigio» li invita nella sua Parigi per costruire la nuova asse della sinistra europea. Del resto François Hollande nel dire cose di sinistra è bravissimo. A Roma quando si presenta in conferenza stampa accompagnato dal segretario del Partito Democratico si premura subito d’invocare «un’Italia chefermi la parentesi di Berlusconi e si apra alle esigenze che noi condividiamo, vale a dire esser pienamente coinvolta della nuova Europa che noi andiamo a costruire ». Per capire cosa intenda mettere in piedi, e con chi sia ansioso d’accompagnarsi, basta assistere alla grande Conferenza per la rinascita d’Europa organizzata il 17 marzo scorso al «Cirque d’Hiver» di Parigi. Lì il ruolo di grande affabulatore lo recita Massimo D’Alema. A lui il padrone di casa lascia il compito di aprire le danze e disegnare il nuovo sogno europeo. Il compagno Max non lo delude. Il discorso è fin dalle prime righe una nuova Internazionale, un inno di battaglia, un proclama in cui si gettano le basi per la riscossa della sinistra europea. «Siamo qui innanzitutto intorno a François Hollande, alla sua candidatura, alla sua battaglia che può contribuire a cambiare la direzione politica dell’Europa… Inizia in Francia il 22 aprile un cammino che, attraverso le elezioni politiche in Italia e in Germania, chiamerà al voto quasi 200 milioni di cittadini, tre grandi Paesi fondatori che possono non solo cambiare il loro indirizzo politico nazionale, ma anche quello di un intero continente ». Nei sogni di Massimo D’Alema e Pier Bersani Hollande è, insomma, l’avanguardia di una nuova sinistra pronta a strappare il Vecchio Continente dagli artigli della Merkel e di Sarkozy, di Cameron e Mario Monti. Una nuova sinistra la cui terza gamba è quella di Sigmar Gabriel, il segretario della Spd tedesca famoso per considerare Israele un «regime da apartheid» e accusare di «violenza verbale» chiunque affronti criticamente il tema immigrazione. A Beppe Fioroni, Marco Follini e ad altri irritati esponenti centristi del Pd quell’«alleanza europea»puzza tanto d’ipocrisia. Per gli ex popolari del Pd, arroccati attorno al candidato centrista François Bayrou, quel ritorno alla vecchia gauche di Max e Pier - pronti ad allearsi con Hollande e Gabriel per risollevare la bandiere rosse europee- non va proprio giù. E non va giù, probabilmente, nemmeno a Mario Monti. Il primo ministro per quanto politicamente inesperto non può non aver notato l’ambiguità di chi a Roma dice di appoggiarlo, ma a Parigi stringe patti di ferro con un presidente «in pectore » pronto a fare a pezzi il patto di stabilità europeo e ad introdurre la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni valutarie totem del movimento «no global». Un argomento quest’ultimo che non ferma l’entusiasmo dell’ ultimo degli amis italiens di Hollande, ovvero di quel Giulio Tremonti che in passato ha sempre sparato a zero contro la Tobin Tax. Ieri invece l’ex ministro dell’Economia ha spiegato che se fosse francese voterebbe pure lui un Hollande di cui dice di non condividere le idee sull’immigrazione, ma quasi tutte quelle «su una politica economica capace di cambiare in meglio l’Europa».