MARCO CASTELNUOVO, La Stampa 22/4/2012, 22 aprile 2012
Il miliardario di “Quasi amici”: i miei dubbi su Sarkò - Dicono che la Francia sia come me, Philippe: immobile, impotente, invecchiata e appesa al sogno improbabile che qualcuno o qualcosa verrà a svegliarla
Il miliardario di “Quasi amici”: i miei dubbi su Sarkò - Dicono che la Francia sia come me, Philippe: immobile, impotente, invecchiata e appesa al sogno improbabile che qualcuno o qualcosa verrà a svegliarla. Non è vero». Philippe Pozzo di Borgo è una delle persone più ricche di Francia, è un tetraplegico bloccato da una sedia a rotelle che può muovere solo con il mento, e questa stagione ha commosso il mondo con un film che racconta la sua storia. Il film francese «Quasi amici» racconta la vicenda di questo miliardario (in euro) colpito da tetraplegia in seguito a una caduta con il parapendio: volava per non pensare alla moglie ammalatadicancro.Immobiledalcolloingiù, assume Driss, badante franco-senegalese proveniente dalla banlieue. Il film su questa strana coppia ha avuto molto successo in Italia; in Francia poi è diventato addirittura un fenomeno sociale: alcune scuole hanno deciso di proiettarlo nelle aule. La storia piace perché è intelligente, delicata e soprattutto vera. L’unica «licenza» presa dalla produzione è che il vero badante non è senegalese di origine ma algerino e si chiama Abdel. Per il resto tutto vero, anche la scena del film con la polizia che scorta la Maserati con a bordo i due a duecento all’ora per le strade di Parigi. Il protagonista malato è il duca Philippe Pozzo di Borgo, erede della dinastia corsa che ha fieramente av- 13milioni versato anche Napoleone. È stato lui a scrivere la sua storia nel libro (edito in Italia da Ponte alle Grazie) che ha ispirato poi il film. Oggi Monsieur Philippe ha una Gli incassi in Italia nuova moglie, marocchina. E in Marocco si è trasferito dopo aver vendu- È un record quello di «Quasi amici» to il suo palazzo nel settimo arrondis- che ha spodestato la pellicola «Il sement di Parigi, in pieno centro. quinto elemento» «Ma in Francia torno spesso, sia per dal podio dei film francesi la promozione del film sia perché so- più visti in Italia. Una posizione che no presidente dell’associazione cui conservava da 15 anni ho destinato parte dei ricavi del film. L’incasso totale? È di quasi 10 milioni Volevo tornare per queste elezioni ma poi ho preferito votare per posta». di Come vede la sua Francia, Pozzo 312milioni Borgo lo spiega dopo una lunga pausa: «Non è la Francia ad essere immobile - dice parlando piano ma I guadagni nel mondo Da primato anche i guadagni realizzati in tutto il mondo dalla spiritosa pellicola quinquennio, anche per responsabilità arrivata dalla Francia verso il film; ha avuto un tale successo Il dato è di metà aprile popolare che ha travalicato la destra e e promette già aggiornamenti la sinistra, non sarebbe giusto farne al rialzo a livello internazionale oggetto di contesa», dice. Ma la voce tradisce delusione. La famiglia dalla quale discende è famosa per avere storiche radici di sinistra, lui a sorpresa senza tradire alcuna difficoltà nella voce 35,8milioni nel 2007 scelse Sarkozy: oggi non sa -. Forse è la politica ad essere «se farlo più». spenta. Quella cui ho assistito, sep- Eppure per uno degli uomini più ricpur da lontano, è stata una campa- chi di Francia non dovrebbe essere difgna elettorale che ha trattato solo ficile saperlo: il candidato socialista marginalmente i temi che interessa- François Hollande paventa una super no alle persone. È stata una campa- Gli spettatori tassa del 75% per i redditi superiori al gna incentrata sull’immigrazione e la milione di euro. «Ma io sono d’accordo sicurezza. Sulla paura, in fondo. Si è In tutto il mondo la pellicola diretta con la stretta sui redditi alti – spiega -. parlato poco di crisi, educazione, fu- da Olivier Nakache e Éric Toledano ha L’unica dinamica possibile per tenere turo, della società in cui vogliamo vi- richiamato milioni di spettatori insieme la nostra società, è quella di revere». In Francia, in sole nove settimane distribuire meglio i soldi tra chi ne ha Il suo sembra un bilancio sul Presi- dall’uscita nel novembre 2011, di più e chi meno». dente uscente. «Io non mi permetto «Quasi amici» è diventato il secondo Detto da uno che ha venduto il suo di fare un bilancio su quest’ultimo film francese più visto di sempre palazzo nel 2010 per cento milioni di euro, è un’affermazione non da poco: «I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri più poveri. Bisogna riequilibrare, è l’unica soluzione». Pozzo di Borgo saprebbe anche come fare: «La burocrazia impedisce che i denari arrivino là dove servono. I soldi dovrebbero essere dati ad associazioni e fondazioni presenti sul territorio: ne conoscono problemi, potenzialità e limiti. E soprattutto possono controllare meglio che vengano spesi bene». Senza nemmeno che glielo si chieda, l’accenno alle «potenzialità di un territorio» apre per lui un altro capitolo, quello dell’integrazione. «Nella mia vita precedente, io non sapevo nemmeno cosa fossero le banlieue: non c’ero mai capitato. Erano una cosa separata rispetto alla città, la realtà l’ho conosciuta solo dopo, con Abdel». E nonostante la sua vita precedente risalga a prima del 1993 e che ormai sette anni fa la rivolta delle periferie della capitale ha rimesso in discussione tutto il modello di integrazione francese, per Pozzo di Borgo «i miei concittadini non sono consapevoli della gravità di quello che accade a pochi chilometri dalle loro case. Chi vive nella banlieue ancora oggi viene escluso. Sono in gran parte disoccupati, o precari. Non partecipano alla vita della città e del Paese. E questo è un male perché sono giovani ambiziosi, forti e con tanta voglia di fare. Compito della politica e dei politici sarebbe quello di coinvolgerli, non lasciarli in disparte». Un po’ come ha fatto nel film mettendo in comunicazione mondi apparentemente distanti. «Bisogna sforzarsi, ma è l’unica strada da fare». E lo dice uno che per muovere la sedia a rotelle può usare solo il mento.