Dario Di Vico, Corriere della Sera 24/4/2012, 24 aprile 2012
Che cosa pensereste se un ferroviere vi invitasse a non usare il treno o se un infermiere si inchiodasse davanti all’ingresso di un ospedale e vi chiedesse di non entrare? Qualcosa del genere accadrà domani 25 Aprile in una Milano appena reduce dal più cosmopolita degli eventi del suo calendario (il Salone del Mobile)
Che cosa pensereste se un ferroviere vi invitasse a non usare il treno o se un infermiere si inchiodasse davanti all’ingresso di un ospedale e vi chiedesse di non entrare? Qualcosa del genere accadrà domani 25 Aprile in una Milano appena reduce dal più cosmopolita degli eventi del suo calendario (il Salone del Mobile). I sindacati milanesi del commercio, appoggiati dalle segreterie confederali, hanno deciso non solo di scioperare contro l’apertura festiva dei supermercati ma anche di presidiare gli ingressi. Ai clienti - lavoratori come loro - che vorranno entrare per la spesa le commesse di Cgil-Cisl-Uil consegneranno un comunicato per invitarli a girare al largo e a non fare acquisti nei giorni di festa. Tantomeno nella ricorrenza della Liberazione. Con questa trovata, che uno psicologo definirebbe masochista, i sindacati del commercio proseguono nella loro cieca lotta contro le liberalizzazioni. E stavolta possono contare sull’appoggio del sindaco Giuliano Pisapia, primo cittadino di uno degli hub del commercio europeo che avrebbe tutto l’interesse a incentivare la deregulation e invece la combatte. Ad accomunare sindaco e sindacati è una visione retrò dei consumi considerati «voluttuari» e in grado di traviare le popolazioni inermi. La libertà per entrambi è un optional, la pedagogia un dovere della sinistra sociale e politica. La coincidenza con il 25 Aprile è usata poi in chiave strumentale perché dal 1945 ad oggi tranvieri, poligrafici, infermieri, poliziotti, ferrovieri e addetti alle comunicazioni hanno sempre lavorato nel giorno della Liberazione senza che nessuno li indicasse al pubblico ludibrio. E soprattutto senza che i valori della Resistenza ne venissero minimamente intaccati. La verità alla fine è molto più semplice. I sindacati dovrebbero fare il loro mestiere: contrattare assunzioni part-time di giovani per i giorni di festa (come fa la Pam) e negoziare welfare aziendale per le commesse. Forse sanno farlo meno di una volta e l’ideologia, in questo caso, soccorre i pigri. Dario Di Vico twitter@dariodivico