Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 21/4/2012, 21 aprile 2012
Se poi arrivano più turisti non sapremo dove metterli – Roma è una città stupenda. Attira facilmente e spontaneamente turisti da tutto il mondo
Se poi arrivano più turisti non sapremo dove metterli – Roma è una città stupenda. Attira facilmente e spontaneamente turisti da tutto il mondo. Ma non ha sufficienti posti letto nei grandi alberghi del centro. Trovare un letto a quattro o, meglio, cinque stelle, a Roma, è un terno al lotto. Di fronte a questo stato di cose che cosa fanno i pubblici poteri (statali e locali; politici e sindacali) in un momento in cui l’attività economica langue e la disoccupazione si diffonde a macchia d’olio? Dovrebbero, non dico distribuire soldi pubblici (che oltretutto nessuno chiede, anche perché non ci sono) ma almeno dovrebbero togliere i vincoli, spesso inutili, che impediscono la concessione fulminea di licenze per l’abbattimento di edifici fatiscenti e la successiva costruzione dei nuovi alberghi o il sopralzo degli alberghi esistenti in deroga al prg. Il momento è drammatico. E quindi esso esige soluzioni drammatiche. Se non vogliamo precipitare dal brutto al peggio e poi all’intollerabile, bisogna inventare delle corsie privilegiate, accendere e tenere sul verde permanente i semafori, trasferire temporalmente, dall’ente locale pasticcione, a livello centrale, che può essere più decisionista, le scelte strategiche (in tutte le sue componenti) che consentano di avviare, nel giro di un anno, la realizzazione di quattro grandi alberghi nel centro di Roma e/o l’ampliamento corrispondente di grandi alberghi esistenti. Un’iniziativa di questo tipo provocherebbe una maggiore occupazione temporanea per almeno 10 mila persone ed una nuova occupazione permanente di almeno 4 mila persone. È ciò che, senza ricorrere a misure eccezionali, sta facendo Parigi dove la municipalità non va in surplace e già si prepara ad accogliere le centinaia di migliaia di ricchi turisti cinesi. Non a caso, vent’anni fa, i francesi scipparono all’Italia il progetto Disneyland. L’Italia tergiversava e lesinava. La Francia costruì addirittura una stazione per l’Alta velocità al servizio dei turisti di Disneyland che, in Italia, la patria dei furbi eruditi, si vedeva come una patacca e che in Francia invece ha accolto 250 milioni di visitatori e dà lavoro permanente a 14.500 dipendenti. Oggi, Disneyland Paris è la prima destinazione turistica in Europa e il quinto polo alberghiero in Francia. Inoltre ha portato quasi 30 miliardi di euro di introiti turistici alla Francia. Ve l’immaginate se la Camusso sprecherebbe del tempo per consentire la realizzazione di un tale impianto? E il governo italiano metterebbe tutto il suo peso per renderlo possibile? Invece i posti di lavoro e lo sviluppo economico si creano facilitando i processi di investimento, non facendo i convegni inconcludenti, fra consanguinei, sullo spread.