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 2012  aprile 22 Domenica calendario

I ribelli degli spiccioli "Inutili, vanno aboliti" – Il Canada lo ha fatto, l´Australia lo ha fatto, la Svezia lo ha fatto, Stati Uniti e Russia ci stanno pensando, è venuto per caso il momento di farlo anche per la Gran Bretagna e per l´Unione Europea? L´azione in questione è abolire la propria moneta più piccola

I ribelli degli spiccioli "Inutili, vanno aboliti" – Il Canada lo ha fatto, l´Australia lo ha fatto, la Svezia lo ha fatto, Stati Uniti e Russia ci stanno pensando, è venuto per caso il momento di farlo anche per la Gran Bretagna e per l´Unione Europea? L´azione in questione è abolire la propria moneta più piccola. Nel caso del Regno Unito, e dei due paesi del Commonwealth che l´hanno preceduto, si tratta del penny. Quella monetina di rame, così piccola che quasi non si vede, ma che soprattutto, da sola, non compra più niente da un pezzo. Si limita a ingombrare tasche, portafogli e borsellini, quasi sempre finisce chiusa con i suoi simili in barattoli di marmellata o sottaceti, dove rimane in attesa che il barattolo sia portato in banca, come un salvadanaio d´altri tempi, per scambiarlo con delle banconote. Ma è un´operazione laboriosa, che richiede tempo e pazienza, e non molti la portano a compimento, sicché i barattoli di penny si accumulano su uno scaffale, il rame si scolora e dopo un po´ nessuno ci pensa più. Questa, perlomeno, è la tesi di un crescente movimento britannico che propone di seguire l´esempio di canadesi, australiani e un´altra dozzina di nazioni, facendola finita con la lillipuziana moneta. Un recente sondaggio della compagnia di assicurazioni Prudential afferma che il 25 per cento dei sudditi di Sua Maestà sarebbero felici di liberarsi della monetina di rame, percentuale che sale al 33 per cento tra i più giovani. La Federation of Small Businesses, che rappresenta 200 mila aziende, società e negozi, concorda: «Rinunciare ai penny avrebbe un impatto positivo su piccole imprese come le nostre», dice il presidente Priyen Patel, «non dovrebbero andare in banca a cambiarli, e oltretutto le filiali locali di molte banche chiudono, perciò tocca andare più lontano. E inoltre non sarebbero costrette a tenere troppo contante in cassa». Un altro motivo a favore dell´abolizione lo cita David Bulk, analista della Bgc Partners, società di investimenti della City: «Negli ultimi trent´anni, il penny ha perso qualcosa come l´ottocento per cento del proprio valore originale». E il ministro delle Finanze canadese Jim Flaherty sottolinea che, oltre a non comprare più niente, i penny costano: «Le banche hanno spese di trasporto e deposito di cui farebbero volentieri a meno». Perciò in Canada lo hanno messo fuori uso. Nell´euro-zona c´è chi parla di fare altrettanto con il centesimo di euro, in Russia vogliono abolire la moneta da 1 copeco e negli Usa il cent: «Ai consumatori non serve, i negozianti odiano contarli, come unità di valore appartiene al passato», scrive il Chicago Tribune, «per quale ragione continuare a coniarli?». Una ragione è appunto il legame con il passato, il che spiega perché le generazioni più anziane sono riluttanti a separarsene: ricorda loro i tempi in cui erano giovani. Un´altra è che coniare un penny canadese costava allo stato 1 penny e mezzo, più del suo valore nominale, mentre quello britannico costa solo un terzo di penny: perché dal 1992 non è più veramente di rame, bensì di acciaio, metallo meno pregiato, smaltato con il rame. Ma il fattore decisivo per tenersi ancora per un po´ queste monetine è che se venissero abolite - prevedono gli esperti - gli esercenti ritoccherebbero immediatamente i prezzi al rialzo: «E il governo, in un momento di fragilità economica, non ha certo bisogno di una spinta in più all´inflazione», commenta Katie Eagleton, curatrice della sezione monete del British Museum. Poi c´è sempre la speranza di scoprire di averne in tasca uno che vale una fortuna, come il cent del 1943 (valore: 100 mila dollari) o quello del 1793, venduto all´asta in Florida nel gennaio scorso per 1 milione e 400 mila dollari.